Il testamento di Clint Eastwood è una riflessione, impeccabile nella forma, sulla contrapposizione tra legge e giustizia, etica e morale, destino e caso.
Justin Kemp, ex alcolista in procinto di diventare padre, viene chiamato come giurato in un importante processo per omicidio. Si troverà alle prese con un drammatico dilemma che lo coinvolge in prima persona: salvare se stesso o l’imputato?
A novantaquattro anni Clint Eastwood racconta con puntuale lucidità una storia dove si parla di giustizia e verità, etica e morale, politica e umanità. Lo fa senza sbagliare un colpo, un’inquadratura, uno stacco di montaggio, un personaggio secondario, un dettaglio narrativo, senza mai perdere di vista l’urgenza della verità, ma nemmeno quella della suspense e dell’intrattenimento. Giurato numero 2 gioca costantemente col motivo del visibile e dell’invisibile, dell’evidente e del nascosto. L’autore passa il tempo a evidenziare i punti ciechi, quello che i personaggi non vedono o non vogliono vedere. Ma è tutto lì, in piena luce. Una fotografia limpida, l’illuminazione uniforme, l’inquadratura spinta al massimo punto di eccellenza, eppure tutti guardano senza vedere. E qui risiede la profondità del film, molto più che nel dilemma morale che deve affrontare il protagonista e che richiede una sola scelta giusta.
REGIA: Clint Eastwood
ANNO: 2024
PAESE: USA
DURATA: 114 min
INGRESSO: 6€ intero / 5€ ridotto
v. originale con sottotitoli in italiano