60° Festival dei Popoli
First Love
di Krzysztof Kieślowski, Polonia, 1974, 52 minuti
Una giovane coppia, lei ancora minorenne. La ragazza scopre di essere incinta e di non poter interrompere la gravidanza. Lo sguardo attento di Kieślowski li segue in tutte le loro scelte, nelle pratiche quotidiane che costruiscono il loro rapporto, la loro storia d’amore. First Love è uno straordinario esempio del lavoro sul documentario di Kieślowski, un lavoro in cui in gioco c’è sempre la questione della vicinanza (non solo fisica) della macchina da presa ai corpi e ai soggetti filmati.
60° Festival dei Popoli
CERRO QUEMADO
di Juan Pablo Ruiz, Argentina, 2019, 60 minuti
Cerro Quemado è la storia di un viaggio di due donne, madre e figlia, per riunirsi con la nonna di quest’ultima, che da tempo vive isolata nelle montagne della provincia di Salta, in Argentina. Il film restituisce il respiro, la durata di questo lungo cammino, in cui tre generazioni di donne, appartenenti alla stessa etnia, si ritrovano, si confrontano, mettono in gioco le loro diverse scelte di vita.
60° Festival dei Popoli
Sandoval’s Bullet
di Jean-Jacques Martinod, Ecuador, 2019, 18 minuti
Vagando attraverso la foresta pluviale, Isidro e suo fratello si ricordano dei tempi in cui lui si è trovato faccia a faccia con la morte. “È possibile morire e non rendersene conto? Forse siamo già tutti morti”. L’arte cinematografica ha gli stessi limiti dell’uomo, e allo stesso tempo la capacità di illudere di poterli superare.
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All Cats are Grey in the Dark
di Lasse Linder, Svizzera, 2019, 18 minuti
Si fa chiamare “Catman”, l’uomo dei gatti. Christian infatti vive con le sue due gatte Marmelade e Katjuscha, e il trio è inseparabile. Desiderando di diventare padre, decide di far accoppiare l’amata Marmelade con un bellissimo gattone che viene da fuori. Un melodramma che racconta un rapporto fra umani e animali al di fuori delle convenzioni.
Alla presenza del regista
60° Festival dei Popoli
Progresso Reinassance
di Marta Anatra, Italia, 2019, 20 minuti
Tre ragazzi passano l’estate tra il mare e le strade della cittadina sarda dove abitano, percorrendole in bicicletta, esplorando i sentieri in mezzo alla vegetazione, attraversando scheletri metallici e ciminiere. Riposano e prendono il sole dando le spalle a un enorme impianto industriale sfocato dalla calura e dalla grana delle immagini. Dove siamo è chiaro, ma il quando non lo è altrettanto: i tre ragazzi sembrano attraversare un tempo indefinito, in un continuo scambio tra presente e passato.
Alla presenza della regista.
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Non è sogno
di Giovanni Cioni, Italia, 2019, 96 minuti
Cosa senti dentro di te? Quella è la verità. Ma non devi nominarla, perché appena la nomini svanisce. La recita della vita. Il mondo fuori. Fuori, in carcere. Un film nato dal Laboratorio Nuvole, iniziato a ottobre 2016 presso il carcere di Capanne (Perugia) ispirato a Cosa sono le Nuvole di Pier Paolo Pasolini e a La Vita è sogno di Pedro Calderòn de la Barca.
Alla presenza del regista.
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Bowland VR
Saletta Mymovies
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Cunningham 3D
di Alla Kovgan, Germania, Francia, USA, 2019, 93 minuti. Proiezione in 3D
Nel 2019 ricorre il centenario del leggendario coreografo americano Merce Cunningham. Questo poetico film ripercorre l’evoluzione artistica di Cunningham nell’arco di tre decenni densi di rischi e scoperte (1944-1972) a partire dai primi anni come ballerino che lotta per affermarsi nella New York del dopoguerra, fino a quando si impone come uno dei coreografi più visionari e influenti del mondo. Grazie alla tecnologia 3D la filosofia e le vicende di Cunningham vengono intrecciate, dando luogo a un percorso in profondità all’interno del mondo del coreografo.
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This film is about me
di Alexis Delgado Burdalo, Spagna, 2019, 60 minuti
Renata e Alexis girano un film insieme. Renata è un personaggio magnetico, carismatico; è contenta di recitare per Alexis, ogniqualvolta quest’ultima viene a trovarla nel penitenziario che lei chiama “casa”. Su una cosa però Renata è meno aperta: l’omicidio che l’ha portata lì dentro. Il tormentoso, creativo ritratto di un rimpianto.
Alla presenza del regista.
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Flesh
di Camila Kater, Brasile, Spagna, 2019, 12 minuti
Il corpo femminile deve subire innumerevoli giudizi, valutazioni, distorsioni prima di arrivare alla donna che lo possiede. Le richieste di adeguamento, di corrispondenza a standard astratti, le aspettative proiettate sul corpo hanno un impatto determinante nella percezione di sé. In questo breve film d’animazione, cinque donne di età diverse raccontano il loro rapporto con i ritmi biologici femminili: dall’infanzia all’età avanzata.
Alla presenza del regista.
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A Tiny Place that is Hard to Touch
di Shelly Silver, Giappone, USA, 2019, 39 minuti
In un anonimo appartamento nel quartiere di Tatekawa, a Tokyo, una donna americana assume una giapponese per farsi tradurre delle interviste riguardanti il decrescente tasso di natalità in Giappone. L’americana vanta una conoscenza del Giappone priva di fondamento; la giapponese soffre di un eccesso di distanza critica. Si irritano l’un l’altra, litigano, si scontrano per amore o lussuria; a questo punto la storia viene dirottata in territorio fantascientifico, con l’interprete che interrompe le sessioni di lavoro per raccontare di un mondo infettato dalla consapevolezza della propria rovina. Il quartiere in cui è ambientato il film ha già conosciuto la devastazione, essendo stato raso al suolo nella notte del 9 marzo 1945 dai bombardamenti americani.
Alla presenza della regista.
60° Festival dei Popoli
State Funeral
di Sergei Loznitsa, Paesi Bassi, Lituania, 2019, 135 minuti
5 marzo 1953: Stalin muore. Per giorni i cineopertori di Stato riprendono le manifestazioni, i riti, i discorsi, le reazioni che si muovono intorno ai funerali del dittatore sovietico. Loznitsa, quasi settant’anni dopo, ritrova l’enorme mole dei materiali giratie li ricostruisce - per la prima volta usando anche immagini a colori - in una nuova macchina del tempo e del ritmo che attraverso l’analisi del grande apparato della propaganda sovietica “aggredisce” e interpella lo spettatore di oggi.
60° Festival dei Popoli
Bowland VR
Saletta Mymovies
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One More Jump
di Emanuele Gerosa, Italia, Svizzera, Palestina, 2019, 83 minuti
Jehad e Abdallah, due atleti di parkour, utilizzano le loro straordinarie doti acrobatiche per superare gli ostacoli con velocità ed eleganza. Un giorno il destino li ha divisi e oggi sono separati dal Mediterraneo. Jehad è ancora nella nativa Gaza, alleva la nuova generazione del Gaza Parkour Team e si arrovella per ottenere il passaporto. Abdallah vive e si allena a Firenze. One More Jump è il ritratto, doppio e speculare, di due esistenze difficili in cui sogni e speranze – ingredienti essenziali della gioventù – vengono messi a dura prova dai vincoli di un mondo in cui l’unica libertà.
France Odeon 2019
L’enfer dans la ville
di Renato Castellani (Francia - Italia, 1959, 98’, v.o. fra e eng)
Accusata ingiustamente di complicità in un furto, Lina, giovane domestica, viene incarcerata. Il brutale contatto con il triste ambiente e con la tragica umanità che affolla la prigione atterrisce la ragazza che, però, poco a poco, grazie alla protezione un po' bonaria, un po' canzonatoria, di Egle, una recidiva, riesce a rassegnarsi alla propria sorte.
France Odeon 2019
Une fille facile
di Rebecca Zlotowski (Francia, 2019, 92’, v.o. ita e eng)
Naima ha 16 anni, vive a Cannes e ha deciso di concedersi l’estate per scegliere cosa vuole fare nella vita. Nel frattempo arriva sua cugina Sofia, che conduce una vita molto affascinante, per passare le vacanze con lei.
France Odeon 2019
Les Misérables
di Ladj Ly (Francia, 2019, 102', v.o. sott ita e ing)
Les Misérables segue la storia di Stéphane, un agente di polizia che si trasferisce dal comune francese Cherourg a Montfermeil, nella periferia di Parigi. Capisce fin da subito quanto la situazione tra le gang del quartiere sia tesa e fragile, una bomba ad orologeria pronta ad esplodere, e si troverà costretto a sporcarsi le mani e gli occhi, invischiato in prima persona nelle miserie dei bassifondi, polveriera di violenza e criminalità, e comprenderà le difficoltà della polizia nel mantenere la pace e l'ordine seguendo il sentiero della legalità.
France Odeon 2019
Mon chien stupide
di Yvan Attal (Francia, 2019, 105’, v.o. ita e eng)
Henri è nel bel mezzo di una crisi di mezza età. Addossa la responsabilità dei suoi fallimenti alla moglie e ai quattro figli. In un momento in cui rivaluta tutta la sua esistenza, un enorme cane, minaccioso e intemperante, decide di stabilirsi nella sua abitazione. Mentre Henri non potrebbe essere più che felice, il resto della famiglia e, in particolar modo, la moglie Cecile inizieranno a mal tollerare la situazione.
France Odeon 2019
Dernier amour
di Benoit Jacquot (Francia, 2019, 98’, v.o. ita e eng)
Avventuriero veneziano e amante del piacere, del gioco d'azzardo e dell'avventura: questi i tratti che caratterizzano Giacomo Casanova, che - in cerca di nuove emozioni - decide di recarsi a Londra. L'unico posto che conosce è un elegante bordello gestito da un francese. Lì vicino, Casanova incontra una giovane prostituta di nome Charpillon, per cui perde la testa. Nonostante i suoi tentativi, Charpillon non cede ai suoi desideri affrontandolo con una sfida che potrebbe farlo impazzire.
France Odeon 2019
Camille
di Boris Lojkine (Francia, 2019, 90’, v.o. ita e eng)
Giovane fotografa e giornalista idealista, Camille parte per la Repubblica Centrafricana per seguire la guerra civile che sta per iniziare. Quello che vede cambierà il suo destino.
France Odeon 2019
Un divan a Tunis
di Manele Labidi (Francia, 2019, 88’, v.o. ita e eng)
Selma Derwish, giovane donna cresciuta in Francia si laurea in psicoanalisi. Decide di tornare nella sua città d'origine, Tunisi, per aprire uno studio privato, ma la Tunisia reduce dalla Primavera araba non è la Francia e forse non è ancora pronta a una donna psicoanalista. Ben presto Selma si scontra con un ambiente per nulla favorevole: è così che la donna si imbatte in pregiudizi, caos e ignoranza, che finora non aveva mai preso in considerazione.
France Odeon 2019
Chambre 212
di Christophe Honoré (Francia, 2019, 86’, v.o. ita e eng)
Maria e Richard sono sposati da vent’anni. Una sera lui scopre che lei ha un amante: un suo studente dell’università. Non valgono a nulla le motivazioni che Maria adduce. Richard è sconvolto. Lei decide di trasferirsi senza andare troppo lontano: la stanza 212 dell’hotel di fronte casa. Da lì può avre euna visione a distanza sul consorte e sul suo matrimonio. Ma non sarà sola in questa riflessione.
France Odeon 2019
Le regard de Charles
di Marc Di Domenico (Francia, 2019, 83’, v.o. ita e eng)
Edith Piaf regala la sua prima videocamera a Charles Aznavour, un oggetto da cui non si separerà mai. Fino al 1982, il cantante e attore continuò a filmare ore di pellicola che costituiscono a oggi uno straordinario diario di vita, in cui sono impressi amori, lavori, successi, sacrifici, fallimenti e persino noia. Alcuni mesi prima della sua morte, Aznavour ha deciso di lavorare al materiale con Marc di Domenico per ricavare un film dai suoi film.
60° Festival dei Popoli
Rediscovery
di Phie Ambo, Danimarca, 2019, 77 minuti (età consigliata 11+)
47 bambini vengono lasciati liberi in uno spazio alla periferia di Copenaghen, dove la natura ha preso il sopravvento. È in questo luogo che, per dieci settimane, la natura sarà la loro insegnante. I protagonisti del film sono i bambini, accompagnati dalla voce della natura – narratrice d’eccezione in questo film – che racconta e pone domande: “Cosa significa imparare? Che cosa si impara quando sentiamo il vento tra i capelli o la pioggia sulle guance? Cosa hai sentito arrampicandoti e sedendoti in cima al mio castagno più alto? Cosa rimane di questa esperienza?”.
60° Festival dei Popoli
Medium
di Laura Cini // Concorso italiano Italia, 2019, 83 minuti
Tarika ha dedicato la vita ad imparare a gestire la sua capacità innata di comunicare con l’aldilà. Nel suo mondo entra Sirio, un uomo la cui vita è stata lacerata dalla tragica morte della moglie, e Nadia, una donna vibrante che nasconde un oscuro passato di famiglia. Grazie alle capacità di Tarika di varcare la soglia tra vita terrena e ultraterrena, Sirio e Nadia superano i loro limiti, ottenendo una seconda possibilità di affrontare alcuni problemi irrisolti con i loro defunti, che diventa il veicolo per prendere coscienza della loro natura più profonda e del loro viaggio come esseri umani.
Alla presenza della regista
60° Festival dei Popoli
John & Yoko: above us only sky
di Michael Epstein, UK, 2018, 90 minuti
Above Us Only Sky rivela la profonda collaborazione creativa fra John Lennon e Yoko Ono nella produzione dell’album Imagine, rievocando quell’epoca ma anche mettendo in risalto quanto quella musica e quel messaggio parlino ancora al pubblico di oggi. Grazie alla piena cooperazione della John Lennon Estate e alla piena disponibilità di Yoko Ono, il film esamina come l’attivismo, la vita politica, la musica della coppia fossero intrinsecamente collegati. Grazie a filmati inediti di John e Yoko, interviste nuove e materiali d’archivio, il film illustra come il messaggio dell’album invitasse a una forma di impegno radicale e come quest’opera si rivela più attuale che mai.
60° Festival dei Popoli
Sea-Watch 3
di Jonas Schreijäg, Nadia Kailouli, Germania, 2019, 112 minuti
Arrestata dopo aver portato un gruppo di rifugiati sulla costa italiana, la capitana tedesca Carola Rackete ha fatto notizia a livello internazionale lo scorso giugno, quando ha attraccato la nave privata di salvataggio “Sea-Watch 3”, senza permesso, nel porto di Lampedusa. Ma che cosa era successo prima che si accendessero i riflettori dei media, durante le quasi tre settimane di stand-off in mezzo al Mediterraneo? Il documentario Sea-Watch3 porta lo spettatore il più vicino possibile agli eventi. I due registi erano a bordo fin dal primo giorno. Hanno girato quando l’equipaggio di Sea-Watch ha salvato 53 persone da un gommone, in mezzo al mare, quando la polizia italiana è salita a bordo alle 2 del mattino per consegnare un avvertimento personale di Matteo Salvini e – cosa più importante – hanno ascoltato i rifugiati raccontare da cosa erano fuggiti: gli
orrori raccapriccianti della Libia.
Alla presenza dei registi
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Who Made You?
di Iiris Härmä, Finlandia, 2019, 55 minuti
“The uncanny valley”, in italiano “la valle perturbante”, è quell’area dell’Intelligenza Artificiale che si occupa di analizzare l’amabilità di robot sempre più antropomorfizzati insieme all’inesorabile senso di perturbante frustrazione derivata dal loro essere ‘quasi umani’. Who made you? ci conduce in Finlandia, Svezia, Spagna, Grecia e Giappone per esplorare lo scenario futuribile a partire dall’attuale stato della ricerca. A che punto è la sperimentazione robotica?
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Mars, Oman
di Vanessa Del Campo Gatell, Belgio, 2019, 20 minuti
Degli astronauti mettono piede sulla terra rossa del deserto dell’Oman davanti agli occhi increduli dei beduini. Due liceali costruiscono castelli in aria. Un ragazzino si allena per saltare più in lungo possibile. Ciascun personaggio sembra chiedersi quale sia il suo ruolo nell’universo. Intrecciando abilmente i legami fra nomadismo, esplorazione, colonizzazione e desiderio di libertà, la regista compone un film sull’ingegno dell’uomo.
Alla presenza della regista.
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Las hermanas de Rocinante
di Alexandra Kaufmann, Germania, Svizzera, 2019, 82 minuti
Per trovare un nome al cavallo, Don Chisciotte, impiega ben quattro giorni e quattro notti - racconta Cervantes - perché Ronzinante, un ronzino malandato, è forte e maestoso ai suoi occhi e deve perciò avere un nome degno di tanto vigore. A differenza di Don Chisciotte, Lois, proprietaria di un rifugio per cavalli maltrattati sulla Costa Blanca, in Spagna, sa bene che i suoi sono denutriti o in fin di vita ma, come il protagonista del celebre romanzo, non si arrende. A dispetto delle difficoltà economiche e familiari, cura i suoi cavalli stabilendo con loro un contatto amorevole e di fiducia profonda.
Alla presenza della regista
60° Festival dei Popoli
Tënk
Evento speciale
60° Festival dei Popoli
Celebration
di Olivier Meyrou, Francia, 2018, 73 minuti
Mentre Yves Saint Laurent, tra i pù grandi stilisti parigini di alta moda, disegna i bozzetti della sua collezione finale, Pierre Bergé gestisce dietro le quinte una serie di eventi per celebrarlo come mito moderno. Immergendosi all’interno della casa di moda durante gli ultimi due anni di YSL, il documentarista Olivier Meyrou filma a coppia YSL-Bergé. In questo ritratto di quegli ultimi anni di YSL, il film offre una panoramica di osservazioni dietro le quinte, in cui Saint Laurent sembra fragile e a volte un po’ distante.
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Bowland VR
Saletta Mymovies
60° Festival dei Popoli
A Dog Called Money
di Seamus Murphy, Irlanda, Gran Bretagna, 2019, 90 minuti
La cantautrice e musicista PJ Harvey e il pluripremiato fotografo Seamus Murphy hanno dato vita a una straordinaria collaborazione. In cerca di esperienze dirette su alcuni paesi sui quali intendeva scrivere, PJ Harvey ha accompagnato Murphy in viaggio in Afghanistan, Kosovo, Washington, per realizzare alcuni dei suoi reportage internazionali. Mentre Murphy raccoglieva immagini, la musicista raccoglieva parole. Una volta a casa le parole sono diventate poesie e canzoni, poi un disco, registrato alla Somerset House di Londra. In un ambiente costruito ad hoc, dietro uno specchio semiriflettente, il pubblico – dopo aver consegnato le proprie fotocamere – è stato invitato ad assistere alla produzione, che sarebbe durata cinque settimane, come fosse una scultura sonora live.
60° Festival dei Popoli
19’40’’
Concerto
Enrico “Der maurer”Gabrielli (fiati) + Sebastiano DeGennaro (elettronica e percussioni) suonano musica scritta.