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Novembre 2024
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    07/11/2024

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    08/11/2024

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    09/11/2024

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    10/11/2024

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    11/11/2024

  • martedì

    12/11/2024

  • mercoledì

    13/11/2024


18:00
PROGRAMMAZIONE

Do Not Expect Too Much from the End of the World

di Radu Jude, Romania, Lussemburgo, Francia, Croazia, 2023, 163'

INGRESSO: 6€ intero / 5€ ridotto

Angela è un’assistente di produzione impegnata nella ricerca di persone che hanno subito gravi infortuni sul posto di lavoro da intervistare per un documentario commissionato da una multinazionale con il pretesto di sensibilizzare i propri dipendenti sull’argomento. Sempre in macchina su e giù per Bucarest, divisa senza sosta tra interviste, riunioni e social network, deve anche affrontare l’intenzione di un’azienda edile di voler appropriarsi del terreno del cimitero in cui è sepolta sua nonna per costruire un condominio di lusso. Sullo sfondo, la nuova Romania post totalitaria divisa tra tecnologia e capitalismo e le loro idiosincrasie.

Film segmentato e anarchico, Do Not Expect Too Much From The End Of The World è una commedia satirica che mescola cinema del passato e del presente, riprese in pellicola e filtri Instagram, bianco e nero e colori sgargianti. Definito dallo stesso regista come «un film di superfici» è proprio in questo giocare con le forme in modo semplice e diretto che trova la sua forza, tra incastri e contraddizioni capaci di trasformare il gioco stesso del cinema (realizzato, narrato, rubato) nella più disarmante critica sociale.


21:00
MICHELANGELO ANTONIONI - FRATTURE NELLA MODERNITÀ

Zabriskie Point

di Michelangelo Antonioni, USA, 1970, 110’ – v.o. eng sott. ita

INGRESSO: 6€ intero / 5€ ridotto

Zabriskie Point è ambientato nell’omonima località, situata nel deserto della California. Qui si incontrano Mark, un giovane contestatore implicato nella morte di un agente di polizia, e Daria, una segretaria d’azienda che passava di lì durante un viaggio di piacere.


18:00
PROGRAMMAZIONE

Do Not Expect Too Much from the End of the World

di Radu Jude, Romania, Lussemburgo, Francia, Croazia, 2023, 163'

INGRESSO: 6€ intero / 5€ ridotto

Angela è un’assistente di produzione impegnata nella ricerca di persone che hanno subito gravi infortuni sul posto di lavoro da intervistare per un documentario commissionato da una multinazionale con il pretesto di sensibilizzare i propri dipendenti sull’argomento. Sempre in macchina su e giù per Bucarest, divisa senza sosta tra interviste, riunioni e social network, deve anche affrontare l’intenzione di un’azienda edile di voler appropriarsi del terreno del cimitero in cui è sepolta sua nonna per costruire un condominio di lusso. Sullo sfondo, la nuova Romania post totalitaria divisa tra tecnologia e capitalismo e le loro idiosincrasie.

Film segmentato e anarchico, Do Not Expect Too Much From The End Of The World è una commedia satirica che mescola cinema del passato e del presente, riprese in pellicola e filtri Instagram, bianco e nero e colori sgargianti. Definito dallo stesso regista come «un film di superfici» è proprio in questo giocare con le forme in modo semplice e diretto che trova la sua forza, tra incastri e contraddizioni capaci di trasformare il gioco stesso del cinema (realizzato, narrato, rubato) nella più disarmante critica sociale.


21:00
PROGRAMMAZIONE

Do Not Expect Too Much from the End of the World

di Radu Jude, Romania, Lussemburgo, Francia, Croazia, 2023, 163'

INGRESSO: 6€ intero / 5€ ridotto

Angela è un’assistente di produzione impegnata nella ricerca di persone che hanno subito gravi infortuni sul posto di lavoro da intervistare per un documentario commissionato da una multinazionale con il pretesto di sensibilizzare i propri dipendenti sull’argomento. Sempre in macchina su e giù per Bucarest, divisa senza sosta tra interviste, riunioni e social network, deve anche affrontare l’intenzione di un’azienda edile di voler appropriarsi del terreno del cimitero in cui è sepolta sua nonna per costruire un condominio di lusso. Sullo sfondo, la nuova Romania post totalitaria divisa tra tecnologia e capitalismo e le loro idiosincrasie.

Film segmentato e anarchico, Do Not Expect Too Much From The End Of The World è una commedia satirica che mescola cinema del passato e del presente, riprese in pellicola e filtri Instagram, bianco e nero e colori sgargianti. Definito dallo stesso regista come «un film di superfici» è proprio in questo giocare con le forme in modo semplice e diretto che trova la sua forza, tra incastri e contraddizioni capaci di trasformare il gioco stesso del cinema (realizzato, narrato, rubato) nella più disarmante critica sociale.


19:30
LO SCHERMO DELL'ARTE 2024

Edge of Life

di John Menick, 2024, 40' - v.o. inglese, sott. italiano

INGRESSO: 6€ intero / 5€ ridotto

Prima mondiale

L’artista e filmaker americano parla con un computer senziente della possibilità dell’immortalità digitale. Una sorta di Test di Turing al contrario: il computer interroga l’artista per scopi che possono includere o meno la clonazione della sua coscienza. Attraverso un testo narrato e un montaggio di immagini di science fiction, computer graphics, film della storia del cinema, ricerche biologiche e folkloriche, Edge of Life è una strana indagine su come il digitale trasforma i confini del vivente.

Live performance di John Menick


21:00
LO SCHERMO DELL'ARTE 2024

Ernest Cole: Lost and Found

di Raoul Peck, Francia, Stati Uniti, 2024, 106' - v.o. inglese, sott. italiano

INGRESSO: 6€ intero / 5€ ridotto

Racconto della vita del fotografo sudafricano Ernest Cole, primo artista a denunciare con coraggio gli orrori dell’apartheid, il film indaga le sfide che egli ha affrontato, sia come artista che come uomo nero, in un mondo profondamente razzista.


15:00
65° FESTIVAL DEI POPOLI

Bogancloch

di Ben Rivers, Gran Bretagna, Germania, Islanda, 2024, 78'

INGRESSO: €8 intero, €6 ridotto - unico pomeridiano

Bogancloch è il nome della foresta che circonda l’abitazione di Jake Williams, un rifugio remoto nel cuore delle Highlands scozzesi. L’uomo, solitario mistico moderno, vive in accordo con i ritmi della natura e il ciclo delle stagioni. Le sue giornate sono scandite da accadimenti minimali, gesti reiterati che assumono ogni volta nuova consistenza. Il regista inglese ritrova l'eremita protagonista del corto This Is My Land (2006) e del lungo Two Years at Sea (2011) portando a un nuovo grado di intimità la relazione filmata e conducendo chi guarda a immaginare la vita interiore dell’uomo mentre sonnecchia all’ombra di un albero o scruta dalla finestra il paesaggio in lontananza. Con una narrazione obliqua, solo in parte documentaria, e il consueto approccio poetico e iper-realistico che caratterizza la cinematografia di Ben Rivers, prende forma un’ipotesi sognante di utopia terrestre in bianco e nero, con rari squarci di colore e brevi istanti musicali.

Alla presenza del regista


17:00
65° FESTIVAL DEI POPOLI

A Family

di Christine Angot, Francia, 2024, 82'

INGRESSO: €8 intero, €6 ridotto - unico pomeridiano

La regista fa ritorno a Strasburgo dove incontrò suo padre per la prima volta all’età di 13 anni: fu l’inizio di una lunga storia di abusi sessuali. Ora è decisa a rompere un silenzio durato decenni per affrontare il rimosso e il non detto con familiari e compagni. La scrittrice Christine Angot passa dietro la macchina da presa per fare con il suo film quello che ha fatto da sempre con la propria narrativa: ribaltare in maniera radicale il concetto di vittima, spazzando via una volta per tutte l’aura di commiserazione e pietismo che accompagna l’offesa, mandando all’aria il sussiego borghese dietro cui si celano disprezzo e superiorità e ponendo chi guarda di fronte alla miseria di un eventuale attitudine giudicante. Un film sconvolgente e doloroso come pochi altri, un atto di coraggio profondo nel quale la determinazione non esclude il tremore e l’amore cerca protezione dai luoghi oscuri dell’anima. Un gesto di rivendicazione personale dal valore universale.

Alla presenza della regista


19:00
65° FESTIVAL DEI POPOLI

Afternoons of Solitude

di Albert Serra, Spagna, Francia, Portogallo, 2024, 123'

INGRESSO: €8 intero, €6 ridotto - unico pomeridiano

Il cineasta catalano entra nell’arena per raccontare lo sfarzo e la brutalità della corrida in un documentario che ritrae il giovane e carismatico torero di origine peruviana Andrés Roca Rey. La vestizione, l’attesa, l’ansimo, lo scontro, l’animale trascinato sulla sabbia dorata in una scia di rosso, il silenzio che segue l’acclamazione, la svestizione che rivela le fasciature insanguinate. La solitudine del matador ma anche quella del toro e la morte che aleggia sovrana nel pomeriggio della corrida. Immersione ipnotica e sensoriale in uno degli spettacoli più atroci e violenti del nostro tempo, una monumentale rappresentazione della persistenza del primitivo nel presente, un rituale di violenza che contrappone la tecnica all’istinto, l’uomo all’animale. Una sfida – non ad armi pari – che oltre al glamour del brivido porta in primo piano una profonda dimensione di agonia e terrore: non quella del pubblico, mai inquadrato, ma quella del toro, che fin dalle prime immagini del film rivolge il proprio sguardo verso di noi.

Alla presenza del regista


21:30
65° FESTIVAL DEI POPOLI

Save our Souls

di Jean-Baptiste Bonnet, Francia, 2024, 91'

INGRESSO: €8 intero, €6 ridotto - unico serale

Dal 2016 a oggi, quasi 40.000 persone sono state soccorse dall’Ocean Viking, la nave ambulanza noleggiata da SOS Méditerranée. Quando l’imbarcazione intercetta al largo della Libia un gommone stracolmo di migranti, vengono subito avviate le procedure per portare in salvo un centinaio tra uomini, donne e bambini. Da quel momento in poi si tratta di prendersi cura di loro e prepararli su ciò che li attende all’arrivo sulla terraferma. Jean-Baptiste Bonnet ha trascorso quasi due mesi sull’Ocean Viking per filmare la convivenza a bordo e le pratiche di assistenza, ma anche le questioni politiche e umane in gioco durante questo periodo di sospensione alle porte d’Europa, tra il salvataggio e lo sbarco a terra. Raccontato per mezzo di una drammaturgia accorata e lineare, seguendo l’ordine cronologico, il film è un lungo viaggio per mare fino all’attracco sulle coste italiane, al fianco dell’equipaggio e dei migranti che sperano in una nuova vita.

In collaborazione con SOS Mediterranee Italia, Scuola Normale Superiore

Alla presenza del regista


15:00
65° FESTIVAL DEI POPOLI

A Free Man: The Life of Erno Fisch

di Judit Elek, Ungheria, Francia, 1998, 107'

INGRESSO: €8 intero, €6 ridotto - unico pomeridiano

La vita di un uomo raccontata da lui stesso. Erno Fisch ha più di 90 anni, è un anziano sopravvissuto allo sterminio degli ebrei nel villaggio di Sziget, che Judit Elek ha filmato diverse volte nel suo percorso registico. Il suo racconto, che si snoda attraverso una serie di interviste fatte nel corso del tempo, è lucido e preciso. Le sue parole narrano la vita della comunità ebraica nel piccolo paese ungherese, ma anche la sua esperienza a Vienna, dove alloggerà nella casa della nipote di Franz Schubert. Le parole scorrono mentre, gradualmente, si fa strada la consapevolezza del Novecento come secolo della guerra, della lotta, dei massacri. Erno Fisch si salva dal rastrellamento rifugiandosi nei boschi. La sua è l’unica voce sopravvissuta. Una voce che si riflette in immagini d’archivio che, in tremolante bianco e nero, mostrano i corpi e i volti di uomini, donne e bambini della comunità ebraica: ultima traccia di esistenze spazzate via dalla barbarie


17:00
65° FESTIVAL DEI POPOLI

Fuga

di Mary Jiménez, Bénédicte Liénard, Belgio, Paesi Bassi, Francia, 2024, 100'

INGRESSO: €8 intero, €6 ridotto - unico pomeridiano

Un ragazzo discende lungo il fiume su una barca. Il suo volto è triste. Accanto a lui una bara bianca. Il ragazzo sta accompagnando il corpo di una ragazza trans per darle sepoltura nel villaggio peruviano in cui è nata: questo viaggio di ritorno diventa occasione di incontri e di memorie. Lungo il tragitto alcune persone gli raccontano delle storie. Memorie di eventi tragici, legati alla guerra civile che, per due decenni, ha martoriato il paese. Memorie dei massacri perpetrati dalle milizie in conflitto verso coloro che vivevano liberamente la propria sessualità. Il film è un racconto collettivo sulla persecuzione omofoba nei confronti delle persone LGBTQ+ durante gli ultimi decenni del XX secolo. Un racconto che diventa narrazione filmica secondo uno stile che accompagna da tempo il lavoro di Bénédicte Liénard e Mary Jiménez nel quale, attraverso la forma della ‘finzione poetica’, esistenze empiriche assumono carattere universale, diventano cinema.

Alla presenza delle registe


19:15
65° FESTIVAL DEI POPOLI

Cyborg Generation

di Miguel Morillo Vega, Spagna, 2024, 64'

INGRESSO: €8 intero, €6 ridotto - unico pomeridiano

Il musicista spagnolo Kai Landre (18 anni) non cerca solo nuove strade per creare la sua musica, ma vuole anche esplorare le possibilità del proprio io. Il suo legame con lo spazio va al di là di quello consueto ed è intento a sviluppare un organo cibernetico che gli permetta di percepire i suoni dell’universo: raggi cosmici trasformati in onde udibili. I suoi esperimenti lo mettono in contatto con una comunità che condivide i suoi stessi obiettivi e che cerca di espandere le nozioni di identità e di coscienza, fino a fargli concepire l’idea di assimilare la macchina che ha creato. Ma quale prezzo hanno questi sogni? Partendo dal ritratto di un giovane artista fuori dagli schemi, il film di Morillo Vega è un ‘documentario fantascientifico’ sul nostro presente e su vari temi legati alla fluidità, di cui esplora i confini etici e legali, rimanendo sempre vicino ai corpi, anche laddove la realtà sembra dissolversi nel virtuale.

In collaborazione con Scuola Normale Superiore 


21:00
65° FESTIVAL DEI POPOLI

Going Underground

di Lisa Bosi, Italia, 2024, 75'

INGRESSO: €8 intero, €6 ridotto - unico serale

Ci ha provato Brizzi, in Bastogne, a raccontare la Bologna a cavallo tra anni ’70 e ’80. Un’epoca di tumulti, di violenza, di ideali e ideologie. Di droga, troppa, e di buona musica, che non è mai troppa. Going Underground di Lisa Bosi racconta di tutto questo, ossia dei Gaznevada, band fulcro di una scena musicale punk nell’anima, ancor prima che nelle sonorità; espressione artistica di un’onda trasversale di ribellione alla norma che abbracciava arti eterogenee, come i fumetti di Andrea Pazienza e Filippo Scozzari, sodali del gruppo e protagonisti di quella rivoluzione dei costumi. Il film evita la biografia in senso stretto per un approccio inusuale, affine allo spirito dei Gaznevada, che affronta anche il dramma dell'eroina e il suo lascito di morte, fino a giungere al disorientamento degli anni 90, in cui una costola del gruppo torna nuovamente in classifica grazie alla dance dei Datura.

Alla presenza della regista e dei Gaznevada


15:00
65° FESTIVAL DEI POPOLI

Natale Fuori Orario

di Gianfranco Firriolo, Italia, 2024, 85'

INGRESSO: €8 intero, €6 ridotto

Natale 2047, il Mago, il Gigante e il Cantante, alle soglie della fine del mondo, decidono di tornare al club “stazione” che li ha visti protagonisti per tanti show natalizi, il “Fuori Orario” di Taneto, in provincia di Reggio Emilia, e rinnovare per l’ultima volta il loro antico patto di amicizia. Sopra al tetto, in una teca crio-conservante, viaggia, tornando verso casa, la loro più amata reliquia: lo storico gestore del Club in stato di ibernazione da 25 anni, Frankie la Luce, detto Franchino. Tra ironia e malinconia, finzione e documentario – con le immagini dei tanti concerti tenuti da Vinicio Capossela al “Fuori Orario” –, il regista Gianfranco Firriolo e il cantautore tornano a collaborare (dopo il precedente La faccia della terra) in un anomalo e originalissimo ibrido tra road movie e film-concerto, elogio del potere aggregante della musica e, contemporaneamente, riflessione sullo scorrere del tempo. Il tutto impreziosito dalla straordinaria fotografia invernale di Luca Bigazzi.

Alla presenza di Vinicio Capossela


17:00
65° FESTIVAL DEI POPOLI

Parole Tremanti

di Giovanni Cioni, Italia, 2024, 72'

INGRESSO: €8 intero, €6 ridotto - unico pomeridiano

Le colline toscane, la memoria della guerra, gli sfollati, i prigionieri, i deportati. Sono le loro voci e i loro volti quelli che scandiscono un racconto che crea un corto circuito generazionale. Quei racconti e quelle storie, infatti, sono il punto di partenza per una scrittura che nasce da un laboratorio cinematografico condotto in una scuola media del Mugello. Sulla base di quelle storie i ragazzi mettono in scena altre storie, da loro immaginate. Ecco che allora il film diventa un dialogo tra gli eventi vissuti dai personaggi intervistati e quelli re-immaginati dai ragazzi che, in una sorta di spazio reale e, al contempo, onirico mettono in scena quella distanza, quello spazio-tempo che è da sempre il problema della conservazione della memoria. Tante storie si intrecciano tra loro in questo film, tanti sguardi si incrociano e apprendono, con l’energia dell’immaginazione, a parlarsi, a conoscersi, a creare un ponte tra tempi tra loro lontanissimi.

Alla presenza del regista


19:00
65° FESTIVAL DEI POPOLI

Vergemolino

di Francesco Pacini, Italia, 2023, 66'

INGRESSO: €8 intero, €6 ridotto - unico pomeridiano

Ogni anno a Vergemoli, un paesino tra le montagne della Garfagnana, si tiene il “Boccabugia”, festival di poesia improvvisata. Come tante altre piccole località, Vergemoli fa i conti con il progressivo spopolamento ma, nonostante ciò, da decenni, a centinaia si riuniscono per assistere alla divertente manifestazione che permette a tutti di essere poeti per un giorno. A presentare la kermesse, Paolo Ruffini che ne è uno dei principali artefici e che sta valutando se valga la pena acquistare uno dei ruderi da ristrutturare. Il documentario illustra i preparativi e la realizzazione della 50esima edizione del "Boccabugia" ma si tratta di un pretesto per raccontare il legame tra Ruffini, i vergemolini e un mondo fuori dal tempo in cui il senso di comunità è ancora molto forte. Tra scherzi, cene e rimpatriate, alla frenesia della preparazione di un evento unico e alla sua storica ricorrenza si aggiunge un motivo in più per festeggiare: dopo dieci anni nasce un nuovo vergemolino!

Alla presenza del regista e di Paolo Ruffini


21:00
65° FESTIVAL DEI POPOLI

Cerimonia di premiazione

A seguire
65° FESTIVAL DEI POPOLI

Il Complotto di Tirana

di Manfredi Lucibello, Italia, 2024, 71'

INGRESSO: €8 intero, €6 ridotto - unico serale

“Non capita anche a voi di sentirvi truffati?”. La domanda torna puntualmente nell’irriverente documentario di Manfredi Lucibello sull’arte contemporanea e le sue derive. Il complotto di Tirana parte, infatti, dal racconto di una grande truffa, consumatasi nella capitale albanese nel 2001 quando, per la prima volta nella travagliata storia recente del paese, l’arte contemporanea fa capolino con il grande evento della Biennale di Tirana, curata da Giancarlo Politi, critico e fondatore di Flash Art Italia. Politi invita, tra gli altri, il fotografo Oliviero Toscani come curatore di una sezione. Ma, dietro ai quattro artisti invitati da Toscani, si cela un'operazione molto più interessante del previsto, che, come una matrioska, si snoda da Tirana fino alla cittadina ligure di Cogoleto. L’arte è finzione, tendiamo a dimenticarlo, e nella finzione trovano spazio le invenzioni più acute, le zone grigie più fertili. Forse è proprio nelle falle del sistema che si scopre la sua vera natura.

Alla presenza del regista


11:00
65° FESTIVAL DEI POPOLI

The Rise of Espresso

di Enrico Ventrice, 58'

INGRESSO: €8 intero, €6 ridotto - unico pomeridiano

Il racconto corale di come gli emigranti italiani siano stati i primi grandi ambasciatori del caffè espresso nel mondo. Da Firenze a New York, passando per le piantagioni del Brasile.

In collaborazione con Accademia del Caffé Espresso


15:00
65° FESTIVAL DEI POPOLI

Soundtrack to a Coup d’Etat

di Johan Grimonprez, Belgio, Francia, Paesi Bassi, 2024, 150'

INGRESSO: €8 intero, €6 ridotto - unico pomeridiano

1960: sedici Paesi africani vengono ammessi alle Nazioni Unite, scatenando un terremoto politico. Per mantenere il controllo sulle ricchezze dell’ex Congo belga, Re Baldovino trova un alleato nell’amministrazione Eisenhower, che teme di perdere l’accesso alle forniture di uranio, vitale per la produzione di bombe atomiche. In veste di ambasciatore, il jazzista Louis Armstrong si trasforma inconsapevolmente nel paravento per il primo colpo di Stato post-coloniale in Africa, mentre altri artisti come Nina Simone, Duke Ellington e Dizzy Gillespie si trovano di fronte a un gravoso dilemma: come rappresentare un paese in cui vige ancora la segregazione razziale? La guerra fredda raggiunge l’apice quando il leader sovietico Nikita Kruscev denuncia all'Assemblea Generale la complicità delle Nazioni Unite nella destituzione di Lumumba. Un magistrale racconto a più voci e a ritmo sincopato su come è stata minata l’autodeterminazione africana negli anni ’60.

In collaborazione con The Recovery Plan


18:00
65° FESTIVAL DEI POPOLI

Repliche dei film vincitori del 65° Festival dei Popoli

INGRESSO: €8 intero, €6 ridotto - unico pomeridiano

Replica film vincitori del Concorso Italiano e del Concorso Internazionale Discoveries

Vincitore Concorso Italiano

COSE CHE ACCADONO SULLA TERRA
di Michele Cinque (Italia, Germania, 2024, 84')
a seguire
Vincitore Concorso Discoveries
WHAT WE ASK OF A STATUE IS THAT IT DOESEN'T MOVE
dI Daphné Hérétakis (Grecia, Francia, 2024, 31')


21:00
65° FESTIVAL DEI POPOLI

Repliche dei film vincitori del 65° Festival dei Popoli

INGRESSO: €8 intero, €6 ridotto - unico pomeridiano

Replica film vincitore del Concorso Internazionale Lungometraggi

Vincitore Concorso Internazionale Lungometraggi
MOTHER VERA di Cécile Embleton, Alys Tomlinson
(Gran Bretagna, 2024, 91')