Le anteprime del miglior cinema francese, i film più rappresentativi della produzione cinematografica d’Oltralpe, gli ospiti internazionali, gli attori, le personalità della cultura, i registi e gli sceneggiatori.
Cinque giorni all’insegna dell’eclettismo tra commedie, film d’autore, premiazioni speciali ed eventi che vedranno la presenza di attori, sceneggiatori, registi, produttori internazionali e tante personalità della cultura italiana e francese. Quest’anno il Festival si terrà interamente in presenza.
INGRESSO
Intero: 8€,
Ridotto: 7€ | Riduzioni per Under 35, Tesserati Institut Français, Mediateca Regionale Toscana e IOinCOMPAGNIA
Abbonamento a 5 spettacoli: 30€
programma XIII EDIZIONE
GIOVEDÌ 28 OTTOBRE
18.45 – CERIMONIA DI APERTURA
Consegna del Premio Sguardi Mediterranei a Jacques Fieschi
a seguire – Illusions perdues di Xavier Giannoli – Introducono Benjamin Voisin e Jacques Fieschi
Portare al cinema un classico della letteratura non è un’impresa facile il cui esito, niente affatto scontato, rischia di rientrare nelle “illusioni perdute” degli autori. Se poi l’ambizione è così smisurata che viene preso di mira uno dei capolavori di Balzac come Illusions perdues, ambientato nella Parigi del XIX secolo, che necessita di ricostruzioni scenografiche imponenti, costumi di buona fattura, acconciature ben curate, comparse selezionate e tutto il resto, allora il rischio si accresce.
Per il regista Xavier Giannoli, il suo sceneggiatore Jacques Fieschi, il giovane attore protagonista Benjamin Voisin, l’attrice Cecilia de France, il produttore Olivier Delbosc, e per tutta l’équipe del film, invece, le illusioni non sono affatto perdute ma diventano opportunità di successo con un’opera ben riuscita, presentata in concorso alla 78esima Mostra di Venezia.
La modernità di questo straordinario capitolo della “commedia umana” dove tutto si compra e tutto si vende, la politica come i sentimenti, i successi degli scrittori e dei critici letterari, le reputazioni degli individui come le loro anime, è sorprendentemente restituita sullo schermo senza farci minimamente rimpiangere la pagina scritta. (FRM)
VENERDÌ 29 OTTOBRE
17.00 – Les îles de Napoléon di Marie-France Brière – Incontro con Marie-France Brière
Il 15 agosto 1769 nasceva ad Aiaccio Nabulione, figlio di Charles Buonaparte e Letizia Ramolino.
Nell’anno del bicentenario della sua morte, Napoleone è molto presente. Alcuni hanno evocato l’ascesa e la discesa dell’imperatore. Altri si sono soffermati sull’uomo politico, padre del codice civile. Ma nessuno si è mai interessato alle isole che hanno forgiato il suo destino. Sorvolando la vita di Napoleone nelle sue isole, seguendo il racconto che ne ha fatto Emmanuel de Las Cases ne Le Mémorial, non immaginavo che quest’avventura mi avrebbe portata in capo al mondo e che per seguire l’Imperatore sarei andata ad immischiarmi nella sua vita senza far parte della sua corte.
La Corsica: isola dell’infanzia e della giovinezza. L’île de la Cité: la consacrazione e la gloria. L’isola d’Elba: “l’exil en operette”, che presto lo annoia. L’île d’Aix, dove il suo destino viene capovolto dopo tre giorni d’indecisione seguiti da una cattiva scelta che gli sarà fatale. Infine Sant’Elena, in mezzo al nulla e soprattutto in capo al mondo, dove l’Imperatore detterà a Las Cases il racconto della sua vita che vorrà lasciare in eredità ai posteri. (MFB)
19.00 – Chère Léa di Jèrôme Bonnell – Incontro con Jèrôme Bonnell, Grégory Montel e Anaïs Demoustier
Pensare una storia che ruoti intorno a una lettera scritta a mano, su un foglio di carta, nei tempi in cui tutti comunichiamo con le email, gli sms, le chat, può sembrare poco contemporaneo e, addirittura démodé, l’idea di farne un film. Forse è vero che per entrare in Chère Léa bisogna staccare gli occhi dallo schermo del proprio smartphone, aspettare un poco, riprendersi i tempi del battito del cuore e lasciarsi coinvolgere dalla passione di Jonas (Gregory Montel) per Léa (Anas Demoustier) che è, come tutte le passioni, atemporale.
In questo senso il regista e sceneggiatore, Jerôme Bonnell, usa un pretesto per raccontarci il suo mondo, i suoi personaggi, descrivendo dall’interno un angolo di Parigi, per l’esattezza uno dei suoi classici bistrot, e l’umanità che gli ruota attorno. È lì, all’angolo di un incrocio qualunque, sotto la finestra della casa di Léa, che Jonas si concede una pausa dallo stress di una giornata qualunque per stilare la sua dichiarazione d’amore. Il proprietario e gli avventori del locale diventano suoi interlocutore e consulenti di scrittura.
Come in un romanzo di Paul Auster, incontriamo uomini e donne per noi sconosciuti, entriamo nella loro quotidianità e alla fine ci sembra di averli sempre conosciuti e di essere persino diventati loro vicini di quartiere. Una fresca boccata d’aria. (FRM)
21.45 –Les Amours d’Anaïs di Charline Bourgeois- Tacquet – Introducono Charline Bourgeois- Tacquet e Anaïs Demoustier
Sulle note al piano di Nicola Piovani la ragazza corre, senza quasi toccare terra, non va al passo ma piuttosto al trotto, simile a un puledro irrequieto.
Ha fretta di vivere, non si ferma di fronte a niente e nessuno: fidanzati, amanti, gravidanze, madri malate o professori accomodanti, affitti da pagare o incendi domestici. Finché, all’improvviso, accade qualcosa che riesce a turbarla. Per una volta tace, lei che parla sempre e spesso a sproposito.
Charline Bourgeois-Tacquet costruisce sulla Demoustier un film che odora di fiori e di mare, e racconta con leggerezza e humour una storia di passioni e seduzione. Dove la linea che separa il desiderio dall’amore, la fascinazione intellettuale dall’attrazione fisica, è l’architrave che tiene insieme un cast impeccabile, completato da un misuratissimo Denis Podalydès e una determinante Valeria Bruni Tedeschi. Il risultato ha risonanze con la nouvelle vague: un’opera tutta da godere, che fa pensare chi vuol pensare o semplicemente “divertire”. (VG)
SABATO 30 OTTOBRE
16.30 – Les lendemains de veille di Loïc Paillard – Incontro con Loïc Paillard, Lucille Krier, Valérian Behar-Bonnet e i produttori Xavier Plènche, Jean-Louis Livi, Marie Carrot e Jennifer Jauze
Anche quella di scoprire i talenti che si esprimono con film indipendenti a basso budget è una delle funzioni fondamentali di un festival.
Grazie a Jean- Louis Livi, affezionato amico di France Odeon, abbiamo visto alla fine di agosto Les lendemains de veille, appena uscito dalla moviola, e ci è sembrato appropriato proporlo al nostro pubblico in un’ anteprima internazionale.
Il regista, il cast, i produttori e l’intero gruppo di lavoro, tutti molto giovani, hanno realizzato un film che trasuda energia e passione per il cinema. La trama è semplice: alcuni amici, Valérian Behar-Bonnet, Étienne Beydon, Bérénice Coudy, Denis Eyriey, Natacha Krief, Lucile Krier, François Pouron, Marica Soyerche hanno mancato il sogno di vivere in comune in una casa di campagna, si ritrovano alcuni anni dopo, proprio in quel luogo, convocati da un notaio (Dominique Besnehard), per aprire il testamento di uno di loro prematuramente scomparso.
Ricordi, confessioni, intimità sentimentali, tensioni riaffiorano dal passato. Un inno alla vita e all’amicizia che ci riporta al cinema di Lawrence Kasdan del Grande freddo. (FRM)
19.15 – L’homme de la cave di Philippe Le Guay – Introducono Philippe Le Guay, Bérénice Bejo e la produttrice Anne-Dominique Toussanint ed Enrico Fink, presidente della Comunità Ebraica di Firenze
La cantina contiene vino, vecchie cose da buttare, spettri del passato pronti ad essere risvegliati.
L’uomo che la vuole comprare, solo David (Jérémie Renier) sa perché, ispira inizialmente fiducia, forse non simpatia ma certo umana compassione. Ma quel margine di dubbio su Mr Fonzic (strepitoso François Cluzet), all’improvviso, deflagra come una bomba. Un ingorgo nel traffico ed è già troppo tardi: per legge la cantina è sua. Quel luogo non luogo, quell’antro segreto nel bel mezzo del condominio, diventano la porta verso l’inferno dei sentimenti.
Antisemitismo, una coppia che si scoppia (accanto a David c’è Hélène, intensa Bérénice Bejo) e una famiglia che vacilla. Il nemico ormai è tra noi, come la macchia d’umido sul soffitto o quella brutta ferita alla mano che si infetta. Girato a colori con l’intenzione del bianco e nero, tra omaggi visivi a Fritz Lang e echi letterari di Poe, l’opera di Philippe Le Guay ben svolge il difficile tema di raccontare il negazionismo, sottraendosi a finali scontati.
La cantina è sempre laggiù, chissà, un giorno… (VG)
22.15 – Serre-moi fort di Mathieu Amalric
“Morire, dormire. Forse sognare”. Risulta pressoché impossibile raccontare di un film che si costruisce fotogramma su fotogramma, sequenza dopo sequenza. Che cambia ad ogni scena, che sfugge alle aspettative. Un film intensamente voluto dal suo regista, Mathieu Amalric, che per realizzarlo ha adattato una pièce teatrale di Claudine Galea, sfidando ogni legge di montaggio, ribaltando i cliché narrativi. Potremmo dire che Clarisse (Vicky Krieps) parte, una mattina, lasciando Marc e i due figli. Ha bisogno di aria, di mare, di avventura forse. Ma possiamo anche dire che qualcosa non quadra, fin da subito. Perché Serre moi fort richiede attenzione, dedizione alla sua fotografia perfetta, ascolto dei suoi dialoghi sussurrati. Come in un poliziesco (genere con cui non ha niente a che vedere, beninteso), Amalric ci offre indizi, piccoli e preziosi, per ricomporre un mosaico fatto di presente e passato, realtà e finzione.
Potremmo meglio dire, allora, che si tratta di una storia d’amore, di un grande e sofferto amore. E che affidandoci alle note del piano, ad un accendino decorato, al ghiaccio che conserva i pesci (ma non solo) possiamo arrivare a capire molto, se non tutto. (VG)
DOMENICA 31 OTTOBRE
16.30 –Mon légionnaire di Rachel Lang – Introduce Rachel Lang
L’attesa di un amore non è dissimile dall’attesa di una battaglia: l’uno e l’altra sono di sicuro cercati, in qualche modo temuti, diversi da quanto immaginato e sempre, per loro natura, pieni di insidie e sorprese. Al suo secondo lungometraggio, con Mon légionnaire Rachel Lang si avventura in un territorio poco frequentato dal cinema: la condizione delle mogli dei soldati, in Corsica, arruolati nella Legione straniera.
Partenze, ritorni, la difficoltà di riprendere ogni volta un rapporto di coppia interrotto da una parentesi di sei mesi che per gli uomini è sul campo, per le donne riempita da figli, lavoro, quotidianità. Da una parte ci sono Maxime (Louis Garrel) e Céline (Camille Cottin), capitano lui e avvocatessa lei, in parallelo Nika (Ina Marija Bartaité) e il soldato semplice Vlad (Aleksandr Kuznetov). Lang, molto a suo agio nelle scene militari, ne fa tuttavia un uso equo e garbato, di potente contrappunto. La sequenza finale, un rap che diventa danza rituale, vale il film. (VG)
19.00 – Amants di Nicole Garcia – Introducono Nicole Garcia e Stacy Martin
“Amanti” e basta. Un titolo netto, senza fronzoli, come la storia scritta dalla regista con il suo fedele sceneggiatore, Jacques Fieschi. Un noir che, oltre ad essere il genere di riferimento del film, richiama il colore che connota la fotografia e riproduce l’oscuro lato dell’amore che unisce Lisa (Stacy Martin) a Simon (Pierre Niney). La torbida passione che li lega dall’adolescenza si trasforma in un addio quando Simon entra nel giro dei locali notturni alla moda. Si rincontreranno casualmente tre anni dopo, quando Lisa è diventata la moglie di Leo (Benoît Magimel), un uomo molto più grande di lei che le dà tanta sicurezza, ma scarso amore. Come nella migliore tradizione del genere, la triangolazione diventa l’elemento centrale della trama e lo strumento indiretto per parlare della realtà di oggi: un certo nichilismo generazionale e l’avvitamento intorno alla figura paterna, tanto ricercata, quanto perduta.
Il codice per apprezzare questo, come tutti gli altri film di Garcia, è quello di uscire da qualsiasi canone di interpretazione e affidarsi all’intelligenza degli autori e alla sensibilità femminile della regista. (FRM)
21.45 –La fracture di Catherine Corsini
Raf (Valeria Bruni Tedeschi) non accetta che la sua compagna Julie (Marina Foïs) abbia deciso di lasciarla dopo anni di convivenza. Questa frattura privata, che si consuma tra le mura domestiche di un bell’appartamento parigino, è lo spunto per raccontare un’altra frattura, quella pubblica, sociale, determinatasi in uno scenario più vasto che sono le vie e le piazze della città, in una giornata di scontri tra la polizia e i gilet gialli.
Gli effetti di una devastante guerriglia urbana sono vissuti dall’interno di un pronto soccorso dove si incontrano e si scontrano le diverse anime della Francia di oggi e dove si ritrova accidentalmente anche Raf. La regista Catherine Corsini trova un notevole equilibrio narrativo tra i personaggi bloccati nel Pronto soccorso, in attesa di ricevere le cure mediche, le loro vicende personali e gli echi esterni della manifestazione. Valeria Bruni Tedeschi come non mai dà vita ad una figura di donna sensibile, strampalata, confusa che sovrasta ogni cosa con la sua profonda umanità. (FRM)
LUNEDÌ 1 NOVEMBRE
16.00 –Les choses humaines di Yvan Attal – Introduce Yvan Attal
Yvan Attal volta pagina e, messa da parte la commedia tratta da John Fante, resta dietro la cinepresa per affrontare uno dei nodi più scottanti dell’oggi: la violenza sessuale. Si riaffida alla sua talentosa famiglia di attori (Charlotte Gainsbourg e il figlio dei due, Sam, che rischia di esplodere, bello e bravo com’è), affiancati dall’ottimo Mathieu Kassowitz e da un vecchio fuoriclasse che di nome fa Pierre Arditi. Nella Parigi ricca ed intellettuale i ragazzi studiano negli States e quando tornano a casa si divertono alle feste, bevono molto più che champagne, tirano di coca e scommettono volgarmente sulle conquiste di una notte. Ma il passo tra il gioco e la tragedia è piccolo, le conseguenze per contro infinite.
E c’è di più: la ragazza che denuncia è figlia del nuovo compagno della madre dell’accusato, le famiglie allargate si chiudono a riccio, tutto cambia. Ma chi ha ragione? Nel processo gli avvocati chiedono, le parti in causa rispondono, i giudici ascoltano, ma quel che è accaduto davvero, lo sapremo mai?
Non è questo il punto. Attal ci fa riflettere, con garbo, senza cadere nella trappola di un trial movie all’americana. (VG)
19.30 –CERIMONIA DI CHIUSURA
Consegna dei Premi Foglia d’Oro Manetti Battiloro
a seguire – Cette musique ne joue pour personne di Samuel Benchetrit
Può il teatro spuntare un’ascia brandita con intenzioni poco affatto amichevoli?
E un verso alessandrino, ha forse il potere di trasformare con la sua musicalità un portuale malavitoso in un tenero spasimante?
L’impatto della cultura, declinata in ogni sua forma, la sua capacità di combattere la violenza ancor prima dell’ignoranza, sono al centro di quest’opera spiazzante, divertita e divertente, firmata dal talentoso Samuel Benchetrit che la definisce “una commedia assurda e poetica” e ammette echi autobiografici tra le pieghe di una storia di dolorosa emarginazione (resa credibile da un cast corale ed eterogeneo, tutto da godere).
Al porto di Dunquerque i ragazzi non scherzano, hanno le idee chiare sulle leggi del mercato e le “buone” abitudini sociali, per spiegarsi non usano la dialettica, anche se, sotto sotto, ognuno di loro ha un cuore grande.
Poi qualcosa accade e tutto assume toni inimmaginabili: il sangue resta, ma si tinge del rosso del sipario. (VG)
IL CONVEGNO
Italia, Francia: Focus cinema
26 Ottobre, ore 14.45 – Institut Français
Prenotazione obbligatoria: franceodeon.convegno@gmail.com
Il convengo sarà disponibile anche in diretta streaming QUI.
a cura di Francesco Ranieri Martinotti (direttore di France Odeon)
Francia ed Italia hanno ritrovato un clima costruttivo e cordiale nelle loro relazioni bilaterali, sancito dall’imminente firma del Trattato del Quirinale. I due Paesi marcano così un nuovo comune passo nei loro secolari rapporti. Le loro relazioni culturali sono state da sempre un collante unico, insostituibili e privilegiate per francesi ed italiani. Dall’architettura alla pittura, dalla musica alla letteratura, i loro percorsi storici si sono sempre alimentati, influenzati e uniti in una storia per tanti versi comune. Il cinema ne è un esempio fragoroso.
La coincidenza temporale tra il varo del piano Next Generation EU e l’adozione del Trattato del Quirinale rappresenta una grande occasione per un più ampio dialogo in tutti i settori. In particolare, esso potrà declinarsi in prospettiva di una più stretta e più fruttuosa collaborazione nell’industria dell’audiovisivo.
Cronologia dei media, tassazione dei profitti delle piattaforme, quote di produzione e di diffusione dei grandi investitori, protezione e sviluppo di tutte quelle professionalità che concorrono alla produzione cinematografica e dell’audiovisivo, incremento delle coproduzioni Francia – Italia: tutti temi che potrebbero essere discussi e affrontati con maggior coordinamento dai due Paesi.
È necessario lavorare all’affermazione di una più incisiva politica bilaterale, con l’obiettivo di coordinare politiche di settore che siano capaci di competere con i giganti mondiali e in grado di proporre un modello condiviso di crescita e di espansione. Questo nuovo modello culturale e industriale potrà certamente portare benefici ad entrambi i Paesi, riportandoli ai livelli di collaborazione della cosiddetta Age d’or.
Intervengono
Aprono i lavori e moderano: Enrico Castaldi (Presidente France Odeon) e Francesco Ranieri Martinotti (Direttore France Odeon)
Relatori
Teresa Castaldo (Ambasciatrice d’Italia in Francia)
Claire Thuaudet ( Consigliera culturale – Direttrice dell’Institut français Italia)
Eugenio Giani (Presidente della Regione Toscana)
Nicola Borrelli (Direttore Generale Cinema e Audiovisivo, Ministero della Cultura)
Teresa Cremisi (Editrice)
Gianluca Curti (Produttore)
Antonio Ferraro (Manager televisivo e cinematografico, produttore)
Marc Lazar (Sciences Po e Luiss Guido Carli)
Giancarlo Leone (Apa – Associazione Produttori Audiovisivi)
Jean-Louis Livi (Produttore)
Guillaume Prieur (Direttore degli affari istituzionali ed europei, SACD)
Francesco Rutelli (Presidente Anica)
Paola Severino (Professore di Diritto penale e Vicepresidente della Luiss Guido Carli)
Luciano Sovena (Esperto in coproduzioni internazionali ed ex amministratore delegato di Cinecittà Luce)
Olivier Zegna-Rata, delegato generale SPI – Syndicat des Producteurs indépendants