È stata un’amicizia speciale quella che ha legato la cantante Patti Smith a uno dei più grandi fotografi del Novecento, Robert Mapplethorpe, scomparso nel 1989 a causa dell’Aids. Si sono incontrati a New York nel 1970, e da allora non si sono sentimentalmente più lasciati.
Un’amicizia raccontata dalla stessa rocker rivoluzionaria nel libro Just Kids, nella quale la Smith riperccore gli anni giovanili newyorkesi, quando doveva ancora scoprire la musica e andava a spasso per la città con il suo amico fotografo alle prime armi, ancora pieno di retaggi cattolici che non gli facevano vivere appieno la sua omosessualità. Un’amicizia vera e leale, stretta da legami artistici e affettivi. Ne sono testimonianza alcune delle copertine dei dischi di Patti Smith ad opera di Mapplethorpe, tra le quali quella del mitico primo album Horses (1975), scattata da lui senza luci e senza assistenti.
L’autrice di indimenticabili successi quali Gloria, Because the Night e People have the Power è presente con una sua testimonianza nel documentario Mapplethorpe: Look at the Pictures, di Fenton Bailey e Randy Barbato, in programmazione a La Compagnia dal 16 dicembre 2016 al 10 gennaio 2017 (calendario delle proiezioni qui).
La cantante e poetessa newyorchese si sente ancora unita al fotografo. Gli scrive lettere, ne conserva orgogliosamente la memoria. Insieme hanno fatto parte di un’epoca forse irripetibile, quegli anni Settanta segnati da una generazione affamata di creatività e ricerca. Insieme hanno frequentato artisti quali Janis Joplin, Jimi Hendrix e William Burroughs. Due vite fuori dagli schemi, unite da un’amicizia indissolubile.