La 50 giorni prosegue con il meglio del cinema documentario internazionale, sempre alla presenza di grandi ospiti, approfondimenti ed eventi collaterali, spesso musicali.
L’apertura del 64° Festival dei Popoli, quinto festival della 50 Giorni di Cinema Internazionale a Firenze sarà sabato 4 novembre alle 20.30 con Joan Baez: I Am a Noise, un ritratto intimo e schietto della leggendaria cantante e attivista americana. Saranno 124 i film in programma, tra politica e società, battaglie e rivendicazioni, musica e ambiente. Tra le prime mondiali anche il docufilm Kissing Gorbaciov che ha riunito i CCCP – Fedeli alla Linea 40 anni dopo.
Dopo i fratelli Dardenne, presenti nella scorsa edizione, quest’anno passeranno da La Compagnia, tra gli altri, l’attrice premio Oscar Liv Ullmann, il fotografo e regista Anton Corbijn, il cantante Pete Doherty (si esibirà in uno showcase live), i registi Pedro Costa e Ulrich Seidl, la rivelazione Tatiana Huezo.
INGRESSO
Abbonamento: 50 euro completo (35 ridotto); 10 euro giornaliero (7 ridotto).
Biglietti: pomeriggio 7 euro (5 ridotto); serale 7 euro (5 ridotto).
Il costo del biglietto del film PETER DOHERTY: STRANGER IN MY OWN SKIN seguito dal live set dell’artista è di 15 euro (fuori abbonamento).
PROGRAMMA
SABATO 4 NOVEMBRE
ORE 15.00 | POPSICLES di Gloria Camiruaga
Serbia e Germania, 1984-86, 5′
Diamonds are Forever
Come spesso succede per le artiste donne, Popsicles rappresenta un’emersione singolare in un corpus di opere altrimenti poco noto dell’artista cilena Gloria Camiruaga. Girato tra il 1984 e il 1986 tra Stati Uniti e Cile, il video raccoglie primissimi piani di giovani donne intente a succhiare quelli che a prima vista sembrerebbero coloratissimi ghiaccioli. Bastano un paio di inquadrature per renderci conto che quelli che impugnano sono in realtà soldatini giocattolo. In sottofondo, sentiamo le protagoniste recitare l’Ave Maria, mentre le loro labbra si impregnano dei colori fluorescenti rilasciati dai ghiaccioli. Nell’arco di pochi minuti, Camiruaga tesse una litania ipnotica e dissacrante, il cui fuoricampo ingombrante è il regime militare nel Cile di Pinochet. In un ribaltamento di potere, l’apparato politico oppressivo viene profanato da un gesto innocente, ponendo queste giovani donne come soggetto dissidente per eccellenza, allora come oggi.
a seguire | WR – MYSTERIES OF THE ORGANISM di Dušan Makavejev
Regno Unito, 1972, 84′
Diamonds are Forever
Quattro (o forse più) film in uno: un documentario sugli Stati Uniti dei primi anni ‘70; un film didattico su Wilhelm Reich; un lungometraggio su una marxista jugoslava che invoca l’amore libero nello spirito del comunismo; e un saggio sul rapporto tra eros e rivoluzione. I numerosi fili del film si congiungono in un montaggio analitico-satirico a collage, volutamente sconcertante, anche se “sotto la spensierata frivolezza e il meraviglioso umorismo si nasconde un intento ideologico più serio: l’opposizione a tutti i sistemi sociali oppressivi” (Amos Vogel). Vietata nell’ex Jugoslavia, osannata nei festival internazionali, W.R. – Mysteries of the Organism è un’esilarante commedia politica, un’opera oltraggiosa ed esuberante che invoca l’utopia di una nuova razza di rivoluzionari internazionali, generata dall’incrocio tra le ideologie radicali proprie dell’est Europa, la controcultura statunitense e il radicalismo politico-sessuale del primo Wilhelm Reich. Cinema come arte sovversiva al suo apice.
ORE 16.30 | PIANOFORTE di Jakub Piątek
Polonia, 2023, 89′
Let the music play
Dal 1927, ogni cinque anni, a Varsavia va in scena la International Chopin Piano Competition: una delle più prestigiose competizioni pianistiche del mondo in cui giovani talenti si esibiscono, su partiture di Chopin, in prove sempre più ardue per cercare di ottenere l’ambito riconoscimento. La macchina da presa di Jakub Piątek sceglie alcuni partecipanti e li osserva da vicino, alle prese con l’ansia da prestazione, i ritmi impossibili della competizione, il fardello di dover riuscire a ogni costo. Chi deve interagire con una tutrice severa fino alla crudeltà, chi ha alle spalle una famiglia ingombrante, chi sente su di sé la responsabilità di un’intera nazione. Pochi arriveranno fino in fondo, ma a interessare è soprattutto il percorso, con le sue deviazioni inaspettate e sorprendenti. Merito di un pregevole lavoro in sede di montaggio, capace di costruire una narrazione emozionale senza mai smarrire la verità di parole e immagini e facendo a meno di artifici e colpi di scena astutamente congegnati, laddove la realtà è in grado di scrivere da sé la sceneggiatura perfetta.
ORE 18.30 | GRANDMOTHER’S FOOTSTEPS di Lola Peploe
Francia, 2023, 65′
Doc Highlights
Pittrice che visse gli strascichi dell’epoca del Grand Tour, Clotilde Brewster Peploe (1915 – 1997) scelse il Mediterraneo come casa e ispirazione per la propria arte. Nel racconto di sua nipote Lola e attraverso immagini di repertorio e girate per l’occasione, seguiamo le tracce di una vita passata tra l’Italia e la Grecia, segnata dalle guerre mondiali, da amori raccontati nelle lettere e nei quadri che l’artista ha lasciato in eredità. Un lascito, il suo, che va ben oltre l’arte: un esempio di donna libera e indipendente per tutte le persone che le sono vissute al fianco e l’hanno conosciuta. In un arco temporale ampio e attraverso più generazioni, si dipana un racconto appassionante che transita da Firenze e dalla casa di famiglia in cui abitarono anche i figli della protagonista Clare e Mark, regista e moglie di Bernardo Bertolucci la prima, sceneggiatore di L’ultimo imperatore e Il tè nel deserto il secondo. Lola Peploe si fa così testimone di un percorso nella memoria che attraversa tutto il ‘900.
ORE 20.30 | JOAN BAEZ, I AM A NOISE di Miri Navasky, Maeve O’Boyle e Karen O’Connor
USA, 2023, 113′
Let the music play
In splendida forma a 82 anni, Joan Baez trova il coraggio di guardarsi alle spalle e di rivelare, di fronte alla macchina da presa, come abbia conciliato l’immagine pubblica di cantautrice simbolo della controcultura con una dimensione privata carica di dolore e traumi familiari mai sopiti. Una verità non raccontata, forse perché nessuno aveva dimostrato di meritare di ascoltarla. In parte biografia inconsueta, in parte diario segreto, quello costruito dall’amica di Baez Karen O’Connor, insieme a Miri Navasky e Maeve O’Boyle, è un ritratto intimo che mescola più registri per condurre all’universo di un’artista amata e celebrata universalmente ma mai compresa fino in fondo. Troppo a lungo trasformata in santino dell’impegno politico, di Baez si sono sempre trascurati i lati oscuri. Inevitabile anche un accenno alla sua liaison con Bob Dylan: Joan gli dedica poche e importanti parole, che hanno il peso delle pietre (rotolanti?).
DOMENICA 5 NOVEMBRE
ORE 11.00 | GALILEO (R)EVOLUTION di Carlo Borean
INGRESSO GRATUITO
Italia, 2023, 70
Doc Highlights
Chi era lo scienziato Galileo Galilei e chi sono oggi i suoi eredi? In un cortocircuito tra passato e presente, la vita del genio e il suo pensiero si riflettono nelle imprese di alcuni giovani ricercatori e scienziati contemporanei. In occasione dei quattrocento anni dalla pubblicazione de “Il Saggiatore” di Galileo, opera in cui si fondono al meglio il suo amore per la scienza, per la verità e la sua arguzia di polemista, il documentario racconta l’appassionante avventura che ha condotto alla conquista del libero pensiero. Spaziando tra storia, scienza, arte, letteratura e attualità, e rendendo accessibili a tutti questioni complesse e articolate – come Galileo si sforzò di fare per tutta la vita – il film mescola approccio osservazionale (l’attività dei ricercatori odierni), animazione (la vita di Galileo), archivi e interviste a scienziati, storici della scienza e figure di spicco del panorama culturale. Ad accompagnare spettatori e spettatrici nel percorso di scoperta, la voce dell’attrice Lucia Mascino.
ORE 15.00 | DALLA PARTE SBAGLIATA di Luca Miniero
Italia, 2023, 78′
Concorso Italiano
Un gruppo di ex compagni e compagne di scuola si ritrova dopo 40 anni: sono tra i sopravvissuti della “tragedia del Melarancio” dell’aprile 1983, quando un pullman con due classi della scuola media Nicolardi di Napoli in gita verso il lago di Garda si schiantò all’interno del tunnel nei pressi di Firenze contro un automezzo che procedeva in senso opposto. Undici le vittime tredicenni e oltre la ventina i feriti, ma chi è ancora in vita non è rimasto comunque illeso. Il regista Luca Miniero, al primo lungometraggio documentario e originario dello stesso quartiere da cui provenivano le scolaresche in viaggio, si accosta con profonda empatia a coloro che c’erano e hanno perso amici e amiche nel tragico incidente ma anche alle madri che non hanno visto i loro figli o le loro figlie fare ritorno. Un film che, a differenza di tanta cronaca odierna, non specula sul dolore altrui ma si interroga sull’ingiustizia dei miracoli e sulla possibilità di curare gli uni le ferite degli altri.
ORE 16.45 | THE MOTHER OF ALL LIES di Asmae El Moudir
Marocco, Arabia Saudita, Qatar e Egitto, 2023, 97′
Concorso Internazionale
Parte da una assenza, la regista marocchina Asmae El Moudir, per costruire un documentario ibrido che è insieme un ritratto personale e un’inquisizione impietosa sulla storia recente del suo paese. A mancare sono le fotografie che, come tracce proibite, rappresentano solo un elemento di un rimosso che scopriamo essere più profondo e intricato e coinvolgere non solo la sua famiglia, ma l’intero paese. Un rimosso figlio degli eventi traumatici della “rivolta del pane” consumatasi a Casablanca nel 1981, come espressione di un disagio sociale diffuso. La regista chiama a raccolta l’intera famiglia in questa operazione di scavo e ricostruzione. Ma la verità e la memoria sono fardelli difficili da estrarre, da qui la necessità di un transfer in cui a raccontare siano sì i membri in carne e ossa, ma attraverso i corpi inanimati di un diorama, raffigurante l’intero quartiere in cui le loro esistenze si sono consumate. Una storia di confronti, scontri e non detti, in cui le immagini implacabili riemergono in una lingua impastata fatta di voci e sguardi.
ORE 18.45 | THE ECHO di Tatiana Huezo
Messico e Germania, 2023, 102′
Omaggio a Tatiana Huezo
A El Eco, villaggio rurale del Messico, la vita scorre lentamente: i cani pastore abbaiano nella notte, le donne recuperano le pecorelle che rischiano di annegare in mezzo alla palude, una bambina si prende cura della nonna anziana, un’altra gioca a fare la maestra con le bambole e i giocattoli. Il vento impetuoso e la pioggia scandiscono le giornate di lavoro nei campi di mais. In questo angolo remoto, apparentemente distante dalle violenze e dai conflitti del Messico contemporaneo, gli uomini sono assenti mentre le giovani donne crescono in una sorta di matriarcato, in armonia con la natura e le persone care. Dopo l’esordio nella finzione, Tatiana Huezo fa ritorno al documentario con un elogio al senso di cura e sorellanza di una piccola comunità. L’esperienza intensa della crescita, il rapporto con la natura e gli animali, ma anche con la malattia e la morte, sono al centro della vita di Monse, Luzma e le giovani ragazze del villaggio: Huezo cattura questi momenti di respiro, forse gli ultimi prima di affacciarsi all’età adulta.
ORE 20.30 | WICKED GAMES: RIMINI SPARTA di Ulrich Seidl
Austria, Germania e Francia, 2023, 205′
Doc Highlights
Le tormentate vicende di due fratelli, figli di un anziano genitore ormai sofferente di demenza senile, si alternano nel film fiume di Ulrich Seidl. A Rimini il cantante un tempo di successo Richie Bravo ora si esibisce soltanto per un pubblico di anziani turisti, costretto di quando in quando a prostituirsi e ad affittare la propria villa per guadagnarsi da vivere. E quando sua figlia, abbandonata in tenera età, fa capolino nella sua vita per chiedere tutto quello che le è stato negato la situazione si complica ulteriormente. Ewald vive invece in Romania, dove lavora come tecnico industriale e lascia la fidanzata quando alcune sue pulsioni nascoste prendono il sopravvento, al punto da spingerlo a lasciare il lavoro e la donna per trasferirsi nell’entroterra, dove aprirà una scuola di judo che potrebbe aiutarlo a sopire le sue inclinazioni. Un’opera struggente sull’assenza delle madri e su due figure di padri mancati, apice dolente del cinema di un lucidissimo osservatore del nostro tempo.
LUNEDì 6 NOVEMBRE
ORE 10.00 | MASTERCLASS ULRICH SEIDL
INGRESSO GRATUITO
ORE 15.00 | EVER SINCE, I HAVE BEEN FLYING di Aylin Gökmen
Svizzera, 2023, 18′
Concorso Internazionale
Vakıf, un sessantenne curdo cresciuto in una tribù nomade tra le montagne della Turchia sudorientale, ricorda i momenti della sua giovinezza che hanno segnato la sua vita. Ci riporta all’infanzia idilliaca con la madre, al primo amore trovato in un campo di cotone e perso nei boschi, ai maltrattamenti subiti per mano della polizia, in un luogo freddo e buio. Nel suggestivo corto di Aylin Gökmen, volti, paesaggi e parole si fondono per dare vita a una testimonianza sofferta: quella di un uomo i cui ricordi si tingono nel tempo di un valore ancestrale e la cui persistenza gli è d’aiuto per sopravvivere ai duri momenti della prigionia. La tenerezza del cotone che si stacca da uno stelo e il sapore di un bacio al melograno accompagnano la narrazione verso un finale aperto e liberatorio in cui l’oscurità e il dolore per tutto ciò che si è perduto si spalancano con leggerezza a una nuova luce.
a seguire | STAND OUT MY SUNLIGHT di Messaline Raverdy
Belgio, 2023, 50′
Concorso Internazionale
Joseph è un anziano signore che deve lasciare la propria casa. Per anni, ha viaggiato per la città con il suo carretto, accumulando pile di carte delle più disparate, collezionando oggetti di ogni tipo, trasformando così il suo appartamento in un caos labirintico, su cui lo sguardo della camera procede a una distanza ravvicinata, pescando di volta in volta dalla risma, in un succedersi di dettagli, inquadrature fuori fuoco e digressioni analogiche. Esplorare lo spazio caleidoscopico della sua abitazione vuol dire anche entrare nelle pieghe più intime della mente e dell’anima di un uomo singolare, per realizzare un ritratto che viaggia lungo il secolo scorso, in cui la storia personale tracima nella Storia più grande di un Novecento sbiadito. Cosa rimane delle nostre vite se non i resti che ci lasciamo dietro? E se il punto fosse proprio accettare che a rimanere non sia nulla? Che la vita non sia altro che ciò che abbiamo attraversato con fatica e gioia?
ORE 16.30 | HYPERMOON di Mia Engberg
Svezia, 2023, 78′
Concorso Internazionale
Film poetico, sfrenato e personale, Hypermoon esplora le relazioni segrete e nascoste che intercorrono tra l’andamento della memoria e la fragilità dell’esistenza. Mia Engberg ripercorre la sua folle giovinezza a Parigi fino ai giorni nostri, intrecciando fili di memoria che, viaggiando tra il tempo e lo spazio, la riconnettono a una parte di sè proprio nel momento in cui riceve il più arduo degli annunci: la diagnosi di una malattia che appare letale. Grazie a uno sguardo visionario e intimo, entriamo in un caleidoscopio di immagini di formati diversi – dal Super8, alle immagini di cellulare, al materiale d’archivio – per seguire, oltre a quello dell’autrice, anche il viaggio solitario della cosmonauta sovietica Valentina Tereshkova, la prima donna a volare nello spazio, e dell’anziano gangster Vincent, che fu compagno di Engberg durante la giovinezza parigina e che, nel momento in cui si distacca dalla sua vita legata al crimine, fa una scoperta sorprendente nel suo seminterrato.
ORE 18.30 | ZINZINDURRUNKARRATZ di Oskar Alegria
Spagna, 2023, 90′
Concorso Internazionale
Una vecchia camera Super-8, una serie di filmati, molti dei quali muti. Cosa sono veramente quelle immagini? Come ci interrogano a più di quarant’anni dal momento in cui furono realizzate? Inizia da qui un viaggio che da una serie di filmati di famiglia diventa presto una riflessione poetica e teorica sulla memoria, sul cinema, sul rapporto tra suono e immagine. Un viaggio che è fatto di domande e tentativi di risposte. Come rendere ancora significative quelle immagini? Come il suono può essere ripensato quando è assente? Come recuperare gesti, rituali piccoli e grandi che quelle immagini lasciano intravedere come tracce fragili? Zinzindurrunkarratz non è un film di found footage, ma un film sul cinema tout court, che mostra, con un approccio libero e coinvolgente, la potenza spesso nascosta in ogni singola immagine, sia pure casuale o priva nelle intenzioni di qualsiasi velleità artistica. È in questa consapevolezza che sta la risposta alle domande di cui sopra, vale a dire la possibilità di inventare ancora cinema.
ORE 21.00 | LIV ULLMANN: A ROAD LESS TRAVELLED di Dheeraj Akolkar
Norvegia e Regno Unito, 2023, 102′
Doc Highlights
Volto iconico del cinema d’autore del secondo dopoguerra, Liv Ullmann si racconta in maniera candida e appassionata nel documentario diretto da Dheeraj Akolkar, dall’infanzia in Norvegia all’incontro cruciale con Bergman, fino alla carriera da regista, all’impegno nelle cause umanitarie e all’Oscar alla carriera ricevuto nel 2022. La conversazione a cuore aperto si alterna a sequenze dei suoi film più celebri e a rari dietro le quinte, ma i vari momenti sono intervallati anche da brevi sequenze in cui Ullmann legge estratti dei suoi libri Changing (1977) e Choices (1984), capaci di restituire il suo senso di compassione e curiosità per il mondo, il suo desiderio di impegno e la sua capacità di riflettere sulle proprie scelte di vita. E benché la sua immensa statura d’artista non abbia bisogno di ulteriori conferme, alcuni interventi da parte di star hollywoodiane del calibro di Cate Blanchett e Jessica Chastain mostrano la riconoscenza e la profonda ammirazione nei confronti di un’attrice tra le più straordinarie della storia del cinema.
MARTEDì 7 NOVEMBRE
ORE 15.00 | THE SONG OF THE YEARS TO COME di Alexander Cabeza Trigg
Spagna, 2023, 23′
Concorso Internazionale
Un viaggio nella misteriosa isola di Gomera, luogo ancestrale, senza tempo, in cui passato e presente si confondono riconnettendo gli abitanti alla storia antica dei loro antenati. Nella solitudine delle montagne un uomo si aggira tra le caverne sognando di volare, alcuni bambini camminano per i boschi alla scoperta dei suoni della foresta mentre altri si ritrovano in un laboratorio a esaminare i resti di chi ha vissuto nell’isola molto tempo prima. A partire dalle parole della tradizionale canzone di Gomera “El Canto des Los Años Nuevos”, Alexander Cabeza realizza un film poetico e affascinante, fatto di atmosfere suggestive e paesaggi rarefatti in cui risuona il fischio del silbo, antica forma di comunicazione ancora in uso nell’isola. Realizzato in collaborazione con gli abitanti del luogo, El Canto des Los Años Nuevos restituisce la visione di una pratica documentaria partecipativa che coinvolge le voci dei locali nel processo creativo e utilizza il gioco e l’immaginazione come strumenti di indagine del territorio.
a seguire | TAXIBOL di Tommaso Santambrogio
Italia, 2023, 50′
Concorso Internazionale
A bordo di un veicolo che percorre le strade de L’Avana, Lav Diaz conversa con un tassista. Il regista filippino parla del suo cinema come una missione, ponendo le basi per un film che possa offrire giustizia al suo popolo: in questo caso, andando alla ricerca di un generale del regime di Marcos apparentemente rifugiato a Cuba. Santambrogio accetta la sfida del suo maestro, dando corpo a una finzione affascinante nei codici, che si profila non solo come un tributo al cinema del maestro, ma anche come una forte dichiarazione di intenti sul potere delle immagini. Sotto le mentite spoglie di un revenge movie, Taxibol è prima di tutto una riflessione politica sul cinema e sul potere che si sviluppa con una struttura a specchio: il dialogo-manifesto all’interno del taxi è preludio a una narrazione che re-inventa sé stessa, tanto nell’osservazione dilatata e immersiva del tempo congelato dell’hacienda del genocida, quanto nell’archivio che offre un controcampo necessario sulle ingiustizie passate e presenti.
ORE 16.45 | POSSO ENTRARE? AN ODE TO NAPLES di Trudie Styler
Italia, 2023, 103′
Doc Highlights
Napoli: città di cultura e creatività ma anche di caos e abbandono criminale. Con il suo sguardo di straniera appassionata della città, in due anni di assidua frequentazione Trudie Styler ha raccolto la sfida di un documentario in grado di narrare i contrasti della bellezza e del dolore, della luce e dell’oscurità che caratterizzano una città unica al mondo. Lasciando che sia la gente del capoluogo partenopeo a raccontare la propria storia, rivela un mondo in cui convivono generosità e crudeltà, luci e ombre. Un ritratto sfaccettato e corale nelle voci di don Antonio Loffredo, parroco ribelle e illuminato del quartiere Sanità, dell’attore Francesco Di Leva, fondatore del Teatro NEST a San Giovanni a Teduccio, dello scrittore Roberto Saviano e dell’artista Jorit, senza dimenticare le “forti guerriere” che combattono per le donne, i castagnari e Antonio, veterano delle Quattro Giornate di Napoli durante la seconda guerra mondiale. E con Sting che esegue “Fragile” per i detenuti del carcere di Secondigliano.
ORE 18.45 | BONES di Pedro Costa
Portogallo, Francia e Danimarca, 1997, 94′
Omaggio a Pedro Costa
Tre personaggi, due ragazze e un ragazzo, in un melodramma stilizzato ambientato nei sobborghi di Lisbona. Uno spazio indifferente, asettico, fatto di luoghi di passaggio: una casa vuota, strade anonime, mercati, autobus. Ciò che accade loro, ciò che ne sconvolge le vite sembra non trapelare dalle loro espressioni. Si muovono lentamente, senza tradire emozioni, quasi fossero non degli esseri umani, ma figure non ancora (o non più) umane. Le ossa che danno il titolo al film alludono, tra le altre cose, a un movimento di sottrazione, quasi di scarnificazione della narrazione come dell’espressione. Nel cinema di Pedro Costa prende sempre più forma un movimento duplice: da una parte la ricerca di un’essenzialità della narrazione, finanche dell’inquadratura; dall’altra una tendenza all’espansione tesa a raccontare non solo le vicissitudini dei personaggi ma anche il modo che li ingloba e ne determina la vita.
ORE 21.00 | SQUARING THE CIRCLE (THE STORY OF HIPGNOSIS) di Anton Corbijn
Regno Unito, 2022, 97′
Let the music play
La copertina di un prodotto discografico come forma d’arte. C’era un tempo in cui l’attesa di un nuovo album di Pink Floyd o Led Zeppelin non riguardava solo il contenuto ma anche il contenitore, per la curiosità di vedere cosa avrebbero potuto inventarsi quei geniacci dello studio Hipgnosis. Di Storm Thorgerson e Aubrey Powell veniamo a conoscere la nascita spontanea di uno scherzo avantgarde da studenti d’arte trasformatosi in fenomeno che segna il decennio dei ‘70. Attraverso le testimonianze di Roger Waters, Robert Plant, Paul McCartney e altri giganti del rock, Anton Corbijn – negli umili panni del documentarista classico, con solo l’utilizzo del bianco e nero a contraddistinguere il suo celebre tocco – ci racconta lo spirito avventuroso alla base di indimenticabili copertine presenti sugli scaffali di mezzo mondo, da The Dark Side of the Moon a Houses of the Holy. Audaci concept analogici che richiedevano il compimento di vere e proprie missioni e costi elevatissimi a cui guardare con indomito stupore.
MERCOLEDì 8 NOVEMBRE
ORE 15.00 | LA RICOMPARSA DELLE LUCCIOLE di Cristiano Giamporcaro
Italia, 2023, 32′
Concorso Internazionale
È un esordio incantato quello di Cristiano Giamporcaro, giovane regista diplomatosi al Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo. Il paesaggio asciutto dell’entroterra siciliano, accidentato da edifici dall’aria spettrale, accoglie Giorgio, un ragazzino di dieci anni, e un anziano pastore, la cui quotidianità si dipana tra i versanti delle colline, attraversate da serpentoni stradali che scivolano via silenziosi. Giorgio vaga per il paesaggio e le sue rovine, con cui instaura un corpo a corpo sguaiato, fatto di innocenti atti di distruzione, mentre impara a prendere le misure con il mondo che lo circonda. Un mondo antichissimo, quanto il cielo che lo sovrasta, fatto di stelle lontane, la cui luce persiste. Un film sulla permanenza di una realtà impalpabile che è altro da noi, sulla necessità di rinnovare i nostri legami con essa, saperne attraversare la materia misteriosa e il suo modificarsi, trovando di volta in volta nuove congiunzioni, perché nessuna sparizione possa esaurirne il fondo luminoso.
a seguire | I DON’T KNOW WHERE YOU WILL BE TOMORROW di Emmanuel Roy
Francia, 2023, 60′
Concorso Internazionale
All’interno del Centro di detenzione amministrativa (CRA) di Marsiglia, la dottoressa Reem Mansour fornisce una consulenza medica di base alle persone migranti in attesa di rimpatrio. La loro vita è in stallo e nessuno di loro conosce il destino che l’attenderà l’indomani. La donna fa del suo meglio per aiutarli, intrappolata in un sistema che reprime coloro che le richiedono assistenza. Emmanuel Roy oltrepassa con la macchina da presa la barriera del centro detentivo, bastione poliziesco delle politiche migratorie francesi, per svelare quella che sembra essere una falla nell’apparato repressivo: uno spazio protetto di umanità e confessione. Il regista raccoglie le diverse testimonianze, puntando sempre l’obiettivo sulla dottoressa in ascolto. I Don’t Know Where You Will Be Tomorrow denuncia le maglie strette di un potere contraddittorio che intrappola e si rende complice degli abusi sulle persone migranti ma allo stesso tempo offre uno spiraglio per chi, all’interno di un sistema, si sforza di creare spazi di resistenza.
ORE 16.45 | BETWEEN 10 AND 100 HERTZ di Émilien Dubuc
Francia, 2023, 18′
Concorso Internazionale
Le strutture di cemento armato di un quartiere vibrano al ritmo della sua imminente demolizione. Un ingegnere con un geofono effettua rilievi sul terreno. Nel corso delle misurazioni, incontra i vicini che popolano le strade del quartiere, lasciando emergere un ritratto della vita quotidiana di una periferia nel nord della Francia. Emilien Dubuc offre uno sguardo sensibile su uno spazio urbano diviso tra lo stato d’abbandono e le vite delle persone che resistono. Le voci dei vicini attraversano i confini fisici e culturali del quartiere, costruendo un paesaggio sonoro che si insinua tra le frequenze sonore di una palazzina in fase di demolizione. Entre 10 et 100 hertz costruisce in maniera delicata una mappa delle relazioni sociali ed emotive all’interno di un territorio periferico laddove, attraverso la cura e l’ascolto, si resiste alle pressioni della gentrificazione.
a seguire | A LOST HEART AND OTHERS DREAMS OF BEIRUT di Maya Abdul-Malak
Francia, 2023, 36′
Concorso Internazionale
Film giocato sul fuoricampo, attraverso inquadrature fisse e inquiete, superfici riflettenti che rivelano altri spazi, intimi e pubblici, che nulla danno a intendere dell’esplosione al porto del 2020, del caos politico ed economico, delle rivolte e della disperazione nella quale la città è sprofondata nel 2019. Siamo avvolti dalle voci degli abitanti di Beirut, dai loro ricordi, dalla spuma del mare, dai suoni della città vecchia, dai clacson, dalle musiche che risuonano ovunque. Il fantasma dello splendore della città del dopoguerra vive ancora nella dolcezza dei tramonti, nei ragazzi che si tuffano, nei miagolii dei gatti, nel volto di una signora anziana che fuma e in quello di un guardiano dei morti che sospira. Beirut esiste solo come sogno, negli echi e nelle ombre, negli strati profondi della memoria degli abitanti che la tengono negli occhi, nella dignità, nella malinconia e ancora nella rabbia e nella gioia dei giovani che ballano nella notte.
ORE 18.15 | THE LOST BOYS OF MERCURY di Clémence Davigo
Francia, 2023, 106′
Concorso Internazionale
Tre anziani si ritrovano in una casa di campagna vicino ad Albertville, nella Savoia francese. Michel ha preparato un pasto abbondante e gli uomini si siedono a tavola per approfittare di una bella giornata di sole. Ma quello che sembra inizialmente essere un idilliaco ritrovo tra vecchi amici in vena di condividere le proprie ragazzate diventa un dolorosissimo viaggio a ritroso nel tempo. Come altri, da bambini sono stati affidati al centro correzionale per ragazzi di Mercury, che faceva capo alla Direzione dipartimentale degli affari sanitari e sociali ed era gestito da un abate della Chiesa cattolica, e lì la loro infanzia si è trasformata in un incubo a lungo celato. Nel magnifico documentario di Clémence Davigo, filmato con attenta empatia, il gruppo si confessa apertamente per la prima volta, svelando i recessi più oscuri di un passato doloroso e portando allo scoperto traumi irrecuperabili che ne hanno segnato l’esistenza e hanno reso loro impossibile viverla appieno.
ORE 20.30 | ANTARCTICA CALLING di Luc Jacquet
Francia, 2023, 83′
Doc Highlights
Nel 1991, Luc Jacquet partì per la sua prima missione in Antartide. Fu l’inizio di una lunga frequentazione che lo portò a diventare uno dei registi di documentari più premiati di sempre dopo lo straordinario successo di La marcia dei pinguini (Oscar nel 2005). Trent’anni più tardi, Jacquet torna là dove tutto è cominciato, accompagnando spettatori e spettatrici in un viaggio intimo e personale nel cuore di una natura selvaggia e grandiosa, attraverso la Patagonia e l’estremità meridionale delle Ande, fino dalla Terra del Fuoco da cui si imbarca per una navigazione accidentata verso il continente che continua a chiamarlo a sé. Le stupefacenti immagini in bianco e nero realizzate da un trio di direttori della fotografia (Christophe Graillot, Jérôme Bouvier e Sarah Del Ben) rispondono del desiderio del regista di restituire in immagini la maestosità dei paesaggi e di chi li abita ma è soprattutto la voce fuori campo dell’autore a creare una dimensione emotiva e immaginifica sul senso di scoperta che ha caratterizzato una vita intera.
ORE 22.00 | ANTI-POP di Jacopo Farina
Italia, 2023, 55′
Let the music play
Ivrea e le sue rossi torri, luogo del carnevale più violento e folle di ogni Halloween immaginabile, incombono sul racconto autobiografico di Marco Jacopo Bianchi, in arte Cosmo. ANTI-POP ci parla di un ragazzo emerso dalla provincia di un Piemonte Paranoico per abbracciare la musica. Gli inizi indie rock di Cosmo e delle sue band, Mélange e Drink to Me, sembrano una conseguenza inevitabile di quel luogo e di quegli umori, l’espressione di un desiderio di fuga e di ammazzare la noia. Con un pizzico di sana arroganza, con la voglia di raccontare la luce alla fine del tunnel della gavetta e di condividerla con il mondo. Non c’è niente di banale nella storia di Cosmo, perché a guidarla sono la semplicità e l’amore per l’aneddoto. E nella strampalata famiglia del nostro, tipica dimostrazione che la normalità semplicemente non esiste, di aneddoti e curiosità ce ne sono in abbondanza. Per capire cosa significhi il concetto in senso lato di indie, e se ancora significhi qualcosa, occorre passare di qua.
GIOVEDì 9 NOVEMBRE
ORE 15.00 | COLOSSAL YOUTH di Pedro Costa
Portogallo, Francia e Svizzera, 2006, 155′
Omaggio a Pedro Costa
Vecchi mobili gettati da una finestra di notte, in un quartiere popolare; una donna che sembra provenire dal fondo di una grotta con un coltello in mano racconta una storia guardando in macchina. È la sequenza iniziale del terzo film di Pedro Costa ambientato a Fontainhas, il quartiere di Lisbona diventato il mondo filmico del regista portoghese. Juventude em marcha è un lavoro sul tempo, sin dalla sequenza citata: sulla memoria, sul tempo passato e scomparso, che però può emergere all’improvviso, come un fantasma nella notte attraverso un gesto o una storia. In questo spazio abitato in gran parte da migranti di Capo Verde si muove Ventura, altro corpo sospeso, che non ha più un passato e neanche un futuro, ma che può solo vivere il presente sfuggente di un quartiere che sta rapidamente svanendo e in cui l’uomo non può che vagare, come se tutto fosse ormai immerso in una dimensione spettrale. Il film prosegue il percorso sui mondi/comunità di Pedro Costa, facendo sempre più dello spazio urbano il luogo in cui si combatte la battaglia per la memoria.
ORE 17.45 | TROUBLE di Miranda Pennell
Regno Unito, 2023, 30′
Concorso Internazionale
Le fotografie aeree della collezione Crawford, dell’Istituto di Archeologia dell’University College di Londra, si popolano, nello sguardo di Miranda Pennell, di presenze spettrali, perturbanti. Dagli archivi della dominazione inglese in Medio Oriente emergono dettagli apparentemente minimi, indizi della violenza nascosta che si annida nelle immagini che abbiamo visto mille volte nei libri di storia. La voce narrante, immersa nell’ambiente sonoro del cinema del terrore degli anni ’50 e ’60, evoca con ironia e precisione i fantasmi dell’orientalismo, ci obbliga a ripensare la separazione tra spedizioni archeologiche e azioni di guerra, tra conoscenza e violenza frutto di uno stesso progetto coloniale. Trouble riapre cicatrici mai rimarginate, crepe attraverso cui il rimosso della storia torna alla luce per mettere in crisi il presente. I fantasmi del colonialismo ci obbligano a guardare nel buco nero della storia e a sostenere lo sguardo impietoso che esso ci restituisce.
a seguire | IN LIMBO di Gusztáv Hámos e Katja Pratschke
Germania, 2023, 32′
Concorso Internazionale
Nel pieno della Guerra Fredda un uomo pensa di porre fine alla sua vita per sfuggire all’arruolamento nell’esercito nazionale. Ma è veramente libero di decidere il proprio destino? Il nastro si riavvolge per raccontare gli antefatti di una storia dai possibili risvolti tragici. Kiesling viene chiamato alle armi e viene sottoposto a test psicologici e prove fisiche per verificare la sua idoneità a far parte dell’esercito popolare ungherese. Boicotta le visite, fingendosi instabile e squilibrato, rivendicando la libertà del proprio corpo di fronte a uno stato che vuole appropriarsene. Gusztáv Hámos e Katja Pratschke si confrontano con gli eventi catastrofici del secondo dopoguerra in Ungheria realizzando un film che parla di memoria, identità e libertà individuale. Registi con una formazione e una consolidata carriera nel campo dell’arte, riflettono sulla composizione formale dirigendo un mediometraggio sperimentale che a partire dalla fotografia definisce un nuovo modo di pensare l’esperienza cinematografica e di esplorarne i molteplici significati.
ORE 19.15 | DANCING ON THE ADGE OF A VOLCANO di Cyril Aris
Libano e Germania, 2023, 87′
Concorso Internazionale
È il 4 agosto del 2020, Mounia Akl è pronta a iniziare le riprese del suo primo lungometraggio Costa Brava che presenterà un anno dopo alla Mostra del Cinema di Venezia, quando un’enorme esplosione nel porto di Beirut devasta la città e la vita della popolazione. Contro ogni previsione la regista decide di portare avanti il proprio progetto, affrontando le condizioni estremamente difficili di un paese paralizzato da una catastrofe e dalle complicazioni del Covid. Cyril Aris segue i retroscena del lavoro sul set e documenta la passione e l’ostinazione di una regista e di una troupe alle prese con quotidiane disavventure, accompagnando il racconto del making of alla rappresentazione della rabbia di una nazione e alla riflessione sulla necessità del processo creativo nonostante tutto. Un film politico, con più traiettorie narrative, che rende omaggio a una Beirut vessata con toni nostalgici e commoventi.
ORE 21.30 | EASTERN FRONT di Vitaly Mansky e Yevhen Titarenko
Lettonia, Ucraina e Repubblica Ceca, 2023, 98′
Doc Highlights
Agosto 2022. L’invasione dell’Ucraina è iniziata da sei mesi. Vitaly Mansky e Yevhen Titarenko raccontano la guerra a Est e ad Ovest: in prima linea, sul fronte orientale, si sviluppano gli scontri casa per casa; nelle retrovie occidentali, i soldati rimangono in licenza con le loro famiglie. The Eastern Front è il racconto della guerra filmata dall’interno: una guerra che nasce ben prima dalla fatidica data del 24 febbraio dello scorso anno, ma che risale al 2014. Mansky – dietro le linee – e Titarenko – impegnato sul fronte come volontario in una unità sanitaria – svelano la realtà di un paese che vive il conflitto in ogni situazione, con un incedere narrativo lacerato tra le sparatorie sulla linea del nemico e le conversazioni dei soldati nei momenti di quiete durante il congedo. Le immagini sono lontane da quelle viste nelle cronache degli ultimi due anni: la guerra è ovunque, si annida e prende vita anche negli spazi sospesi e apparentemente distanti dal fronte, permeando ogni angolo dell’Ucraina invasa.
VENERDì 10 NOVEMBRE
ORE 15.00 | CABBAGE di Holly Márie Parnell
Irlanda, Regno Unito e Canada, 2023, 25′
Concorso Internazionale
Riformulando il linguaggio e rimettendo al centro ciò che viene tenuto ai margini, illuminando le relazioni di cura al suo centro, discutendo di quella sottile violenza che la logica burocratica e abilista che non riesce a cogliere le sfumature di una vita vissuta pienamente anche nella non verbalità, Cabbage dà spazio alla parola potente di una persona che, priva di movimento, comunica tramite una tecnologia di tracciamento oculare e insieme alle riflessioni di una madre che ridiscute il concetto di libertà e dignità fuori da quel paradigma. Concentrandosi sulla poesia minima di questa comunicazione potente e silenziosa, il film denuncia i tagli ai servizi per disabili che costringono la famiglia a spostarsi dal Canada all’Irlanda e richiede allo spettatore di sintonizzarsi su una comunicazione che è fatta di ascolti e di ricerca, di echi e di esplorazioni comuni, dove abita una grande spazialità emotiva.
a seguire | CALLS FROM MOSCOW di Luis Alejandro Yero
Cuba, Germania e Norvegia, 2023, 60′
Concorso Internazionale
Rinchiuso all’interno di un appartamento a Mosca, un gruppo di giovani trascorre le proprie giornate a effettuare chiamate di ogni tipo: conversazioni con i propri cari lontani, consulenze, avvisi per migranti. Sono esuli cubani appartenenti alla comunità LGBTIQ+. La Russia è l’unico paese europeo in cui possono viaggiare senza visto, e tanti ragazzi lasciano L’Avana alla ricerca di una nuova vita. Ma la realtà è ben diversa da quella che si aspettavano.
ORE 16.45 |THE BURITI FLOWER di João Salaviza e Renée Nader Messora
Portogallo e Brasile, 2023, 124′
Concorso Internazionale
Girato nell’arco di 15 mesi all’interno di vari villaggi del territorio Krahô, nel Brasile centrale, The Buriti Flower nasce da anni di lavoro di João Salaviza e Renée Nader Messora con le comunità al centro del film. La prossimità, la creazione condivisa e la militanza sono le basi di una narrazione collettiva che racconta 80 anni di resistenza indigena alle minacce dei cupé (i colonizzatori). In questa storia passato e presente sono connessi da una lotta che si ripete circolarmente: i piani temporali si sovrappongono, memoria e resistenza diventano declinazioni di uno stesso gesto che si apre al futuro. Con un linguaggio filmico anfibio, a suo agio nel terreno del reale contemporaneo come nell’evocazione al presente della memoria, The Buriti Flower si costruisce nella tensione tra una nascita e il ricordo di un massacro per raccontare una lotta che attraversa le generazioni e che resiste contro una violenza dalle mille forme difendendo un territorio e una possibilità di futuro.
ORE 18.45 | HORSE MONEY di Pedro Costa
Portogallo, 2014, 104′
Omaggio a Pedro Costa
Ventura, l’uomo di Juventude en marcha che vagava tra i resti del quartiere di Fontainhas, torna in questo film. Come accade spesso ai personaggi di Pedro Costa, Ventura torna perché il cinema del regista portoghese è sempre più un cinema sul tempo come ferita, come malattia che agisce sui corpi, che accompagnano il tempo del cinema, di film in film. È così per Ventura che emerge da uno spazio indistinto, per ritrovarsi in un centro per malattie mentali. È dunque qui che ha inizio un viaggio fatto di racconti e visioni, di immagini del passato e fantasmi che non smettono di ritornare. Cosa percepisce Ventura? Il proprio tempo presente nell’asettico istituto psichiatrico o il passato, la rivoluzione dei garofani, la violenza di quegli anni? E cosa distingue quella violenza dall’interrogatorio freddo e fuori campo del medico? Ciò che resta è ciò che è più pregnante: il volto e il corpo di Ventura, che di film in film invecchia e porta con sé il segno impietoso del tempo.
ORE 21.00 | KISSING GORBACIOV di Andrea Paco Mariani e Luigi D’Alife
Italia, 2023, 97′
Let the music play
CCCP in the USSR. Si potrebbe sintetizzare così la portata storica di Kissing Gorbaciov, documento di una stagione folle della musica italiana. Negli anni ‘80, che in superficie significavano edonismo e reaganiano, scorrevano fiumi di creatività controcorrente: una band, quella di Ferretti e Zamboni, di Annarella e di Fatur, che inneggiava a una Unione Sovietica dell’anima, a un ideale scisso dalla realtà. Il documentario di Mariani e D’Alife racconta di uno scambio culturale impossibile, tra Puglia e Russia, del viaggio di CCCP e Litfiba nel cuore di un Paese allo sbando, smarrito tra crisi e volontà tardiva di un cambiamento. Sono gli anni della Perestrojka e dell’ennesima illusione destinata a infrangersi. Ma per un breve e pazzo momento, quando i CCCP sconcertano, tutto sembra essere al posto giusto. Ritrovare Ferretti e soci insieme a raccontare quell’epoca, è qualcosa che va al di là della semplice testimonianza: è la scheggia di un futuro passato mai realizzato ma che ancora può rivelarci molto.
SABATO 11 NOVEMBRE
ORE 11.00 | THE DAUGHTERS OF FIRE di Pedro Costa
INGRESSO GRATUITO
Portogallo, 2023, 9′
Omaggio a Pedro Costa
In uno spazio astratto, tre donne, isolate tra loro, cantano il proprio dolore. Un motivo struggente, di sofferenza e solitudine. I loro volti interrogano lo sguardo di chi osserva. Hanno lasciato la propria casa e si trovano in un paese straniero. Ma perché sono partite? Perché quel canto lacerante? Lo scenario cambia e la notte cede il posto alle immagini di un paesaggio bellissimo e devastato. Sono scene girate nel 1951 a Fogo, isola vulcanica di Capo Verde, all’indomani di una delle tante eruzioni. La coltre di cenere ricopre il territorio, alcune persone, sopravvissuti o fantasmi, si avvicinano alla macchina da presa. Un cortometraggio straordinario che mostra la potenza trasfigurante del cinema di Pedro Costa, la dimensione visionaria delle sue immagini, capaci di mostrare il reale della sofferenza degli ultimi, mediante la potenza del canto e della musica che si pongono come segno di un legame profondo tra gli esseri umani.
a seguire | MASTERCLASS PEDRO COSTA
INGRESSO GRATUITO
ORE 15.00 | TWICE COLONOZED di Lin Alluna
Danimarca, Canada e Groenlandia, 2023, 92′
Habitat
La prima stesura delle memorie della avvocatessa Inuit Aaju Peter inizia con la domanda: “È possibile cambiare il mondo e riparare le proprie ferite allo stesso tempo?”. Un ritratto vivido e rivelatore di una figura rinomata nei circoli per i diritti degli indigeni, nota per la sua tenace tenacia e i suoi discorsi infuocati in difesa dello stile di vita degli Inuit, pronunciati in piccole classi e in occasione di conferenze internazionali ma ancora alla ricerca di una risoluzione personale e di un modo di riparare il trauma bruciante della colonizzazione. Alla morte del figlio, il film segue Aaju mentre intraprende un viaggio personale per assicurare alla giustizia i suoi colonizzatori in Canada e in Danimarca. Capace di catturare la fragilità e la forza della complessa personalità dell’avvocatessa, Twice Colonized offre un ritratto denso di sfumature di una militante indigena nel mondo contemporaneo, dimostrando che la liberazione dal fantasma della colonizzazione investe tutte le sfere, portando il personale e il politico a incontrarsi e scontrarsi in modi inaspettati.
ORE 17.00 | BENE! VITA DI CARMELO, LA MACCHINA ATTORIALE di Samuele Rossi
Italia, 2023, 54′
Doc Highlights
Su un palcoscenico scarno e poco illuminato, Filippo Timi recita estratti da “Sono apparso alla Madonna” il testo autobiografico scritto da Carmelo Bene e pubblicato nel 1983. Iconoclasta, geniale, scandaloso, provocatore, ambiguo. Considerato da molti il più grande attore del ‘900 italiano, è stato un personaggio inafferrabile e non categorizzabile ma è sempre rimasto fedele a un unico grande imperativo: essere fino in fondo l’arte alla quale aveva scelto di consacrarsi – il teatro. Ritratto di un artista geniale e sovversivo, realizzato ripercorrendone vita e carriera attraverso le sue stesse parole e quelle di chi ha lavorato con lui e l’ha conosciuto: da Lydia Mancinelli, indimenticabile protagonista di Nostra signora dei turchi, a Raffaella Baracchi, ultima moglie dell’artista, e Salomè, figlia e curatrice della fondazione a lui dedicata. Contro il cinema, contro tutto e tutti e persino contro se stesso: un Bene perduto che emoziona profondamente ritrovare.
ORE 18.30 | KOKOMO CITY di D. Smith
USA, 2023, 73′
Doc Highlights
Opera unica, rara e illuminante, capace di dare volto e voce ad una comunità spesso emarginata, Kokomo City svela, con uno sguardo crudo, ma pieno di vita e ironia, le storie intime di quattro transessuali neri. Daniella Carter, Koko Da Doll, Liyah Mitchell e Dominique Silver, sex workers che vivono tra New York e Atlanta, parlano senza tabù della propria professione e identità, aprendosi senza pregiudizi su questioni che riguardano il sesso, il razzismo, l’identità trans e la comunità nera. Girato in un bianco e nero contrastato e caldo che sottolinea la bellezza dei protagonisti, il lungometraggio di debutto della cantatutrice e produttrice musicale transgender D. Smith, è incisivo e sorprendente e ci apre a un mondo di racconti sui tanti clienti che non riescono a essere onesti con se stessi, svelando profonde verità sulle complicate relazioni dei protagonisti con amici, familiari e donne cisgender, sull’eredità della cultura dello schiavismo e le tante ferite ancora aperte.
ORE 20.30 | CERIMONIA DI PREMIAZIONE
a seguire | ORLANDO, MY POLITICAL BIOGRAPHY di Paul B. Preciado
Francia, 2023, 98′
Diamonds are Forever
Alla proposta di girare un documentario sulla propria vita, il filosofo Paul B.Preciado dichiara che la sua biografia è già stata scritta circa un secolo fa da Virginia Woolf, nel suo Orlando. Parte così la ricerca di un possibile interprete, che scaturisce in un film collettivo, in cui troviamo una moltitudine di Orlando, che uno ad uno sfilano davanti alla telecamera, pronti a rimettere in scena una biografia già scritta che non smette di accadere, come una fertile variazione sul tema calata nel nostro presente. Preciado confeziona un film insieme elegante ed estroso, il cui cuore pulsante rimane la parola e la sua capacità trasformativa. In un discorso culturale e politico contemporaneo che spesso sui corpi e le sue forme si impantana e con un certo grado di violenza cerca nella biologia la conferma ultima di un’identità, il film ci ricorda che la parola – proprio in quanto non è carne ma materia effimera – sa nominare ciò che eccede, ciò che sfugge, ciò che è incessantemente in movimento, rivelandosi custode ultima del riconoscimento a cui ogni corpo anela.
DOMENICA 12 NOVEMBRE
ORE 10:30 | PROGETTO DIVE
6 corti realizzati da studenti di scuole delle province di Firenze e Pistoia durante il progetto DIVE (Diversity in Visual-Essays) INGRESSO GRATUITO
BLU
ELIMINARE LE DIFFERENZE. GIOCHIAMO?
GRANDI PER UN GIORNO
I RAGAZZI DEL GRAMSCI
NOTE DIVERSE
RITORNO ALL’ISOLA CHE NON C’È
ORE 15:00 | REPLICHE DEI FILM VINCITORI DEL 64° FESTIVAL DEI POPOLI
Ingresso gratuito
ORE 21:00 | PETER DOHERTY: STRANGER IN MY OWN SKIN di Katia deVidas
Francia, 2023, 93 min
Let the music play
Ascesa, caduta e resurrezione del leader bohemién di Libertines e Babyshambles in un ritratto a cuore aperto.