Tre film e un doc per riscoprire una delle maggiori eredità lasciate dalle avanguardie tedesche: il cinema espressionista.
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– i titoli della rassegna saranno disponibili On Demand dal 2 al 31 agosto –
Germania, primi del ‘900. Mentre in campo pittorico si imponevano artisti come Munch, Schiele, Kirchner e il gruppo del Cavaliere Azzurro, la settima arte veniva influenzata dallo spirito espressionista di Robert Wiene, Fritz Lang, Friedrich Willhem Murnau e tanti altri registi che avrebbero segnato indelebilmente la futura storia del cinema.
Nel desiderio di restituire la realtà non da un punto di vista oggettivo, ma esasperandola ed aumentandola secondo il loro stato emotivo, gli autori espressionisti hanno tradotto questo bisogno sul grande schermo con recitazioni scattose e innaturali, scenografie stilizzate e distorte e con un uso totalmente innovativo di luci e ombre.
Inquietudine, mistero, inconscio, sogno. Sono questi gli ingredienti chiave di un cinema che ha posto le basi per il genere horror e per il noir, che nell’espressionismo tedesco troveranno le loro radici e la principale fonte d’ispirazione.
Con questa rassegna lo riscopriamo con dei titoli che non sono tra i più scontati, provando a scavare più a fondo nel preziosissimo patrimonio che ha lasciato. Lo facciamo partendo da Il destino, uno dei primissimi lavori di Fritz Lang, passando dall’eredità che ha lasciato negli Stati Uniti con L’uomo che ride del tedesco Paul Leni, fino a Lulù – Il vaso di Pandora di G.W.Pabst, che mostra una sfumatura ancora diversa della stessa corrente espressionista. A inquadrare il tutto, il documentario Da Caligari a Hitler, tratto dall’omonimo saggio di Siegfrid Kracauer, il filosofo che meglio ha saputo raccontare questo movimento del cinema tedesco.
Biglietto (film + approfondimento sul cinema espressionista): 3.99€
Destino (Der müde Tod) di Fritz Lang, 1921, Germania, 100′
Una ragazza è pronta a tutto purché il suo amato torni in vita, persino a stringere un patto con la morte: deve riuscire a salvare la vita ad almeno una di tre anime che stanno per spegnersi. Verrà inviata in tre diversi periodi storici e in tre luoghi, in Cina, a Baghdad e a Venezia. Si tratta del primo successo internazionale del grande regista austriaco, il suo vero e proprio esordio nel mondo del cinema, in cui troviamo già molte delle caratteristiche che segneranno i capolavori successivi.
L’uomo che ride (The man who laughs) di Paul Leni, 1928, USA, 110′
Tratto dall’omonimo romanzo di Victor Hugo, è il soggetto che ha ispirato il personaggio di Joker. Ambientato nella Londra di fine ‘700, racconta la storia di Gwynplaine, un piccolo orfano dal volto sfregiato che gli conferisce un ghigno perenne. Esibendosi come fenomeno da baraccone, si sposta di fiera in fiera con il fidato Ursus, Dea, una bambina cieca, e il cane Homo. Divenuto adulto, scopre però di essere figlio di un aristocratico…
Lulù – Il vaso di Pandora (Die Büchse der Pandora) di G.W.Pabst, 1929, Germania, 131′
Lulù è una giovane bellissima e avvenente con ambizioni da ballerina. Dotata di un fascino irresistibile, intrattiene rapporti ambigui e altalenanti con una serie di uomini, sui quali esercita un magnetismo innocente, per il quale sarebbero pronti a qualsiasi cosa. Con questo film, Louise Brooks porta alla luce e scolpisce nel nostro immaginario una figura indimenticabile, quella della femme fatale.
Da Caligari a Hitler di Rüdiger Suchsland, 2014, Germania, 113′
Un focus appassionante sulla Repubblica di Weimar (1918-1933) e su come la situazione storica e sociale della Germania del dopoguerra si sia tradotta sulla produzione cinematografica dell’epoca. Viene esaminato lo scopo del film come strumento culturale, sulla base delle teorie del celebre sociologo Siegfried Kracauer riportate nel libro ‘Da Caligari a Hitler’, vero caposaldo della storia del cinema e della società tedesca.