Edoardo Becattini, nipote di Alessandro, ci concede un racconto sulla vita dietro la macchina fotografica dello zio fotografo, recentemente scomparso, al quale France Odeon ha dedicato una mostra omaggio per la rassegna Cannes a Firenze, dal 19 al 23 Giugno al Cinema La Compagnia
“Il senso del cinema sta nel movimento, il senso della fotografia nell’istante perpetuo. Chiunque abbia mai frequentato il Festival di Cannes sa come la quotidianità rispecchi perfettamente la dialettica fondante di questa arte. Un muoversi febbrile e frenetico tra un luogo e l’altro della Croisette alla ricerca di film e di divi, alternato a momenti di riposo, di attesa e di riflessione.
Al cuore di tutto, l’amore per le immagini, che in questa battuta di caccia lunga 12 giorni è ciò che accomuna le migliaia di addetti ai lavori presenti in maniera non sempre pacifica. Prendiamo, ad esempio, fotografi e critici. Le due squadre giocano in campi e campionati diversi, ma tendono a guardarsi con sospetto quando si tratta di condividere gli spazi, sia quelli di pubblicazione, misurando l’impaginazione e cercando di capire se sia più la fotografia ad accompagnare l’articolo o piuttosto il contrario, che quelli di lavoro nei momenti più caotici del festival, tra chi intima il silenzio per trovare la concentrazione e le giuste parole e chi necessita di scambiarsi informazioni a voce alta sui soggetti delle proprie foto per inoltrarle alle redazioni nel tempo più breve possibile.
Attorno a questi brevi momenti di ordinaria tensione, io e mio zio Alessandro, certo complice la vicinanza familiare, vivevamo pacificamente l’appartenenza alle due diverse fazioni godendo dei rispettivi aneddoti sugli aspetti che caratterizzano un festival, discutendo nelle pause se fosse meglio quel primo piano di un attore rubato in cima alla montée des marches oppure il film che ne giustificava la presenza sul tappeto rosso.
Ho iniziato a frequentare i festival di cinema nello stesso periodo in cui mio zio Alessandro (che per tutti, in famiglia, è sempre stato solo Sandro) si avventurava tra il Lido e la Croisette. Man mano che io guardavo film e iniziavo le prime collaborazioni come critico, lui passava dalle retrovie, dove i fotografi più amatori si contendono un’immagine tra sedie e sgabelli, alle pedane dei tappeti rossi riservate solo ai professionisti in abito scuro.
Questa è solo una delle tante storie che potrebbero essere raccontate a margine della mostra Alessandro Becattini: le sue montées: una panoramica sui protagonisti delle ultime edizioni del festival più importante del mondo che descrive in controcampo un’evoluzione personale e professionale. Quella di un mastro vetraio che, dopo tanti anni passati a lavorare ai restauri delle grandi vetrate delle più importanti basiliche fiorentine per il prestigioso Studio Polloni, avvia una seconda carriera parallela come fotografo dei festival, addentrandosi sempre più in prima fila alla ricerca di un dettaglio, di un momento in cui il cinema e la realtà si scambiano momentaneamente di posto.
Oltre a far rivivere le memorie legate ai protagonisti delle ultime edizioni e a omaggiare chi li ha immortalati con tanta passione, questa galleria di immagini tratte dalle montées e dai photocall di Cannes aiuta a capire che le fotografie non sono affatto la descrizione più superficiale dei festival. Sono la descrizione fulminante, la sintesi estrema dei festival. A Cannes vengono mostrati i film più belli dell’anno, presentati dai talenti più affascinanti e carismatici del mondo. Questo concerto di attrazioni richiede un’arte sintetica, un talento sensibile e preciso, veloce ed efficace. Un artigiano, capace di far incontrare la luce abbagliante dei flash delle passerelle con le suggestioni evidenti e latenti del divismo. Il grande movimento del tran tran festivaliero con le sue vibrazioni più profonde, il suo momento più rappresentativo”.
Inaugurazione mostra: Lunedì 19 Giugno ore 18.30, Cinema La Compagnia