Un nuovo format, sei film con altrettante letture critiche “guidate” a cura del prof. Stefano Socci (docente Corso di Regia, Accademia di Belle Arti di Firenze).
Un ciclo di lezioni-proiezioni diviso in due parti: tre incontri dedicati a Shakespeare nel cinema e altrettanti al Melodramma cinematografico. Nella prima parte, ogni incontro inizierà con una riflessione sull’originale shakespeariano (Otello, Macbeth, Romeo e Giulietta), a cui seguirà l’analisi di ciascuno dei tre film (di Welles, Kurosawa e Wise/Robbins): il confronto fra testo teatrale e sceneggiatura cinematografica, il linguaggio, la narrazione, lo stile, il valore simbolico dei personaggi.
Nella seconda parte, i film di Lang, Fleming e Welles saranno analizzati nel quadro del Melodramma cinematografico che, genericamente derivato da elementi teatrali, si nutre di emozioni e sentimenti, cioè di vicende essenzialmente intime e private, ma è capace di assorbire il senso e lo spirito dei tempi, di mutamenti antropologici, economici, politici e sociali.
Ogni film è un testo, e queste saranno sei letture critiche “guidate”, interne all’opera, più che semplici proiezioni corredate da introduzione e commento finale: nello svolgersi del film verranno privilegiati i brani più interessanti e significativi, su cui è opportuno soffermarsi, mentre si può scorrere agevolmente sugli altri, non dimenticando però il disegno e il progetto complessivo del regista.
INGRESSO
5€ intero / 4€ ridotto
Studenti Accademia di Belle Arti di Firenze: Ingresso Gratuito
Tutti i film saranno proiettati in lingua originale con sottotitoli in italiano
SHAKESPEARE NEL CINEMA
martedì 17 aprile, ore 15.00
Otello di O. Welles, 1949-52, 91 min
Nella magistrale trasposizione cinematografica di questa celebre tragedia, un capolavoro teatrale in cui la gelosia è il pretesto per illustrare i lati oscuri della coscienza e della mente, Welles inizia dalla fine, dal duplice corteo funebre del Moro e della consorte Desdemona, quasi cancellato dall’improvvisa entrata in scena di Iago, legato per il collo a una lunga catena: il regista fissa così i cardini di un racconto attualissimo, inesorabile.
9 maggio, ORE 14.30 > posticipata alle 15.20
Il trono di sangue di A. Kurosawa (Kumonosu-jo, 1957)
Il film di Kurosawa, vivida rilettura del Macbeth shakespeariano, pur ispirato al teatro Nô, dedica spazio alla «dark lady» Asaji e al paesaggio brumoso delle pendici del monte Fuji. Il protagonista si chiama Washizu (l’ottimo Toshiro Mifune), un comandante alle dipendenze di un signore della guerra del XVI secolo, e l’indimenticabile ruolo della sposa, cupamente svolto da Isuzu Yamada, ha il valore di una nemesi, è personificazione del destino onnipresente.
16 maggio, ORE 14.30
West Side Story di R.Wise e J.Robbins (1961)
Il poeta Auden ha scritto che Romeo e Giulietta «non è semplicemente la tragedia di due persone bensì la tragedia di una città intera». La frase suona perfetta per West Side Story, il musical di successo nato da un’idea del coreografo Jerome Robbins, presentato al Winter Garden di New York nel 1957, che quattro anni dopo Wise trasforma in un film premiato con dieci Oscar: nel West Side di Manhattan due bande giovanili si contendono il territorio e Tony s’innamora della portoricana Maria…
IL MELODRAMMA CINEMATOGRAFICO
29 maggio, ORE 14.30
Metropolis di F.Lang (1926)
Il film di Lang, indiscutibilmente uno dei testi cardinali della settima arte, più che alla fantascienza appartiene, per valide ragioni, al melodramma. L’ipertecnologico e luminoso nucleo urbano del 2026 – a cui corrisponde l’oscura città sotterranea abitata dagli operai schiavi, addetti ai macchinari che producono l’energia necessaria ai cittadini privilegiati della superficie – diventa infatti la meravigliosa cornice del trionfo del cuore, mediatore del rapporto fra la mano e la mente.
6 giugno, ORE 14.30
Via col vento di Victor Fleming (1939)
Tratto dal best-seller (1936) di Margaret Mitchell, Via col vento è uno dei primi film a colori, un classico senza tempo. Il film, che inizia con il conflitto tra bianchi e neri, tra schiavisti cavallereschi e poco onorevoli antischiavisti, si trasforma, da lacunoso, negligente ma molto premiato affresco politico-sociale, in un’analisi esemplare delle essenze letali e vitali in gioco all’interno di ognuno di noi. Questa è probabilmente la ragione del suo durevole successo, al di là dell’eccellenza degli interpreti e della perizia della narrazione.
13 giugno, ORE 14.30
La signora di Shanghai di O.Welles (1948)
In questo magnifico esempio di melodramma noir, derivato da un romanzo di Sherwood King, si battono a morte i prigionieri di un triangolo sentimentale: la superba mantide Elsa Bannister, interpretata da Rita Hayworth – che viene divinizzata da un bianconero sorprendente – suo marito Arthur (Everett Sloane) e il marinaio irlandese Michael O’Hara (lo stesso Welles), a bordo di uno yacht che si trasforma nel palcoscenico degli inganni e delle futili speranze.
EVENTO EXTRA (NEW)
20 giugno, ORE 14.30
Sogno di una notte di mezza estate di Max Reinhardt e W. Dieterle (A Midsummer Night’s Dream, 1935)
Questa sfarzosa produzione di Hollywood, premiata con due Oscar, s’ispira a un fortunato spettacolo di Reinhardt in cui venivano uniti il testo shakespeariano e le musiche del Sogno di una notte di mezza estate (1827-43) di Mendelssohn. Travolti dalle sensuali coreografie di Bronislava Nijinska, alcuni divi, tra cui Dick Powell, Olivia deHavilland, James Cagney e Mickey Rooney, si perdono e si ritrovano in un affascinante contesto scenografico, liricamente indeterminato e romantico-fiabesco con inquietanti memorie espressioniste.
PRESENTAZIONE
Sogno d’una notte di mezza estate, terzo e ultimo film di Max Reinhardt, celebre regista teatrale tedesco esule negli Stati Uniti, venne criticato per la singolare rilettura del testo originale: non si comprese e non venne apprezzato il tentativo di creare un mondo fantastico con risorse puramente cinematografiche. Il conturbante, pittorico e raffinato lavoro di Reinhardt, affiancato da Dieterle per l’assistenza tecnica, con il tempo ha acquistato un nuovo smalto; il film, per molto tempo accantonato, ottiene oggi piena giustizia (e viene citato come modello in Avatar di Cameron): vale la pena vedere questo oggetto raro e prezioso, che si colloca al vertice delle trasposizioni del Sogno shakespeariano.