Un tuffo nei musicarelli degli anni Sessanta italiani
Nell’Italia del secondo dopoguerra e del miracolo economico, il cinema continua a essere il divertimento preferito degli italiani nonché lo specchio vero dell’Italia che cambia. E i film musicali, che vedono per protagonisti prima gli “urlatori” (Celentano, Mina, Dallara…) e poi i cantanti beat (Morandi, Pavone, Caselli, Mal…) raccontano un’Italia che cambia velocemente. I giovani per la prima volta nella storia nazionale possono essere indipendenti economicamente dalla famiglia e possono coltivare i loro gusti musicali, il proprio modo di vestire.
Goffredo Lombardo, il patron della Titanus, diceva che i film con Gianni Morandi e Caterina Caselli negli anni Sessanta avevano salvato la gloriosa casa produttrice. Effettivamente questi film, che costavano veramente poco, incassavano tantissimo. Per la prima volta la canzone italiana, che fino a quel momento anche nel cinema era rivolta a tutta la famiglia, era invece indirizzata a un pubblico decisamente giovanile. Era già iniziato ad essere così qualche anno prima, con i film che avevano per protagonisti i cosiddetti “urlatori” Adriano Celentano, Mina, Tony Dallara. Ma a metà degli anni Sessanta il fenomeno di un consumo solo giovanile della cultura è ancora più evidente, e può essere considerato una sorta di anticipazione della contestazione giovanile che avrà il suo culmine nel 1968.
Il documentario vuole raccontare con la viva voce dei protagonisti di allora e con la ricchezza degli archivi dell’Istituto Luce la complessità di un fenomeno. Film semplici e di poche pretese che sanno però essere lo specchio di una generazione e anche la cartina di tornasole di un’Italia che cambierà tantissimo in quegli anni. Come diceva Pasolini, dopo il boom economico l’Italia non era più quella di prima. E anche questi film hanno contribuito a cambiare l’italia.
C’è qualcosa di epico e di immenso in questa ora e mezza di documentario, realizzato con un incalzare rapido, conciso, essenziale ma generoso di didascalie, immagini e suoni, attraverso dieci anni nei quali, come dice il regista torinese Stefano “Steve” Della Casa: “succede di tutto, ma soprattutto che la cultura del mondo intero si confronta per la prima volta e il mezzo di questo confronto è la musica”. A dispetto della fragilità di quelle note si sente l’orgoglio di chi ha cercato di cambiare il mondo e davvero lo ha cambiato, per la prima volta senza guerre e anzi, contro le guerre. Ci saranno stati sbagli, certo, fatti anche gravi e seri di cui pentirsi. Ma il regista avverte: “Nessuno ci può giudicare”. (nonsolocinema.com)
REGIA: Steve Della Casa, Chiara Ronchini
PAESE: Italia
ANNO: 2016
DURATA: 83 min
v.originale italiana
Ingresso: 6€ intero/ 5€ ridotto
Alla proiezione di lunedì 5 giugno (ore 21) sarà presente il regista Steve Della Casa