Florence as you have never seen it before
Destination Florence
25 min lenght, italian with english subtitles / multilingual audioguide in French, Spanish or Japanese
A short movie with an unconventional point of view of one of the most appreciated and visited cities in the world. A night tour with no crowd and spectacular images.
Close encounters with the beauty of this enchanting city. A first exciting approach to the Masterpieces of the Renaissance, and an ideal way to start your tour in Florence.
PROGRAMMAZIONE
La principessa e l’aquila – v.originale
di Otto Bell, 2016, Regno Unito/Mongolia/USA, 87 Min
Tra le popolazioni nomadi della Mongolia l’addestramento delle aquile è una tradizione millenaria, ma è praticata esclusivamente dagli uomini. La giovane Aisholpan ha solo tredici anni, eppure ha già deciso di diventare la prima addestratrice di aquile del Paese. Sotto la guida esperta del padre, supererà ogni ostacolo che le si porrà di fronte, imparando ad accudire la sua aquila e a farla volare, fino a dimostrare tutto il suo talento al Festival annuale che mette in competizione i più grandi addestratori del Paese.
Di grande potenza visiva e ricco di sequenze di forte impatto, girato con tecniche innovative che mettono lo spettatore a contatto con la magica natura delle montagne e dei cieli della Mongolia, “La principessa e l’aquila” racconta un’incredibile storia vera, un’avventura emozionante per tutta la famiglia sull’amicizia, la ribellione e il coraggio necessario per spiccare il volo.
PROGRAMMAZIONE
La principessa e l’aquila – v.italiana
di Otto Bell, 2016, Regno Unito/Mongolia/USA, 87 Min - versione italiana
Versione doppiata con a voce di LODOVICA COMELLO
Tra le popolazioni nomadi della Mongolia l’addestramento delle aquile è una tradizione millenaria, ma è praticata esclusivamente dagli uomini. La giovane Aisholpan ha solo tredici anni, eppure ha già deciso di diventare la prima addestratrice di aquile del Paese. Sotto la guida esperta del padre, supererà ogni ostacolo che le si porrà di fronte, imparando ad accudire la sua aquila e a farla volare, fino a dimostrare tutto il suo talento al Festival annuale che mette in competizione i più grandi addestratori del Paese.
Di grande potenza visiva e ricco di sequenze di forte impatto, girato con tecniche innovative che mettono lo spettatore a contatto con la magica natura delle montagne e dei cieli della Mongolia, “La principessa e l’aquila” racconta un’incredibile storia vera, un’avventura emozionante per tutta la famiglia sull’amicizia, la ribellione e il coraggio necessario per spiccare il volo.
Festival dei Popoli
Primary
di Robert Drew & Associates, USA, 1960, 60’
1960: i senatori americani Hubert Humphrey e John F. Kennedy concorrono alle Primarie del Partito Democratico. Sono gli anni in cui la politica si fa per le strade, stringendo mani, firmando autografi, sorriden-
do. Il primo dei quattro acclamati film di Robert Drew su JFK ne cattura la presenza carismatica, la frenesia
delle folle, la calma di Jackie Kennedy e il carisma populista di Humphrey. Rivelando per la prima volta le
personalità e la politica nel corso di una campagna, Primary offre un imponente sguardo sulla costruzione
dell’immagine presidenziale.
Festival dei Popoli
Campaign
di Kazuhiro Soda, USA, Giappone, 2007, 120’
Può un candidato privo sia di esperienza in politica sia di carisma vincere le elezioni solo perché sostenuto dal gigante politico Koizumi, primo ministro giapponese, e dal partito liberal-democratico? Questo documentario d’osservazione segue da vicino una campagna elettorale molto calda a Kawasaki in Giappone, rivelando così la vera natura della “democrazia”.
Festival dei Popoli
Dancer
di Steven Cantor, UK, Russia, Ucraina, USA, 2016, 85’
La straordinaria storia della star della danza Sergei Polunin divenuto, a soli 19 anni, il più giovane primo
ballerino del Royal Ballet di Londra e considerato uno dei più geniali e controversi danzatori contemporanei. Definito dai media inglesi “il James Dean, il Bad Boy” della danza, il film ci mostra Polunin come un personaggio romantico e tormentato, che ha saputo rendere popolare la danza classica grazie al talento naturale, aiutato da un efficacissimo video virale, diretto da David LaChapelle, che lo vede danzare sulle note di Take Me to Church, di Hozier.
Festival dei Popoli
YVONNES
di Tommaso Perfetti, Italia, Francia, 2017, 60’
Vincenzo è un uomo che porta nel cuore un mondo perduto: Yvonnes, la figlia che non vede da tanti anni.
Forte è il desiderio di ritrovarla. Ma Vincenzo ha ancora intorno a sé la strada, la droga, le amicizie di una vita e, nei ricordi, i segni lasciati dalla prigione. Esiste una condizione perché Vincenzo – anima corpo e pensiero di questo viaggio intimo e universale – possa tornare di incontrare, dopo tanto tempo, Yvonnes?
Festival dei Popoli
OH BROTHER OCTOPUS
di Florian Kunert, Germania, 2017, 27’
La leggenda narra che, per ogni bambino che viene al mondo, nelle profondità del mare indonesiano compaia un polpo suo gemello. “Diventa il nostro compagno per tutta la vita. Per questo non possiamo uccidere né mangiare nessun polpo. Se rompiamo questa regola, dobbiamo chiedere perdono, oppure un polpo gigante emergerà dalle acque, portando sventura”. Tutti i grandi cambiamenti che stanno interessando l’Indonesia non sono così potenti e assoluti da cancellare le tradizioni e le leggende, esse rimangono a lungo sottaciute, per emergere all’improvviso nei luoghi più inaspettati.
Festival dei Popoli
Boli Bana
di Simon Coulibaly Gillard, Belgio, 2017, 60’
Boli Bana è un film sulle tradizioni Fulani, sui riti di passaggio e sulle credenze di un gruppo etnico senza frontiere, diffuso in tutta la parte occidentale dell’Africa. È un’immersione sensoriale scandita dai ritmi della natura e da rituali secolari. Un universo che ha per tetto il cielo stellato e per confine il cerchio del falò che riscalda di notte. Un mondo in cui tutti, uomini e animali, portano impresso sulla pelle il segno di un’appartenenza e di una identità.
Festival dei Popoli
Also Know As Jihadi
di Eric Baudelaire, Francia, 2017, 102’
La storia possibile di un uomo, Aziz, raccontata attraverso i luoghi in cui ha vissuto: la clinica dove nacque nel sobborgo parigino di Vitry, il quartiere in cui è cresciuto, le scuole che ha frequentato, i luoghi di lavoro. Poi la partenza verso l’Egitto, la Turchia e la strada verso Aleppo, dove è entrato nelle file del Fronte Nusra. Questo viaggio è raccontato anche attraverso quanto emerge dall’archivio giudiziario: interrogatori di polizia, intercettazioni, relazioni di sorveglianza. Documenti che si intrecciano con immagini e suoni per comporre un film che racconta tanto Aziz quanto i paesaggi architettonici, politici, sociali e giudiziari in cui la sua storia si è dipanata.
Festival dei Popoli
Ghost Hunting
di Raed Andoni, Palestina, Francia, Svizzera, Qatar, 2017, 94’
Con l’intenzione di affrontare i fantasmi che lo perseguitano, il palestinese Raed Andoni riunisce un gruppo eclettico di ex prigionieri per ricostruire una copia di Al-Moskobiya, il principale centro dove vengono svolti gli interrogatori in Israele, dove lui stesso è stato detenuto all’età di 18 anni. Giorno dopo giorno, i protagonisti danno forma ad un luogo che tutti loro hanno vissuto, e in quell’ambiente ripropongono le loro storie. Mentre lavorano ad alzare le pareti delle celle, le parole e le emozioni si sciolgono.
Festival dei Popoli
Find Fix Finish
di Sylvain Cruiziat, Mila Zhluktenko, Germania, 2017, 19’
Dall’alto qualcuno ci guarda. Costantemente. Per settimane, mesi, talvolta anni. È possibile, se viviamo in
paesi come Yemen o Iraq, che i nostri movimenti vengano ritenuti sospetti e il nostro nome inserito in una
lista di persone da sorvegliare. Questa è la prima fase del programma militare che prevede l’uso di droni atti a “trovare, mirare e terminare” specifici obiettivi umani.
Festival dei Popoli
HOW I DID IT – Incontro pubblico con gli autori
Festival dei Popoli
Dans le lit du Rhône
di Mélanie Pitteloud, Svizzera, 2017, 88’
In collaborazione con Publiacqua e Water Right Foundation
Il fiume Rodano è stato straziato per 150 anni: il suo corso ha vissuto una storia di dominio da parte degli
esseri umani. Ma non è ancora stato addomesticato! A seguito di alcune inondazioni disastrose, un gigantesco cantiere sta per rivitalizzarlo aprendogli uno spazio più grande. Questo film, coinvolgente e poetico, girato a
stretto contatto con gli abitanti legati al futuro del Rodano, è un viaggio che pone un interrogativo univer-
sale sul nostro rapporto con la natura e il territorio.
Festival dei Popoli
Les Chants de la Maladrerie
di Flavie Pinatel, Francia, 2017, 26’
La Maladrerie è un quartiere di case popolari vicino Parigi, progettato a partire da un’utopia. 900 apparta-
menti, progettati dall’architetto R. Gailhoustet, tutti diversi tra loro, come le persone che li abitano. Oggi sono in decadenza, ma una idea innovativa li ha originati: il posto in cui vivono le persone può influenzare la loro socialità. Così come l’architetto ha voluto vedere le vite degli altri diversamente, anche la regista ha cercato un modo nuovo per raccontare il quartiere e la sua complessità: attraverso i canti che echeggiano tra i palazzi e i parchi, tra gli alberi e gli stagni, tra i graffiti e l’asfalto.
Festival dei Popoli
Il mondo o niente
di Chiara Caterina, Francia, 2017, 45’
Chiara Caterina percorre la Basilicata alla ricerca di amarezze e meraviglie, passando dal cielo al mare, dalle
grotte ai rivoli di versamenti tossici che si insinuano nelle crepe del terreno, dai richiami dei lupi alla caccia
al cinghiale. Si lascia indietro tutto il superfluo, pulisce l’obiettivo della sua macchina da presa dai residui della
superficialità per immergersi in dettagli tanto piccoli quanto densi che, accostati gli uni agli altri, compongono
un’immagine della Basilicata inedita e ipnotica.
Festival dei Popoli
Good Luck
di Ben Russell, Francia, Germania, 2017, 143’
Cominciando il suo viaggio con una discesa di 600 metri nelle profondità della Terra, il film punta il
riflettore sui volti dei minatori impegnati nello scavo di una miniera sotterranea in Serbia in condizioni che
sembrano appartenere ad un’altra epoca. Il rumore del diesel è interrotto dal sibilo dell’ossigeno, le pareti
dell’ufficio vibrano a causa delle esplosioni innescate due livelli più sotto. La via crucis di questi minatori
semi-dimenticati trova un rispecchiamento in un altro continente, nel caldo tropicale di una miniera d’oro
abusiva in Suriname. Il rombo delle pompe dell’acqua sotto il sole accecante accompagna il liquido argenteo che scivola lungo la mano di un minatore, che aggiunge mercurio alla terra in una incessante caccia all’oro.
Festival dei Popoli
Le Vénérable W.
di Barbet Schroeder, Francia, Svizzera, 2017, 95’
In Birmania, il “Venerabile Wirathu” è uno dei monaci buddisti più influenti e rispettati. Incontrarlo significa
compiere un viaggio nel cuore del razzismo quotidiano e osservare come l’islamofobia e l’incitamento all’odio si trasformino in violenza e distruzione. Tutto ciò in un paese dove il 90% della popolazione professa il buddismo, religione fondata su una pratica di vita pacifica, tollerante e non violenta.
Festival dei Popoli
HOW I DID IT – Incontro pubblico con gli autori
Festival dei Popoli
Duelo
di Alejandro Alonso Estrella, Cuba, 2017, 12’
Un antico rituale caraibico: costruire una croce di legno in grado di placare le inquietudini derivate dai propri demoni interiori - nel caso di Yoan, l’immagine del proprio padre assente che lo perseguita costantemente. È quello che Yoan si accinge a compiere, incoraggiato da sua madre. Ma quello che potrebbe essere il racconto di un rituale arcaico diventa il punto di partenza per un racconto intimo e misterioso, fatto di silenzi, di movimenti interiori ed esteriori, di gesti ed esorcismi.
Festival dei Popoli
On the edge of life
di Yaser Kassab, Siria, 2017, 45’
Yaser e Rima lasciano la Siria per il Libano, ma, dopo aver ricevuto la notizia che il fratello minore di lui è scomparso ad Aleppo, si spostano e finiscono a vivere in un luogo remoto e isolato in Turchia, dove passano un anno e mezzo. Il silenzio e la monotona vita quotidiana vengono spezzati dalle telefonate della famiglia da Aleppo, finché un giorno decidono di imbarcarsi per raggiungere la Svezia.
Festival dei Popoli
En la Boca
di Matteo Gariglio, Argentina, Svizzera, 2016, 25’
Un risveglio brusco. Un ragazzo si alza, deve andare a lavorare. Un lavoro particolare, condiviso con la sua famiglia. I Molina abitano allo stadio del Boca Juniors, a Buenos Aires, e tutta la loro vita ruota attorno allo
stadio: compravendita di biglietti, accordi sottobanco con la polizia, bagarinaggio, smercio di biglietti falsi.
La normalità in un mondo a sé, un sistema che gravita attorno al polo, simbolico e materiale, dello stadio.
Qualcosa irrompe, improvviso e non reversibile, nella vita scandita della famiglia Molina.
Festival dei Popoli
Conversation with a cactus
di Elise Florenty, Marcel Türkowsky, Giappone, Francia, Germania, 2017, 45’
Se una pianta potesse parlare, non la capiremmo. Questa la sfida più grande – parafrasando Wittgenstein
e sostituendo piante a leoni - per il dottor Ken Hashimoto che, negli anni ‘70, provò a studiare la lingua dei cactus. Nessuno dei suoi fantastici esperimenti ottenne risultati accettabili per la scienza. Un cactus, pur presente sulla scena del crimine, non è ancora in grado di rivelare l’identità dell’assassino.
Festival dei Popoli
Palenque
di Sebastian Pinzon Silva, Colombia, USA, 2017, 26’
Un piccolo paese in Colombia che diventa il luogo della memoria, una memoria-musical. Il film racconta i gesti antichissimi e quotidiani della popolazione del villaggio attraverso canti antichi, intonati dagli abitanti stessi. Lunghi piani sequenza e una regia raffinata trasformano San Basilio de Palenque, il piccolo villaggio colombiano che per primo nelle Americhe si liberò dalla dominazione europea rivendicando le proprie radici africane, in un grande set musicale, memore dei raffinati movimenti di macchina dei grandi maestri del musical.
Festival dei Popoli
Maman Colonelle
di Dieudo Hamadi, Repubblica Democratica del Congo, Francia, 2017, 72’
Honorine Munyole è una vedova di quarantaquattro anni, madre di sette figli, alcuni dei quali adottati.
Honorine, ovvero il colonnello Munyole, è per tutti “Maman Colonelle”, colei che dirige l’unità di polizia
per le violenze sessuali e la protezione dei minori a Bukavu, città della Repubblica Democratica del
Congo. Il trasferimento a Kisangani, dove Honorine ritrova le orme disumane lasciate dalla guerra tra ugandesi e ruandesi, segna l’inizio di una sua nuova sfida, che lei affronta con tenacia e dedizione.
Festival dei Popoli
Radio Kobanî
di Reber Dosky, Paesi Bassi, 2016, 70’
Durante la guerra di liberazione dalle milizie di Daesh (ISIS) Dilovan, una giovane curda, organizza una stazione radio nella città di Kobane, Siria. I program- mi, costituiti in maggior parte da interviste ai soprav-
vissuti, profughi di ritorno, combattenti e poeti, danno un senso di appartenenza a tutti gli ascoltatori, che si
trovano a dover ricostruire la città e il proprio futuro. Anche Dilovan usa la radio per raccontare la propria storia, in forma di messaggio al bambino che potrebbe avere un giorno. Girato nell’arco di tre anni, il film è un racconto amaro, intimo e poetico del trauma, della guarigione, di speranza e di amore.
Festival dei Popoli
Monterey Pop
di D. A. Pennebaker, USA, 1969, 79’
In un bellissimo fine settimana del giugno del 1967, all’apice della Summer of Love, a Monterey ebbe luogo, e fu come un boato, lo storico Festival Internazionale di musica Pop, che catturò lo spirito di un decennio e aprì una nuova era per il rock and roll. Monterey avrebbe lanciato le carriere di artisti del calibro di Jimi Hendrix, Janis Joplin, Otis Redding, Simon e Garfunkel. Con il suo caratteristico direct cinema D. A. Pennebaker ha catturato momenti che sono diventati leggenda: Pete Townshend che distrugge la sua chitarra, Jimi Hendrix che la brucia.
Festival dei Popoli
HOW I DID IT – Incontro pubblico con gli autori
Festival dei Popoli
Garmonia
di Lidia Sheinin, Russia, 2017, 60’
Un piccolo appartamento, carico dei ricordi di tutta una vita, fa da scenario alla convivenza forzata tra l’anziana proprietaria e la famiglia di sua nipote, composta da una nidiata di bambini vivaci e turbolenti. Il film
descrive con gusto musicale, ironia e delicatezza l’evolversi delle relazioni e l’intreccio degli affetti all’interno della casa sovraffollata.
Festival dei Popoli
The boy from H2
di Helen Yanovsky, Israele, Palestina, 2017, 21’
Dopo gli accordi del 1997, la città di Hebron – la più grande della Cisgiordania – è divisa in due settori: H1 e
H2. La libertà di movimento per i palestinesi che vivono nel settore H2 è estremamente limitata e la vita sociale in questa parte della città si è fermata. Ogni giorno, i soldati arrestano i bambini che ritengono responsabili del lancio di pietre o di altre azioni. Il dodicenne palestinese Muhammad Burqan, che vive nella zona H2 con la sua numerosa famiglia, è uno di quelli che più spesso entrano in conflitto con i militari.
Festival dei Popoli
La convocazione
di Enrico Maisto, Italia, 2017, 57’
Corte d’assise d’appello di Milano. La mattina, un’aula estranea e vuota accoglie alcune persone convocate lì, per quel giorno, senza una spiegazione. Hanno gli sguardi straniti, gli scambi tra gli uni e gli altri son accennati e prudenti. Lo spettatore osserva un intricato mondo fatto di commenti bisbigliati, respiri, silenzi, domande e confessioni sussurrate fra estranei. Ritagli di volti e di pensieri di sconosciuti prescelti per la composizione della giuria popolare convocata dalla corte d’assise d’appello di Milano, che si sta occupando, tra l’altro, delle stragi e dei delitti più noti avvenuti in Italia negli ultimi decenni.
Festival dei Popoli
Des Moutons et des Hommes
di Karim Sayad, Svizzera, Francia, Qatar, 2017, 78’
Immerso in un paesaggio perennemente inondato dal sole e arso dalla polvere, il film racconta una competizione di origini antiche ancora molto popolare nell’Algeria di oggi: l’organizzazione di combattimenti
tra montoni. Attorno a questi incontri, rudi e cruenti, ruota la comunità di appassionati: chi guarda, chi
scommette, chi spera di far gareggiare nell’arena il campione in grado di dargli gloria e denaro.
Festival dei Popoli
We are X
di Stephen Kijak, UK, Giappone, USA, 2017, 95’
Sotto l’enigmatica guida del batterista, pianista, compositore e produttore Yoshiki, gli X Japan hanno venduto più di 30 milioni di singoli e album, annoverando tra i fan nomi del calibro di Sir George Martin, i KISS, Stan Lee e persino l’imperatore del Giappone. We Are X è l’incredibile storia di questa band heavy metal giapponese che ha creato un fenomeno culturale unico, a partire dagli anni ‘80 fino alla memorabile performance al Madison Square Garden di New York nel 2014.
JAMES IVORY – 30 ANNI DI “CAMERA CON VISTA”
La contessa bianca / The white countess
USA/UK, 2006, 135’
Nella caotica Shangai degli anni ‘30 trovano rifugio dal loro passato l’ex diplomatico americano Todd Jackson e la nobile contessa decaduta Sara. Lei è fuggita dalla rivoluzione sovietica e per mantenere la sua famiglia lavora come entraineuse in un night club. Lui ha perso la moglie e il figlio in un incendio, e in seguito perse la figlia in un tragico attentato che gli costò anche la vista. A Shangai Tom vuole realizzare il suo sogno di aprire il Contessa Bianca, un elegantissimo night club nel cuore della città e chi meglio di Sara saprà ispirarlo?
Ex-American diplomat Todd Jackson and noble ex-Countess Sara find refuge in the chaotic Shanghai of the 1930s. She has fled the Soviet Revolution and supports her family by working as an entertainer in a night club. He lost his wife and son in a fire, before losing his daughter in a tragic attack that also cost him his sight. In Shanghai, Tom wants to achieve his dream of opening the White Countess, an elegant nightclub in the heart of the city - and who better to inspire him than Sara?
JAMES IVORY – 30 ANNI DI “CAMERA CON VISTA”
Quella sera dorata / The city of your final destination
UK, 2009, 118’
Il 28enne Omar Razaghi vince una borsa di studio dell’università del Kansas per scrivere una biografia su Jules Gund, scrittore sudamericano morto suicida qualche anno prima. Arrivato in Uruguay, Omar incontra le uniche tre persone in grado di guidarlo dentro il passato di Gund e di dargli l’approvazione per la pubblicazione: il fratello, la vedova e l’amante.
28-year-old Omar Razaghi wins a grant from Kansas University to write a biography of Jules Gund, a South American writer who committed suicide a few years earlier. When he arrives in Uruguay, Omar meets the only three people capable of guiding him into Gund's past and granting him approval for publication: his brother, widow and lover
JAMES IVORY – 30 ANNI DI “CAMERA CON VISTA”
Camera con vista / A room with a view
UK, 1986, 115'
In gita a Firenze assieme alla cugina Charlotte, Lucy viene rapita dalle attenzioni del bel George, suo connazionale, che gli cede gentilmente la sua camera con vista nella pensione dove entrambi alloggiano. Tornata in Inghilterra si fidanza col noioso e altero Cecil prima di ritrovare il giovane conosciuto in Italia e innamorarsene nuovamente. Vincitore di tre premi Oscar: sceneggiatura, costumi e art direction.
On a trip to Florence together with her cousin Charlotte, Lucy gives in to the attentions of her handsome compatriot, George, who kindly allows her to take his room with a view in the boarding house where they are staying. Back in England, she becomes engaged to the boring and subdued Cecil, before once again meeting the young man she knew in Italy and falling in love again. The film was awarded three Oscars, for set, costumes and art direction