FESTIVAL DEI POPOLI
How I did it
Incontro pubblico con gli autori
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Ama – San
di Cláudia Varejão (Portogallo, Giappone, Svizzera, 2016, 112’)
Quando i ciliegi sono in fiore nella piccola città giapponese di Wagu, le Ama-San o “donne del mare”, raggiungono le rive dell’oceano e, tramutandosi in veri e propri esseri sottomarini, s’immergono nel segreto delle sue acque alla ricerca di alghe, crostacei e molluschi. Come creature degli abissi, queste donne appartenenti a generazioni diverse preservano, nei loro agili gesti, il rituale di una pesca antica che necessita al tempo stesso di forza e delicatezza.
Concorso Internazionale
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Vergot
di Cecilia Bozza Wolf (Italia, 2016, 60’)
Alla presenza di Cecilia Bozza Wolf
Due fratelli, un padre soprannominato “Il Lupo”, una madre invisibile. Una famiglia di agricoltori di una valle alpina dove culturalmente la gentilezza è un segno di debolezza ed i modi sono ruvidi. Il figlio più giovane, Gim, sta scoprendo la sua omosessualità, ma il padre non riesce ad accettarlo. Il fratello maggiore, Alex, si trova nel mezzo: da un lato vuole incoraggiare Gim a superare le sue paure, dall’altro si sente vicino alla tradizione del padre. È difficile ritrovare l’amore nascosto in un contesto così esasperato. I protagonisti saranno in grado di continuare a vivere insieme?
Concorso Italiano
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Abigail
di Valentina Homem, Isabel Penoni (Brasile 2016, 17’)
Tra il 1940 e il 1950 Abigail Lopes partecipò alle spedizioni di Francisco Meireles, noto in Brasile per aver cercato un incontro pacifico con le popolazioni indigene che vivevano isolate. Abigail entrò in contatto con la popolazione Xavantes della Serra do Roncador (nello stato del Mato Grosso), e con loro passò otto anni della sua vita. Il film rievoca l’incontro avvenuto tra le due giovani registe e l’ormai anziana donna, nella casa colma di ricordi e suggestioni appartenenti ad un passato ricco di incontri e contaminazioni.
Concorso Internazionale
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Samir dans la poussiére
di Mohamed Ouzine (Francia, Algeria, Qatar, 2016, 60’)
Samir è un contrabbandiere algerino che trasporta petrolio nella zona di confine col Marocco. Come ogni uomo, ha delle aspirazioni, dei sogni, delle angosce. Il buio della notte e il bagliore di una sigaretta rappresentano la compagnia ideale per la messa in scena di sentimenti così profondi, l’occasione per scandagliare pensieri che alla luce del giorno fanno fatica a trovare espressione. In maniera quasi speculare, le angosce e i desideri di Samir si riflettono nello stato d’animo di chi è dietro la camera.
Concorso Internazionale
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Une jeune fille de 90 ans
di Valeria Bruni Tedeschi, Yann Coridian (Francia, 2016, 85’)
Alla presenza di Yann Coridian e Valeria Bruni Tedeschi
In collaborazione con France Odeon
Presso il reparto geriatrico dell’ospedale Charles Foix d’Ivry, Thierry Thieû Niang, coreografo di fama internazionale, conduce un laboratorio di danza con pazienti malati di Alzheimer, presso il reparto geriatrico dell’ospedale Charles Foix d’Ivry, non lontano da Parigi. Attraverso la danza le vite s’incontrano, i ricordi affiorano pieni di rimpianti, di amarezza, di accessi di gioia e solitudine. La protagonista del film, Blanche, giovane ragazza di novant’anni si innamora del coreografo, e la sua malattia diventa la malattia dell’amore.
Eventi Speciali
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Gilberto Gil: un ministro en directo
di Sergio Oksman (Spagna, 2006, 50’)
Un ritratto di Gilberto Gil, nel periodo in cui ricoprì il ruolo di ministro della cul- tura nel governo Lula in Brasile. Musica, arte e politica si intrecciano senza sosta nella vita dell’artista. Il film è allora l’immagine del corto circuito che ci può essere tra arte e politica, attraverso l’esperienza di uno dei più grandi musicisti brasiliani contemporanei.
I mestieri del cinema: omaggio a Sergio Oksman
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Incontro pubblico con gli autori
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Depth two
di Ognjen Glavonić (Serbia, Francia, 2016, 80’)
Come in un thriller, il film si apre con il ritrovamento di un camion nel Danubio al confine serbo-rumeno: al suo interno 55 cadaveri di civili albanesi, la prova occultata di un crimine di guerra. Era il 1999 e, mentre le bombe NATO cadevano su Belgrado, a Suva Reka, in un Kosovo che reclamava indipendenza, gli abitanti di un villaggio venivano rinchiusi dalla polizia serba in una pizzeria e brutalmente massacrati. Ognjen Glavonić ci conduce in un passato doloroso e non troppo lontano, in cui le testimonianze processuali di vittime e carnefici non ci risparmiano il dolore e l’atrocità surreale di una storia “intenzionalmente sepolta nel silenzio”.
Concorso Internazionale
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Fotograma
di Luís Henrique Leal, Caio Zatti (Brasile, 2016, 9’)
Il regista pone la sua videocamera davanti a un muro di cinta di una città brasiliana. Qualcosa di inatteso s’insinua nell’inquadratura, un dettaglio che diventa centrale, ineludibile. Quel fotogramma fornisce l’occasione per realizzare un sofisticato viaggio-saggio nella storia e nell’intricata rete di rapporti sociali che ogni immagine inevitabilmente evoca.
Concorso Internazionale
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Welcome
di Zhu Rikun (Cina, Svizzera 2016, 60’)
Come in un incubo oscuro. Nel corso di un sopralluogo nella regione del Sichuan (sudovest della Cina) Zhu Rikun viene fermato dalla polizia e sottoposto ad un estenuante interrogatorio sulle ragioni della sua presenza nel territorio. Come le spire del serpente si avvolgono lentamente intorno alla preda, così le parole dei poliziotti intessono attorno al regista un intrico di domande, pressioni, insinuazioni cui il regista oppone una resistenza dimessa ma inamovibile.
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Songs for Madagascar
di Cesar Paes (Madagascar, Francia, UK, 2016, 88’)
Songs for Madagascar è un viaggio intimo attraverso l’isola del Madagascar alla ricerca della sua anima musicale. Seguiamo da vicino il lavoro creativo di un gruppo di musicisti, i loro spettacoli e i loro incontri con le comunità locali. Le parole delle canzoni sono più efficaci di lunghi discorsi: con un film divertente e stimolante il pluripremiato regista Cesar Paes, lavorando a stretto contatto con gli artisti e con i ricercatori dell’Università di Southampton, porta all’attenzione del pubblico in Madagascar, in Europa e in tutto il mondo alcune questioni di rilevanza mondiale.
Hit me with music!
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The Rolling Stones olé olé olé!: A trip across Latin America
di Paul Dugdale (UK, 2016, 105’)
Il film è un road movie al seguito dell’attesissimo tour dei Rolling Stones che, nei primi mesi del 2016, li ha portati in dieci città dell’America Latina. Elettrizzanti performance dal vivo si mescolano ad uno sguardo intimo e ravvicinato nel mondo della leggendaria band. Il tour si conclude con la tappa a L’Avana, di fronte ad un pubblico di oltre un milione di persone, per un concerto assolutamente emozionante e memorabile.
Hit me with music!
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Sîpo phantasma
di Koldo Almandoz (Spagna, 2016, 67’)
Un viaggio attraverso navi fantasma, leggende, storie di uomini e di viaggi, di cinema, fantasmi e vampiri. Oscar Wilde, il Nosferatu di Murnau, Bram Stoker diventano i personaggi di un film-saggio visionario e poetico, fatto di frammenti di immagini, lettere, visioni, personaggi celebri e di mille storie, al tempo stesso fantastiche e reali.
Concorso Internazionale
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Incontro pubblico con gli autori
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A two way mirror
di Katarina Zrinka Matijević (Croazia, 2016, 42’)
Lika è un campo coperto di erba; è un alveare pieno di miele; è montagna, lago, aria, vento, albero, fiore. D’inverno, è un campo coperto di neve. Un’intensa ricognizione poetica per disegnare un suggestivo “paesaggio interiore”, quello della regista, che ci conduce a visitare Lika, la terra che fu dei suoi antenati e che sarà dei suoi discendenti. Un paesaggio magico e speciale, perché non risiede nel Regno del Reale, ma in quello, incontaminato e incorruttibile, dell’anima. Un film che guarisce le ferite interiori, perché fatto da chi l’anima ebbe ferita.
Concorso Internazionale
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Dum spiro spero
di Pero Kvesić (Croazia, 2016, 52’)
“Dum spiro spero” è un motto latino che significa ‘finché respiro spero’, ancora oggi usato da coloro che vogliono vivere fino all’ultimo respiro. Intrecciando vita quotidiana, libri e morte, il regista riflette sulla sua progressiva perdita delle forze e sulla forza che ci vuole per lasciare andare la vita. Pero Kvesić, acclamato scrittore croato, è al primo film: il risultato raggiunge le vette della sua letteratura. Un diario in cui le immagini e le parole girano libere, in un intreccio di ironiche e lapidarie scintille d’autore che sanciscono la libertà individuale, nella vita come nella morte.
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Beyond the snowstorm
di Levin Peter (Germania, 2016, 92’)
Il vecchio nonno del regista ha sepolto i ricordi di quando fu soldato nazista, nel 1943, durante l’invasione tedesca dell’Ucraina. Non ricorda, o non vuole ricordare, i luoghi, le genti, i pensieri e le azioni di quel lungo cammino nelle tenebre della storia. Levin Peter trova un album di fotografie che evocano il vissuto di quel giovane nazista. Comincia a interrogarlo a caccia di risposte, cercando di rompere il muro dell’incomunicabilità, e infine compie il viaggio in Ucraina sulle tracce di quel drammatico pezzo di vita del suo passato con l’obiettivo di custodirne la memoria.
Concorso Internazionale
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Hotel Splendid
di Mauro Bucci (Italia, 2016, 90’)
Alla presenza di Mauro Bucci
Hotel Splendid è un racconto intimo e corale sulla vita di una comunità di migranti provenienti dalle coste africane, ospitata presso una struttura per richiedenti asilo politico a Cesenatico. Il film documenta le esperienze quotidiane e il funzionamento di un albergo adibito a centro di accoglienza per rifugiati. Il documentario intreccia una doppia narrazione per raccontare differenti itinerari: il drammatico viaggio segnato da violenze e abusi intrapreso dai migranti per giungere in Europa e il percorso dei richiedenti asilo dall’ingresso nel centro di accoglienza fino alla conclusione dell’iter di valutazione.
Concorso Italiano
PROGRAMMAZIONE
The Rolling Stones Olé Olé Olé!: A trip across Latin America
di Paul Dugdale, 2016, Gran Bretagna, 105'
Un documentario che segue il tour dei Rolling Stones nei primi mesi del 2016 attraverso dieci città latinoamericane concluso con un concerto all’aperto a l’Avana. Un road movie che celebra il potere rivoluzionario del rock in modo divertente e indagatore. Il film racconta il tour, la cultura locale e il legame unico che esiste tra i popoli dell'America Latina e i Rolling Stones combinando le vibranti riprese dal vivo con altre più intime. Una rock band immortale, che ha visto tutto ma che è ancora affamata e desiderosa di esplorare nuovi orizzonti.
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Ma fille Nora
di Jasna Krajinovic (Belgio, Francia, 2016, 15’)
Prima di partire, Nora ha scritto a sua madre una lettera dicendole tutto quello che una figlia può dire dopo che ha deciso di lasciare la famiglia per intraprendere la propria strada. Questo sentimento, universale, assume qui una connotazione agghiacciante: Nora ha infatti lasciato la sua Bruxelles per andare in Siria e prendere parte alla Jihad. “I meccanismi di radicalizzazione sono così elaborati, così raffinati, che qualsiasi giovane ne può essere vittima”. [J. Krajinovic]
Eventi Speciali
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La chambre vide
di Jasna Krajinovic (Belgio, Francia, 2016, 58’)
Alla presenza di Samira Laakel e Shaila Ben Ali
Siamo nella Bruxelles del post-attentato e la camera vuota è quella di Sabri che, a 19 anni, ha abbandonato genitori e fratelli per andare in Siria a combattere la Jihad. Quattro mesi dopo la famiglia ha ricevuto un messaggio che ne annunciava la morte. È da quel giorno che Saliha, madre di Sabri, è impegnata in un’associazione di famiglie i cui figli hanno aderito al terrorismo islamico e che si batte perché si mettano a punto leggi e strategie per impedire che altri giovani si lascino contagiare dalla “vocazione al martirio”.
Eventi Speciali
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Incontro pubblico con gli autori
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Dead ears
di Linas Mikuta (Lituania, 2016, 42’)
Due uomini, un anziano contadino e il suo figlio sordomuto, vivono in una zona di campagna remota, isolata dalla civiltà. Pur vivendo insieme e condividendo problemi e dolori, rimangono molto distanti tra loro. I tentativi di conversazione si riempiono di equivoci che a volte diventano conflitti. Il padre ritiene il figlio incapace e infantile. Il figlio trova il padre insensibile e ruvido. Potranno mai capirsi?
Concorso Internazionale
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La vie à venir
di Claudio Capanna (Belgio, 2016, 52’)
I gemelli Eden e Leandro sono nati molto prematuri. Una volta fuori dal ventre della madre, Laurence, si trovano gettati nel mondo asettico e angosciante dell’ospedale, pieno di macchine rumorose e medici in camice bianco. Le settimane passano nella sezione neonatale, e madre e figli lottano ostinatamente per la vita. Noi che osserviamo siamo con loro in questa specie di limbo, una corteccia linfatica spazio- temporale che monitora, nutre, guarisce.
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La prima meta
di Enza Negroni (Italia, 2016, 74’)
Alla presenza di Enza Negroni
Max è l’allenatore della Giallo Dozza, squadra multietnica di rugby composta dai detenuti della Casa Circondariale Dozza di Bologna, ed è anche il motore di un processo di trasformazione umana che è forse già cinema, prim’ancora che realtà. Gli estenuanti allenamenti, le partite giocate sempre in casa, e sempre perse, la voglia di riscatto che si trasforma nella voglia di un gioco con delle regole. Due narrazioni che scorrono parallelamente: quella della cella, qui solo evocata, e quella del campo da gioco, che è un altro interno, che però include e non isola.
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Corps
di Benjamin d’Aoust (Belgio, 2016, 16’)
Dalla sua terrazza Benjamin d’Aoust vede due ali della prigione Saint-Gilles a Bruxelles e, soprattutto, sente le grida dei detenuti e dei secondini che la popolano. Saint-Gilles, costruito con i mattoncini rossi tipici dell’architettura industriale del XIX secolo, diventa nel film un luogo dell’anima; le voci dei detenuti, tutte insieme, diventano una: quella del carcere stesso, che si fa corpo e diventa un mostro. Il regista crea un conflitto tra il Dentro e il Fuori, innescando una riflessione sul ruolo del carcere nella società oggi.
Concorso Internazionale
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A second birthday
di Georg Manuel Zeller (Italia, 2016, 30’)
Misha è affetto da fibrosi cistica, una malattia incurabile ed ha nove anni quando si rende necessario un trapianto di fegato. Una profonda consapevolezza di sé e delle grandi questioni della vita, ed una candida visione del mondo lo hanno accompagnato nelle lunghe degenze negli ospedali di tutta Europa. Il padre di Misha, regista di questo intimo, emozionante lavoro, filma il tempo e lo spazio di una testimonianza che incanta, durante i mesi che precedono e che seguono il trapianto.
Concorso Internazionale
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Remains from the desert
di Sebastian Mez (Germania, 2016, 21’)
Ciò che resta di Osman dopo sette mesi passati in un “campo di tortura” nel Sinai, nel mezzo del suo viaggio pieno di speranza dall’Eritrea a Israele, è un ricordo indicibile e un corpo solcato dalla violenza. Ogni angolo di Osman è attraversato da una storia che secca l’anima, la inaridisce come il territorio in cui è finito prigioniero. Sebastian Mez ripercorre quel viaggio, tra paesaggi di violenta bellezza, pianeti che non si possono immaginare, così come inimmaginabile è l’esperienza di Osman, astronauta alieno che tenta l’approdo su un mondo nuovo.
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Between fences
di Avi Mograbi (Israele, Francia, 2016, 84’)
Alla presenza di Avi Mograbi
In collaborazione con Fondazione Palazzo Strozzi
In collaborazione con la mostra Ai Weiwei. Libero, Fondazione Palazzo Strozzi
Holot è un centro di detenzione nel deserto di Israele, vicino al confine con l’Egitto. Ospita i richiedenti asilo dall’Eritrea e dal Sudan, che non possono essere rimpatriati né tantomeno hanno prospettive in Israele a causa delle politiche del paese. Anche se non è tecnicamente una prigione, ne ha tutte le caratteristiche. Chen Alon e Avi Mograbi, decidono di avviare un laboratorio teatrale con le persone che si trovano lì, nella più precaria delle situazioni, seguendo i principi del “Teatro dell’Oppresso” che si propone come un percorso artistico ed estetico finalizzato al cambiamento politico e sociale. Le esperienze della vita dei richiedenti asilo costituiscono il punto di partenza per il processo.
Eventi Speciali
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Dal ritorno
di Giovanni Cioni (Italia, Francia, Belgio, 2015, 92’)
“Caro Silvano, quando ci siamo incontrati, una sera di dicembre, mi hai chiesto di accompagnarti. Volevi tornare laggiù, nel luogo a cui sei sopravvissuto. Io sono sempre laggiù, mi dicevi. In vita, solo, nell’incredulità dell’esistenza. Abbiamo iniziato il viaggio. Sei dovuto sopravvivere, di nuovo”. [G. Cioni] Silvano Lippi racconta: soldato italiano in Grecia, nel 1943, prigioniero dei Tedeschi, deportato a Mauthausen dove fu addetto ai forni crematori. Il film si rivolge a lui, dal ritorno. Un ritorno senza fine, un ritorno che non ha risposte.
Eventi Speciali
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Homo sapiens
di Nikolaus Geyrhalter (Austria, Germania, 2016, 94’)
In collaborazione con la mostra La fine del mondo – Centro Pecci Prato
Cosa resterà dell’ingegno dell’uomo moderno dopo la sua scomparsa? Come in un flash-forward, Geyrhalter ci fa scoprire scenari desertici, abbandonati, quasi apocalittici, non-luoghi che diventano simbolo tanto della caducità e della provvisorietà dell’uomo, quanto della sua incuria e del suo poco rispetto per la natura che lo circonda. Homo sapiens è un inno all’ingegno dell’uomo, un monito alla sua coscienza, è un invito alla riflessione sul suo ruolo nel mondo.
Eventi Speciali
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This smell of sex
di Danielle Arbid (Francia, 2008, 20’)
Un giorno a Danielle Arbid viene chiesto di realizzare un programma per la radio. La regista incontra e interpella donne e uomini che conosce, in Libano, registrando una vasta collezione di racconti intimi sulle idee, le vicende, le esperienze sessuali di una generazione. Qualche tempo dopo la messa in onda radiofonica, quello stes- so materiale viene ripreso e impiegato nella realizzazione di un cortometraggio.
Dans les champs de bataille: il cinema di Danielle Arbid
FESTIVAL DEI POPOLI
Étrangère
di Danielle Arbid (Francia, 2002, 39’)
Margot è un’immigrata che viene da uno dei paesi che stanno dall’altro lato del Mediterraneo. Sebbene abbia 78 anni, va a lavorare tutti i giorni a piedi come stiratrice in lussuosi appartamenti di ricchi parigini. Per la maggior parte del tempo non li incontra, ma assorbe il loro mondo come una bambina in una casa di bambola.
Dans les champs de bataille: il cinema di Danielle Arbid
RIVER TO RIVER
Kapoor & Sons
di Shakun Batra, v.o. sott. italiano e inglese, 140’, India, 2016
I due fratelli Rahul e Arjun Kapoor tornano nella loro casa d’infanzia, dopo l’infarto del nonno, riunendosi al resto della famiglia. Una frizzante commedia corale che indaga l’interiorità dei personaggi raccontando litigi e segreti della famiglia Kapoor.
Sarà presente l’attore Rajat Kapoor.
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Shalom Italia
di Tamar Tal Anati (Israele, Germania, 2016, 70’)
Alla presenza di Andrea, Emmanuel e Reuven Anati
In collaborazione con la comunità ebraica di Firenze
La storia vede protagonisti tre fratelli (oggi di 73, 82 e 84 anni) appartenenti alla famiglia Anati, di Firenze. Nel 1943, per sfuggire alle persecuzioni razziali, la famiglia trova rifugio in un bosco fuori città, si stabilisce in una grotta di fortuna dove riesce a sopravvivere per molti mesi grazie alla complicità di alcune persone del luogo. Dopo la guerra, gli Anati si trasferiscono definitivamente in Israele. A distanza di 70 anni i tre uomini tornano oggi a ripercorrere i boschi nei dintorni di Firenze animati da un solo scopo: ritrovare la grotta che fu la loro casa e la loro salvezza.
Eventi Speciali
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You have no idea how much I love you
di Paweł Łoziński (Polonia, 2016, 75’)
Qual è il vero significato della parola “amore”? Nel corso della nostra vita, spesso creiamo legami con i nostri cari, che poi nel tempo ci sembrano impossibili da districare. Il film racconta la storia della sofferenza di due donne, madre e figlia, legate tra loro da sentimenti difficili, complicati. Per le due protagoniste l’incontro con una terza persona diventa cruciale: un esperto terapeuta, i cui strumenti di lavoro sono le parole e l’empatia, da estraneo diventa una figura molto vicina.
Concorso Internazionale
FESTIVAL DEI POPOLI
Vita nova
di Danilo Monte, Laura D’Amore (Italia, 2016, 80’)
Alla presenza di Danilo Monte e Laura D’Amore
Il film racconta l’esperienza di fecondazione assistita vissuta da Laura e Danilo. Lui è un regista, lei è la sua produttrice e insegnante di Yoga, all’alba di questa difficile esperienza decidono di filmarsi, ci restituiscono un racconto intimo e profondo di questo particolare momento della loro vita. È un film che parla di un percorso di coppia, alla ricerca di una nuova vita.
Concorso Italiano
FESTIVAL DEI POPOLI
Les corps interdits
di Jérémie Reichenbach (Francia, 2016, 12’)
Sotto forma di poema, di canto visivo, le voci di alcuni immigrati raccontano la loro esperienza a Calais, confinati nella più grande baraccopoli d’Europa, definita la “giungla” in quanto luogo in cui l’individuo, privato di ogni dignità umana, vive in uno stato di abbrutimento, il suo corpo interdetto. Nel fermo spaziale del tempo sospeso di Calais il corpo migrante si sparge e svanisce. Solo la sua voce, carne che canta, dice il dolore senza posa.
Concorso Internazionale
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Madame Saïdi
di Paul Costes, Bijan Anquetil (Francia, 2016, 60’)
“Sapete, io sono un’attrice. Se avete una parte, non esitate a chiamarmi. Abito proprio qua dietro. Sono Madame Saïdi”. Era il 2007 quando, con queste parole, una donna ultrasettantenne di Teheran, madre di ‘martire’, si palesava agli occhi di due registi francesi che, accogliendo l’invito, ritorneranno in Iran 7 anni dopo per girare un film su di lei. Con sorpresa di tutti, Madame Saïdi è diventata una nota attrice comica...
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Swagger
di Olivier Babinet (Francia, 2016, 84’)
Swagger, muovendosi tra documentario e finzione, ci fa entrare nelle menti sorprendenti di undici adolescenti, di diversa provenienza, che crescono in una delle più svantaggiate banlieu parigine, dove i “francesi” non mettono piede. Una serie di ritratti da cui emergono le speranze, le paure e la vita di tutti i giorni. Nonostante le difficoltà, questi ragazzi hanno sogni e ambizioni che nessuno può negare loro. Olivier Babinet è riuscito a tirarli fuori e a metterli in scena in forma di musical, costruendo un film che sfida gli stereotipi sulle periferie d’Europa, oggi spesso al centro della cronaca più cupa, regalandoci una speranza per le nuove generazioni.
Concorso Internazionale
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Eat that question: Frank Zappa in his own words
di Thorsten Schütte (Francia, Germania, 2016, 90’)
Un’immersione ricca di sfaccettature e di aspetti poco noti nell’universo musicale - ma non solo - di Frank Zappa, tra i più rivoluzionari compositori contemporanei. Una summa dello “Zappa-pensiero”, non solo nei confronti delle teorie musicali e delle sue rivoluzionarie sperimentazioni, ma anche nei confronti della politica, delle regole dello spettacolo, del ruolo attivo che un artista può e deve assumere all’interno della comunità mediatica.
Hit me with music!