Torna il ciclo di incontri ad ingresso libero in collaborazione con il Festival del Maggio Musicale fiorentino
Il tema del festival ruota quest’anno sul binomio Potere e Virtù. I tre titoli che proponiamo riflettono umanissime virtù (la ri/conoscenza del kagemusha, la resistenza del condannato, l’appartenenza della pulzella) sul potere trascendentale dell’esistenza. A cura di Gabriele Rizza.
INGRESSO LIBERO
PROGRAMMA
LUNEDì 20 maggio, ORE 17.00
La passione di Giovanna d’Arco
La passion de Jeanne d’Arc di Carl Theodor Dreyer, con Renée Falconetti, Eugène Silvain, Michel Simon, Maurice Stutz, Antonin Artaud, André Berly, Ravet. Francia 1928; b/n; 90 minuti.
Vita e morte della Pulzella d’Orleans raccontata in un solo processo e in una sola giornata tra il palazzo di giustizia e l’attigua piazza di Rouen. Dreyer concentra tempo e spazio per andare oltre la leggenda e raggiungere la verità estetica e psicologica del soggetto. Il volto umano (su tutti quello dolorosamente scabro di Falconetti) come specchio dell’anima e del suo destino. Splendido bianconero di Rudolof Matè. Uno dei capolavori del muto, vertice della carriera di Dreyer, in equilibrio tra reportage e cinema sperimentale.
LUNEDì 27 maggio, ORE 17.00
Un condannato a morte è fuggito
Un condamné à mort s’est échappé di Robert Bresson, con François Leterrier, Charles Le Clainche, Maurice Beerblock, Roland Monod, Jacques Ertaud. Francia 1956; b/n; 100 minuti.
Lione 1943. Un esponente della Resistenza, condannato a morte, riesce ad evadere. Ispirato a un episodio reale, Bresson riduce al minimo ogni riferimento storico, concentrandosi sull’atmosfera, sul rapporto metafisico dell’uomo con la libertà. Il regista amato dai “turchi” dei Cahiers (per Truffaut “il film francese più decisivo degli anni 50”), al suo quarto lungometraggio (il primo senza attori professionisti) realizza il manifesto assoluto della propria poetica: scarna, rigorosa. Parabola calvinista scandita dalla Messa in do minore di Mozart.
LUNEDì 10 giugno, ORE 17.00
Kagemusha, l’ombra del guerriero
Kagemusha di Akira Kurosawa, con Tatsuya Nakadai, Tsutomu Yamazaki, Kenichi Hagiwara, Takashi Shimura, Mitsuko Baisho. Giappone 1980; colore; 160 minuti.
Giappone secolo XVI. Il principe Shingen, mortalmente ferito, viene rimpiazzato da un “kagemusha” (uomo-ombra, cioè un sosia) cui viene insegnato a comportarsi da re per non creare allarmismo nelle truppe e ingannare il nemico. Amara parabola sull’illusione della vita e sulla sottile linea di confine che corre fra essere e apparire, fra maschera e personaggio. Grandioso affresco epico, affascinante riflessione sul concetto di identità dove le mistificazioni e le violenze del potere incrociano la caducità della gloria. Palma d’oro a Cannes.
EVENTO SPECIALE: LA TROTA