Depth two, documentario del regista serbo Ognjen Glavonić che indaga un crimine di guerra perpetrato in Kosovo durante il conflitto nei Balcani, e da allora passato sotto silenzio, è il film vincitore del Premio Miglior Lungometraggio del Concorso Internazionale al 57/mo Festival dei Popoli.
Un premio di 8.000 euro è stato assegnato da una giuria internazionale, composta da Jasmin Basic (studiosa di storia del cinema e curatrice, Svizzera), Giovanni Cioni (cineasta, Belgio/Italia) e Nikolaus Geyrhalter (regista e produttore, Austria) con la seguente motivazione: “Tutto comincia su un fiume: come un viaggio contro corrente il film rivela un drammatico episodio di una guerra recente e poco distante. Voci pacate, senza emozioni, raccontano operazioni di pulizia etnica, omicidi di massa, esecuzioni. Sono registrazioni audio giudiziarie. Le immagini sono un ritorno sulla scena del crimine, oggi. Nell’articolazione tra immagini e racconti, ci immergiamo nei meccanismi di un massacro e percepiamo come questi meccanismi possano avvenire, sempre, ovunque. Una scrittura cinematografica potente, documento sulla nostra storia recente, un film dove apprendiamo su noi stessi.”
Il Premio per il Miglior Mediometraggio (4.000 euro) è andato invece a Dum Spiro Spero, di Pero Kvesić (Croazia, 2016). “Forse è un giornale di bordo – ha detto la giuria – pieno di ironia e di sarcasmo disperato. Forse è un viaggio nel presente, nella casa dove vivere, fino all’ultimo respiro, con le persone amate. Forse, soprattutto, è una riflessione sul tempo, sulle immagini, sulla morte – una riflessione sul fatto di fare cinema.”
Il Premio per il Miglior Cortometraggio (2.500 euro) è andato a Remains from the desert di Sebastian Mez (Germania, 2016). “Uno spazio sconfinato, quasi apocalittico, abitato da anime erranti oramai diventate invisibili. Uno sguardo cinematografico intenso e preciso ma anche un’importante topografia di una tragedia che si svolge in questo momento e che sembra ancora impossibile” – spiega la giuria.
La Targa “Gian Paolo Paoli”, premio al miglior film etno-antropologico, è andata a You have no idea how much I love you di Paweł Łoziński (Polonia, 2016) con la seguente motivazione: ”L’antropologia è anche nell’interrogare e mettere in scena l’intimità di una relazione familiare. In questa esperienza cinematografica sconvolgente, una madre e una figlia cercano di parlarsi sotto lo sguardo di un terapeuta. Siamo come in un film di John Cassavetes, dove i visi diventano paesaggi indimenticabili di emozioni.”
Il Premio “Lo sguardo dell’altro. La sfida del dialogo tra culture e religioni”(1.500 euro), assegnato dall’Istituto Sangalli per la Storia e le Culture Religiose di Firenze, va a Samir dans la poussière di Mohamed Ouzine (Francia/Algeria/Qatar, 2016). “La solitudine dell’uomo, davanti a Dio e agli altri uomini, è espressa in modo esemplare e poetico in questa pellicola che colpisce anche per la bellezza della fotografia. Un film ambientato in Algeria, ma che interroga profondamente le ‘anime’ e le ‘menti’ degli occidentali, per il passato coloniale che lega questa terra alla Francia. Samir parla di sé e tra sé, con il suo Dio, Allah, a cui si affida fiducioso da buon musulmano. Ma Samir parla a tutti noi, delle sue aspirazioni, dei suoi sogni non realizzati, la casa, la terra, la famiglia. Con uno sguardo verso le luci della Spagna non lontana, a fronte del nero della notte, del nero del petrolio fonte di ricchezza solo per alcuni, del nero del cuore.” L’Istituto ha espresso anche una Menzione speciale per Swagger di Olivier Babinet (Francia, 2016) – “per il messaggio rilevante che individua in quel crogiuolo di etnie, culture e religioni che è la Parigi di oggi la possibilità di un futuro diverso per l’Europa di domani, e che risiede nel desiderio di questi adolescenti ‘svantaggiati’ di assomigliare, e quindi di essere ri-conosciuti, dai loro coetanei più fortunati. Con la speranza che non perdano per strada le peculiarità delle rispettive provenienze, loro o dei loro genitori, per arricchire questa Europa sempre più stanca e invecchiata.”
Il Premio Cinemaitaliano.info – CG Entertainment, che consiste nella pubblicazione e distribuzione del film nella collana dvd “Popoli doc” edita da CG Entertainment, è stato assegnato a Castro di Paolo Civati (Italia, 2016). La giuria, composta dalla redazione di Cinemaitaliano.info, ha motivato così la scelta: “Un documentario che trasuda un grande spirito di libertà. Anime libere sono suoi i personaggi, capaci di sognare dei futuri possibili nonostante le difficoltà del quotidiano. Così come libero da ogni schema è l’occhio che le osserva, in grado di giocare con la realtà e di trasformare gli inquilini del Castro nei protagonisti di un film divertente e commovente, dolce e amaro come la vita stessa”.
Sempre a Castro è andato il Premio “Imperdibili”, che offre la possibilità di includere il film vincitore nel listino cinematografico “Gli Imperdibili” proposto da Regione Toscana nel circuito dei Cinema d’Essai toscani (quarantuno sale). “Per lo sforzo produttivo e l’abilità con cui il regista è riuscito a portare sullo schermo un racconto sincero senza giudizi, una storia difficile, filmata con delicatezza. Un’avventura produttiva durata oltre un anno, un viaggio nella torre di Babele che racconta uno spaccato di Italia da conoscere e condividere, un film che ben si presta ad una distribuzione mirata in sala”. Il premio è assegnato da una giuria composta da rappresentanti di Toscana Film Commission, AGIS, ANEC e FICE e promosso da “Quelli della Compagnia” di Fondazione Sistema Toscana, AGIS, ANEC e FICE.
Il Premio MyMovies.it – Il cinema dalla parte del pubblico quest’anno va a Un altro me di Claudio Casazza (Italia 2016) per la sezione Concorso Internazionale e ancora a Castro di Paolo Civati per la sezione Concorso Italiano.