Nel 2025 ricorre il centenario dalla nascita di uno dei registi più amati della New Hollywood (e non solo). È tempo di riscoprire in sala, in lingua originale, il cinema di Robert Altman, per la rassegna La Compagnia Cult.
Quando nel 1969 Robert Altman fu ingaggiato dalla Twentieth Century Fox per dirigere M.A.S.H., fu chiaro da subito che il giovane regista sarebbe stato un osso duro per l’industria hollywoodiana: sul set litigò sia con il celebre sceneggiatore Ring Lardner Jr. che con i protagonisti, Elliott Gould e Donald Sutherland. I metodi di Altman erano in netto contrasto con la normale procedura produttiva: noncuranza verso il copione e improvvisazione sul set con gli attori. Ma il regista era forte di anni di esperienza nel cinema industriale, prima nel natio Missouri, e di dozzine di telefilm poi. Dunque, con M.A.S.H. Altman dimostrò che la sua non era incompetenza quanto rottura di quelle regole che conosceva fin troppo bene. Fu così che impose macchina a mano, dialoghi sovrapposti, rumori di fondo più forti dei dialoghi, una babilonia di personaggi che si incrociano nella stessa scena.
Questo stile, nuovo, mordente, realistico, fu riconosciuto dalla critica mondiale e premiato con la Palma d’oro al Festival di Cannes e numerose candidature agli Oscar; soprattutto, rivelava una vena sovversiva mai vista prima di allora nel cinema americano mainstream – chiara irriverenza nei confronti della religione, sentimento antibellico in contrasto con una lunga tradizione di cinema patriottico e glorioso, ironia contropelo e cinismo sulla nobile professione medica: i chirurghi in sala operatoria non si risparmiano battute salaci mentre i pazienti sanguinano (a fiotti, letteralmente) e muoiono.
Questo trionfo mise Altman tra i grandi della nuova Hollywood e i suoi film successivi, seppur non sempre di successo al botteghino, furono tra i migliori della decade. I compari, Images, Il lungo addio, Gang, California Poker fino al capolavoro sommo che fu Nashville, racconto musicale in tre ore sulla follia di migliaia di persone che si riuniscono nellacapitale del Tennessee per un rally canoro, sullo sfondo tutto politico di un’America al varco tra innovazione e reazione.
Con l’avvento degli anni ’80, l’industria americana cominciò a perdere quello spirito avventuroso che aveva permesso il proliferare del cinema d’autore. Altman, come molti contemporanei, faticò a adattarsi al cambiamento imposto dai blockbuster e il suo cinema divenne sempre più marginale. Fu grazie alla televisione che Altman vide resuscitata la sua carriera: il successo di Vincent e Theo diede al regista la possibilità di girare I protagonisti, satira feroce sulla Hollywood contemporanea, un’industria fatta di gente ignorante senza nessun amore per il cinema. Metà degli attori di Hollywood, da Julia Roberts a Burt Reynolds, recitarono nella parte di se stessi e il successo del film portò a un altro capolavoro, America oggi da Raymond Carver, una continuazione ideale di Nashville ambientata a Los Angeles. Tra alti e bassi, Robert Altman continuò a lavorare fino alla sua morte, nel 2006 all’età di 81 anni.
Testo di Cesare Petrillo per la rassegna XX Secolo – L’invenzione più bella (a cura di Cineteca Nazionale)
INGRESSO
Biglietto intero: 6€
Biglietto ridotto: 5€
Abbonamento 5 film (valido per tutta la programmazione del cinema): 20€ / in promo a 18€ a dicembre
Abbonamento 10 film (valido per tutta la programmazione del cinema): 37€ / in promo a 34€ a dicembre
Programma
QUEL FREDDO GIORNO NEL PARCO
(That Cold Day in the Park) di Robert Altman, 1969, USA, 113’ – v.o. sott. ita
MERCOLEDì 15 GENNAIO, ORE 21.00
Una donna nubile accoglie nella sua casa di Vancouver un giovane senza fissa dimora. All’inizio sembra disinteressata, ma ben presto se ne infatua morbosamente, arrivando a tentare di segregarlo in casa dopo un tentativo di fuga. Altman nella sua critica ai costumi va fino in fondo: senza pietà e senza compromessi. Quando basta lo stile di un grande regista a farsi carico del dolore di un mondo.
ANCHE GLI UCCELLI UCCIDONO
(Brewster McCloud) di Robert Altman, 1970, USA, 105’ – v.o. sott. ita
SABATO 18 GENNAIO, ORE 17.00
All’interno dello stadio “Astrodome” di Houston, Brewster McCloud progetta delle ali per poter volare come un uccello, incoraggiato da una donna misteriosa di nome Louise. Quando tutti coloro che in qualche modo intralciano i suoi studi vengono trovati morti, i sospetti ricadono sull’ingenuo ragazzo che nel frattempo s’innamora, con conseguenze disastrose, della disinibita Suzanne. Un patchwork di generi anticipatore sui tempi.
IMAGES
di Robert Altman, 1972, USA, 101’ – v.o. sott. ita
GIOVEDì 23 GENNAIO, ORE 18.30
Nella sua bella casa nella campagna irlandese, una scrittrice si confronta con le sue ossessioni, con gli uomini della sua vita, con i fantasmi del passato. Né lei né noi siamo più sicuri di niente, nemmeno dei nostri occhi. Thriller psicologico femminile e femminista, tutto un intreccio di specchi, riflessi, doppi, apparizioni. Il tutto sottolineato da una colonna sonora morbosa e dissonante, quasi un tocco sperimentale all’interno di una cornice già angosciante in partenza.
I COMPARI
(McCabe and Mrs. Miller) di Robert Altman, 1971, USA, 121’ – v.o. sott. ita
MARTEDì 28 GENNAIO, ORE 21.00
Un giocatore incallito si installa in una città di minatori e diventa il boss locale. Tra le varie attività, apre un bordello e ne affida la direzione a una inglese in cerca di fortuna. Tra i due nasce qualcosa di più di un semplice rapporto di affari. I compari è forse il western più anomalo mai girato, per la natura dei suoi protagonisti, l’atmosfera di corruzione morale, il ritmo incantato. Warren Beatty e Julie Christie indimenticabili.
IL LUNGO ADDIO
(The Long Goodbye) di Robert Altman, 1973, USA, 112’ – v.o. sott. ita
VENERDì 31 GENNAIO, ORE 19.00
Il celebre romanzo di Raymond Chandler rivisitato e corretto in chiave moderna da Leigh Brackett (sceneggiatrice 27 anni prima di Il grande sonno di Hawks). Al centro della storia l’investigatore Philip Marlowe alle prese con dei milionari di Los Angeles, misteriosi suicidi e sparizioni. Siamo agli antipodi del Marlowe di Humphrey Bogart, sardonico, scaltro, cinico. L’investigatore di Altman è un arruffone, simpatico e non particolarmente scaltro: un vero antieroe anni ’70.
CALIFORNIA POKER
(California Split) di Robert Altman, 1974, USA, 108’ – v.o. sott. ita
DOMENICA 2 FEBBRAIO, ORE 19.00
Bill e Charlie sono due amici dediti all’alcool, al gioco, alle donne. Mentre Charlie non può vivere senza giocare, Bill è più distaccato. Squattrinati, si imbarcano in un viaggio a Reno per giocare alla roulette, dadi, poker e qualsiasi cosa su cui puntare. Il critico Roger Ebert scrisse: «Altman ha fatto molto di più che una commedia sul gioco. Ci ha condotti nell’incubo americano, in cui tutti i personaggi sembrano veri, estratti dalla realtà quotidiana.»
GANG
di Robert Altman, 1974, USA, 123’ – v.o. sott. ita
MERCOLEDì 5 FEBBRAIO, ORE 21.00
Durante la Grande Depressione, nel Mississippi, Bowie è in galera per omicidio: evade con Chicamaw e Ted e diventano compagni di crimine inseparabili, almeno finché Bowie non s’innamora di Keechie. Adattando lo stesso romanzo (di Edward Anderson) alla base di La Donna del Bandito di Nicholas Ray Altman, come sempre, prende un genere (il gangster film/noir) e ne disattende tutti i codici, qui in color seppia.
NASHVILLE
di Robert Altman, 1975, USA, 160’ – v.o. sott. ita
SABATO 8 FEBBRAIO, ORE 18.00
Migliaia di persone si riuniscono nella capitale del Tennessee per un rally canoro. Cantanti, musicisti, fans, discografici, politici, giornalisti compongono un mosaico umano in quello che è il capolavoro di Altman e una pietra miliare del cinema, in una America tra desiderio di innovazione, libertà e conservatorismo bigotto. Una kermesse musicale indimenticabile e una delle più grandi sviste nella storia del premio Oscar.
TRE DONNE
(Three Women) di Robert Altman, 1977, USA, 130’ – v.o. sott. ita
MERCOLEDì 12 FEBBRAIO, ORE 18.30
Millie (Shelley Duvall) e Pinky (Sissy Spacek) lavorano come infermiere in un centro per anziani in California. Willie (Janice Rule) è la moglie di Edgar, il padrone del saloon, e non ha altro da fare se non dilettarsi in decorazioni d’interni e di fondi di piscine. Pinky adora Millie, ma quando scopre che questa ha una relazione con Edgar, l’incanto finisce.
Dopo capovolgimenti, liti e, soprattutto, dopo la morte misteriosa di Edgar, le tre donne vanno a vivere insieme. Una delle vette assolute del cinema di Altman con un uso superlativo del sonoro e con una strepitosa Duvall (premiata a Cannes).
I PROTAGONISTI
(The player) di Robert Altman, 1992, USA, 124’ – v.o. sott. ita
SABATO 15 FEBBRAIO, ORE 18.30
Un producer hollywoodiano (la cui poltrona è insidiata da un concorrente) uccide per errore uno sceneggiatore frustrato, poi s’innamora della sua vedova, mentre due poliziotti sospettano di lui e mentre procedono gli intrighi e i progetti dello studio.
Un graffiante puzzle ambientato tra producers, attori e sceneggiatori di Hollywood. Altman imbocca la strada del giallo, ma non perde mai di vista la satira, avvince per il ritmo perfetto dei meccanismi narrativi e chiude in bellezza su un assunto di gelida denuncia civile.
M.A.S.H. – Versione restaurata
di Robert Altman, 1970, USA 116’ – v.o. sott. ita
SABATO 8 MARZO, ORE 21.00
La vita di un gruppo di medici e infermiere in un campo militare durante la guerra di Corea nel 1951. La tragedia del conflitto bellico raccontata in chiave umoristica valse al film la Palma d’oro al Festival di Cannes e numerosi premi in tutto il mondo. Il successo commerciale del film assicurò a Altman una carriera sfavillante e il plauso della critica mondiale.