N.I.C.E. Festival presenta la prima edizione in Irlanda: grazie al parternariato con l’Istituto di Cultura di Dublino e l’Università di Cork il cinema dei giovani autori italiani sarà protagonista in Irlanda
Il Festival N.I.C.E annuncia le date della prima edizione in Irlanda: N.I.C.E Irlanda sarà in programma nelle città di Dublino e Cork, dal 18 al 22 Maggio. Durante il festival il cinema italiano indipendente sarà al centro della programmazione die due cinema che hanno aderito alla manifestazione: il Cineworld Dublin (Dublino) e The Gate Cinema (Cork).
Anno dopo anno il Festival N.I.C.E si è affermato come luogo deputato al sostegno del cinema di finzione indipendente, opere prime e seconde, e dal 2000 anche di documentari e corti. Inoltre, porta avanti un lavoro di ricerca sulla storia del cinema attraverso retrospettive di giovani registi che continuano ad alimentare negli anni la proposta di un cinema di ricerca e d’impegno culturale militante, espresso attraverso sezioni specifiche del programma.
La selezione N.I.C.E. IRLANDA 2022
La selezione di quest’anno resta fedele alla missione di conoscenza e valorizzazione del nuovo cinema italiano, che è sempre stato capace di registrare le novità, le sperimentazioni e promuovere cinema di qualità. Un festival di persone, di riflessioni, di scambi, di sguardi attenti sul cinema e, soprattutto, di incontri.
CALCINCULO (Swing Ride) opera seconda di Chiara Bellosi
È la storia di formazione di Benedetta, quindicenne decisamente sovrappeso, e del suo folle incontro con Armando, alias Amanda, transessuale senza fissa dimora che vive in fiera e che la porta nel suo mondo errante e sregolato.
Un film intimo e profondo. Forse è vero che si cresce anche a calci in culo. Ed è vero che quando la giostra gira veloce ci sembra di volare e non vorremmo scendere mai. È questo che succede a Benedetta quando incontra Amanda e decide di seguirla nel suo mondo randagio.
ENNIO di Giuseppe Tornatore
Ritratto del musicista più popolare e prolifico del ventesimo secolo, il più amato dal pubblico internazionale, due volte premio Oscar, autore di oltre cinquecento colonne sonore indimenticabili. Il documentario lo racconta attraverso una lunga intervista di Tornatore al Maestro, testimonianze di artisti e registi (fra cui Bertolucci, Montaldo, Bellocchio, Argento, i fratelli Taviani, Verdone, Levinson, Joffé, Stone, Tarantino, Springsteen, Piovani), musiche e immagini d’archivio.
Un omaggio cinematografico al ‘caro Ennio’ attraverso il quale Tornatore riesce a mostrare un grande Morricone, abbattendo pian piano il muro di rigore, diffidenza, timidezza e riservatezza dell’inventore della musica per il cinema.
EUROPA (Europe) di Haider Rashid (presentatoalla Quinzaine des Rèalisateurs e vincitore del Beatrice Sartori Award Cannes della critica indipendente).
Confine tra Bulgaria e Turchia: il giovane iracheno Kamal sta cercando di entrare in Europa a piedi attraverso la rotta balcanica.È braccato dalla polizia bulgara e dai “cacciatori di migranti”. Attraverso la storia del suo viaggio, si raccontano il dramma e le traversie dei migranti.
È un survival movie basato sulle azioni e sulle immagini, che mette lo spettatore nelle stesse condizioni del suo protagonista. Un’apnea lunga poco più di un’ora, che restituisce in pieno l’angoscia, la paura, il senso di smarrimento, quell’“a tu per tu” costante con la morte che ogni migrante vive sulla propria pelle.
FUTURA di Alice Rohrwacher, Pietro Marcello, Francesco Munzi
È un’inchiesta collettiva svolta dai tre registi, che ha lo scopo di esplorare l’idea di futuro di ragazzi tra i 15 e i 20 anni, incontrati nel corso di un lungo viaggio attraverso l’Italia.
Un ritratto del paese osservato attraverso gli occhi di adolescenti che raccontano i luoghi in cui abitano, i propri sogni e le proprie aspettative tra desideri e paure.
IL SILENZIO GRANDE (The Great Silence) di Alessandro Gassmann
Una storia segnata dai conflitti, gli equivoci, i confronti, le voci e i silenzi di una famiglia tanto eccezionale quanto caotica e disfunzionale. Tratto dall’omonima pièce teatrale di Maurizio De Giovanni.
Parliamo di famiglia, di cambiamenti inevitabili, del tempo che passa, nella metà degli anni Sessanta a Napoli, con una famiglia che dovrà affrontare una vita diversa dalla precedente. Un film di luci, ombre, di silenzi e di esplosioni di parole, di risate, visioni, angosce, dove tutti parlano e nessuno veramente ascolta.
L’ARMINUTA (Girl Returned) di Giuseppe Bonito
Una ragazzina di tredici anni, che tutti chiamano “l’Arminuta”, scopre di non essere la figlia delle persone con cui è cresciuta e viene restituita alla sua vera famiglia. Adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo bestseller di Donatella Di Pietrantonio, vincitore del Premio Campiello 2017.
L’Arminuta affronta con lucidità una drammatica storia di abbandono e di riscoperta di sé. È un film asciutto, ma allo stesso tempo appassionante, che rivela la drammatica storia di un duplice abbandono – fatto che non era poi così insolito fino a qualche decennio fa.
PERFETTI SCONOSCIUTI (Perfect Strangers) di Paolo Genovese
Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata ed una segreta. Un tempo quella segreta era ben protetta nell’archivio della nostra memoria, oggi nelle nostre sim. Cosa succederebbe se quella minuscola schedina si mettesse a parlare? Una brillante commedia sull’amicizia, sull’amore e sul tradimento, che porterà quattro coppie di amici a confrontarsi e a scoprire di essere “Perfetti sconosciuti”.
Quanto veramente conosciamo le persone che ci sono vicine? Una commedia amara con un cast incredibile, che mette in risalto il concetto di amicizia, ma anche l’ipocrisia della società italiana.
RE GRANCHIO (The Tale of King Crab) opera primadi Alessio Righi e Matteo Zoppis (presentato alla Quinzaine des Realizateurs)
Un gruppo di uomini raccolti in una locanda si ritrovano a condividere un pasto mentre raccontano storie avvenute nelle loro terre, e che hanno per protagonista Luciano: uomo ritenuto ubriacone, forse omicida, che in un tardo Ottocento si innamora di una giovane donna di campagna.È il raccordo tra cinema del reale e cinema narrativo d’avventura, ed è proprio per questo un passaggio dovuto, naturale, che si muove tra favola e western, con un interessante coinvolgimento di non attori e tra due territori molto distanti come la Tuscia