Al cinema con Šostakovič
L’uomo col fucile
Celovek s ruz’em
di Sergej Jutkevic Urss 1938; b/n; 100 min.; v.o. sott. it.
Tratto da una famosa opera teatrale di Pagodin, una gustosa “commedia degli equivoci” in formato bolscevico. La rivoluzione è ancora a rischio. Un soldato, di ritorno dal fronte, incontra Lenin senza riconoscerlo. Cominciano a parlare. Sarà un colloquio illuminante, destinato a “rivoluzionare” il punto di vista del soldato che vorrebbe solo tornarsene a casa. Trionfo del comunismo e gloria imperitura al suo leader.
PROGRAMMAZIONE
Manifesto
di Julian Rosefeldt, 2015, Germania/Australia, 95'
Il manifesto del Partito Comunista raccontato da un senzatetto, i motti dadaisti interpretati da una vedova durante un’orazione funebre, Dogma 95 spiegato da una maestra ai suoi allievi. Dodici personaggi (più uno) celebrano i movimenti artistici all’interno di altrettanti ambienti, attraverso un sorprendente collage di famosi manifesti del Novecento scritto da Julian Rosefeldt e interpretato dall’attrice australiana Cate Blanchett, vincitrice dell’Oscar.
Tra gli autori citati nel film: Filippo Tommaso Marinetti, Tristan Tzara, Kazimir Malevich, André Breton, Claes Oldenburg, Yvonne Reiner, Sturtevant, Adrian Piper, Sol LeWitt e Jim Jarmusch.
INGRESSO: intero 6€ / ridotto 5€
versione originale con sott. ita.
PROGRAMMAZIONE
The Paris Opéra
di Jean-Stéphane Bron, 2017, Svizzera/Francia, 110' , v.originale francese con sott. ita
Questo film fa parte dei TOP DOC
Autunno del 2015. All’Opéra di Parigi, Stéphane Lissner sta ultimando i preparativi per la sua prima conferenza stampa come direttore artistico, in cui presenterà la nuova stagione. Ma l’annuncio di uno sciopero e l’aggiunta al cast di un interprete inaspettato (un toro!) complicheranno la situazione. Contemporaneamente, il destino di un giovane cantante russo che frequenta l’Accademia dell’Opéra incrocia la strada di una delle più grandi voci della sua epoca. Il regista Jean-Stéphane Bron racconta la vita dietro le quinte dell’Opéra di Parigi seguendo le vicende di una delle sue stagioni più complesse di sempre, mettendo così in scena l’infinita commedia – non priva talvolta di tinte tragiche – delle vicende umane.
Biglietto intero 8€ / ridotto 6,5€
PROGRAMMAZIONE
The Paris Opéra
di Jean-Stéphane Bron, 2017, Svizzera/Francia, 110' , v.originale francese con sott. ita
Questo film fa parte dei TOP DOC
Autunno del 2015. All’Opéra di Parigi, Stéphane Lissner sta ultimando i preparativi per la sua prima conferenza stampa come direttore artistico, in cui presenterà la nuova stagione. Ma l’annuncio di uno sciopero e l’aggiunta al cast di un interprete inaspettato (un toro!) complicheranno la situazione. Contemporaneamente, il destino di un giovane cantante russo che frequenta l’Accademia dell’Opéra incrocia la strada di una delle più grandi voci della sua epoca. Il regista Jean-Stéphane Bron racconta la vita dietro le quinte dell’Opéra di Parigi seguendo le vicende di una delle sue stagioni più complesse di sempre, mettendo così in scena l’infinita commedia – non priva talvolta di tinte tragiche – delle vicende umane.
Biglietto intero 8€ / ridotto 6,5€
PROGRAMMAZIONE
Manifesto
di Julian Rosefeldt, 2015, Germania/Australia, 95'
Il manifesto del Partito Comunista raccontato da un senzatetto, i motti dadaisti interpretati da una vedova durante un’orazione funebre, Dogma 95 spiegato da una maestra ai suoi allievi. Dodici personaggi (più uno) celebrano i movimenti artistici all’interno di altrettanti ambienti, attraverso un sorprendente collage di famosi manifesti del Novecento scritto da Julian Rosefeldt e interpretato dall’attrice australiana Cate Blanchett, vincitrice dell’Oscar.
Tra gli autori citati nel film: Filippo Tommaso Marinetti, Tristan Tzara, Kazimir Malevich, André Breton, Claes Oldenburg, Yvonne Reiner, Sturtevant, Adrian Piper, Sol LeWitt e Jim Jarmusch.
INGRESSO: intero 6€ / ridotto 5€
versione originale con sott. ita.
Lo Schermo dell'Arte 2017
Live Set Hassan Khan – Superstructure
Vincitore del Leone d’argento per il miglior artista emergente della Biennale di Venezia 2017, Hassan Khan ha eseguito performance in centri d’arte, musei e festival di tutto il mondo, dal Louvre al Guggenheim di New York, dalla Serpentine Gallery di Londra al SALT di Istanbul. I suoi set riuniscono brani preregistrati e improvvisazioni live per le quali usa feedback, filtri, processori, manipolazioni con il laptop, sintetizzatori virtuali e microfoni live insieme a materiali registrati in studio. Per queste composizioni uniche dalle sonorità medio orientali che sfuggono a qualsiasi classificazione, l’artista utilizza vocalist e vari strumenti come ensemble di ottoni, quartetti d’archi, strumenti della musica araba classica, Gamelan, battiti di mani e pianoforte.
Per la serata inaugurale del X Schermo dell’arte, Khan propone un programma di tre pezzi realizzati tra il 2011 e il 2015 con ascolti lenti e sospesi e temi ritmati per essere ballati.
Lo Schermo dell'Arte 2017
24 Frames
di Abbas Kiarostami, 2016, Francia/Iran, 114'
Realizzato in tre anni di lavoro utilizzando strumenti digitali, inserti 3D e green screens, 24 Frames è l’ultimo capolavoro di Abbas Kiarostami scomparso a Parigi all’età di 76 anni, il 4 luglio 2016. E’ un dialogo tra il suo lavoro di filmmaker e quello di fotografo col fine di unire in un’unica opera i due linguaggi artistici ai quali ha dedicato la vita e di rispondere alla domanda: cosa succede prima e dopo che una foto viene scattata? Melanconico e gioioso, serio e malizioso, il film è una meditazione sul passaggio del tempo, sulla fragilità dell’esistenza, temi che sono stati sempre centrali nel cinema del grande regista iraniano.
Lo Schermo dell'Arte 2017
Koudelka Shooting Holy Land
Gilad Baram, Israele, 2015, 76’ vo: inglese; st: italiano
Il regista segue Josef Koudelka, celebre fotografo ceco della Magnum, nel suo viaggio attraverso la Terra santa alla scoperta di questa regione profondamente scossa dal conflitto e dalle tensioni religiose e razziali. Nel film, cinematografia e fotografie dialogano in modo affascinante.
Lo Schermo dell'Arte 2017
Jewel
di Hassan Khan 2010, 6’30’’
Girato in pellicola 35mm e poi trasferito in HD, il video inizia con delle misteriose luci emanate da un pesce che guizza nelle profondità di un mare nero. Queste si trasformano nei riflessi di un set di luci artificiali che illuminano la scena dove si svolge la performance: due uomini vestiti con abiti comuni ballano uno di fronte all’altro al suono dello sha’abi. Lo spettatore viene catturato dal ritmo ipnotico della musica e dalla sensualità dei movimenti.
Lo Schermo dell'Arte 2017
Muslimgauze R.I.P.
di Hassan Khan 2010, 8’07’’
Manchester nel 1982, piena era tatcheriana. Un ragazzino esplora lo spazio di un modesto appartamento toccando gli oggetti che lo circondano. Muslimgauze, che dà il titolo a questo lavoro, è lo pseudonimo del musicista Byrn Jones, nato e vissuto a Manchester, che negli anni 80 ha scritto numerosi pezzi sulla situazione in Medio Oriente senza esservi mai stato. Ispirandosi alla sua figura, Khan costruisce uno scenario fortemente allusivo: da una parte il riferimento al musicista che difende la causa araba senza muoversi dal suo appartamento di Manchester; dall’altra, il ragazzino sperimenta il modesto ambiente in tutto simile a quelli della middle class inglese. Un film spettrale nel quale Khan mette in scena le condizioni sociali della politica conservatrice del Regno Unito sotto la Thatcher.
Lo Schermo dell'Arte 2017
Blind Ambition
di Hassan Khan, 2012, 45’ vo: arabo; st: inglese, italiano
Girato al Cairo con un cellulare, Blind Ambition è composto da nove momenti che catturano le conversazioni di uomini e donne, interpretati da attori, che si muovono in un contesto urbano assai concitato. Nelle conversazioni ogni momento di tensione finisce nel niente come se la lotta verbale non fosse nulla più di un consumo di stress. In parallelo la parte visiva, grazie all’uso del cellulare, sembra guidare lo spettatore a partecipare alle vicende narrate avvicinandosi ai soggetti per poi distaccarsi da questi come a perdere improvvisamente interesse al dialogo che presto svanisce. Il parlato registrato separatamente in studio è stato aggiunto alle immagini al momento del montaggio eliminando ogni rumore di fondo. Con un affetto straniante il film scorre così tra le vene di una città congestionata.
Lo Schermo dell'Arte 2017
Interregnum
di Adrian Paci, 2017, Italia, 17’28”
In questo suo ultimo lavoro, Paci ha assemblato immagini recuperate da archivi e televisioni nazionali di alcuni paesi dell’ex Unione Sovietica che mostrano i funerali dei dittatori che li governarono. Sconvolte dal dolore, lunghe file di persone sono in attesa di rendere omaggio a un uomo e a un ideale. La morte di un leader libera il dolore dei singoli che, dice l’artista albanese, “non era contemplato nella società comunista”.
In collaborazione con Museo Novecento e Le Murate. Progetti Arte Contemporanea in occasione della mostra Adrian Paci. Di queste luci si servirà la notte
Alla presenza dell’autore
Lo Schermo dell'Arte 2017
Pre-Image (Blind as the Mother Tongue)
di Hiwa K, Grecia, 2017, 17’40” vo: inglese; st: italiano
Munito di uno strano oggetto, un palo tenuto in equilibrio sul naso con attaccati alcuni specchi, l’artista curdo iracheno ripercorre a piedi il tragitto dalla Turchia alla Grecia fino a Roma che fece quando fu costretto a fuggire dalla sua terra. La limitata vista del terreno data dal dispositivo gli consente di procedere lentamente e in modo incerto. Il film è la metafora dei pericoli che ogni migrante incontra nel suo percorso di fuga dal proprio paese.
Lo Schermo dell'Arte 2017
Beuys
di Andres Veiel, 2017, Germania, 107’ vo: tedesco, inglese; st: inglese, italiano
Il film di Andres Veiel ricostruisce la vita e la carriera di Joseph Beuys tra arte, insegnamento e politica restituendo il clima di dibattiti, resistenza e utopia in cui operò il carismatico artista tedesco. Scultore, performer, sciamano, teorico, artista rivoluzionario e provocatorio ancora oggi, a trent’anni dalla sua scomparsa, il suo nome è circondato da un alone di mito. Recuperando brani registrati inediti audio e video e interviste, Veiel crea un ritratto che, come l’artista stesso, lascia spazio alle idee più che proclamare affermazioni, rendendo esplicite le tensioni che dettero vita al suo concetto di opera d’arte totale.
Prima italiana alla presenza dell’autore
Lo Schermo dell'Arte 2017
Tashlikh (cast off)
di Yael Bartana, Germania, Paesi Bassi, Israele, 2017, 11’
Un suono cupo accompagna la caduta in slow motion di oggetti dalle fogge più svariate: salvagenti, sacche da viaggio, passaporti, chiavi, giocattoli, armi, fotografie, abiti, proiettili. L’artista israeliana, protagonista del padiglione della Polonia alla Biennale del 2011, mette in scena un tipo di rituale che consiste nel gettare via deliberatamente oggetti legati alla memoria di un trauma come esempio di liberazione psicologica.
Lo Schermo dell'Arte 2017
The World
di Mika Taanila, Finlandia, 2017, sonoro, 7’
Ispirato a L'uomo che cadde sulla Terra, film di Nicola Roeg con David Bowie, il cortometraggio dell’artista finlandese ne rappresenta una versione rovesciata in senso letterale poiché le immagini sono effettivamente capovolte. In un'atmosfera apocalittica, animali, piante e oggetti sembrano aspettare un disastro finale.
Lo Schermo dell'Arte 2017
Fall into Ruin
di William E. Jones, Stati Uniti, 2017, 30' vo: inglese; st: italiano
Alexander Iolas fu un celebre mercante e collezionista greco che visse tra Parigi, New York e Atene. Il film racconta la visita dell’autore alla sua villa ateniese, dichiarata sito del patrimonio culturale del paese. Ma oggi l’edificio, più volte vandalizzato, è in uno stato di completo abbandono. Nel periodo di massimo splendore all’inizio degli anni '80 era meravigliosamente arredata con numerose opere d’arte contemporanea e antichità.
Lo Schermo dell'Arte 2017
Act & Punishment
di Evgenij Mitta, Russia, 2015, 90’ vo: russo; st: inglese, italiano
Le Pussy Riot, gruppo al femminile punk-rock russo, manifestano il loro dissenso con performance che sono un misto di azionismo, arte e politica. Il 17 Agosto del 2012, tre di loro vengono arrestate durante una di queste esibizioni nella Cattedrale del Cristo Salvatore a Mosca, accusate di “vandalismo motivato da odio religioso”. Il film inizia con le immagini del processo che le vide condannate a due anni di prigione. Da quel momento, diventano un simbolo per tutto il mondo della lotta per la libertà di espressione.
Lo Schermo dell'Arte 2017
Vivian’s Garden
di Rosalind Nashashibi, Regno Unito, 2017, 29’50’’ vo: inglese, spagnolo, tedesco; st: inglese, italiano
Vivian Suter e sua madre Elisabeth sono due artiste svizzero-austriache che vivono a Panajachel, Guatemala, in una tenuta acquistata negli anni '80, circondata da un lussureggiante giardino tropicale. La macchina da presa 16mm dell’artista inglese candidata al Turner Prize 2017 sembra entrare in simbiosi con la vita quotidiana delle due donne attraverso inquadrature ravvicinate, intime, talvolta quasi furtive.
Prima italiana alla presenza dell’autrice
Lo Schermo dell'Arte 2017
Urth
di Ben Rivers, Regno Unito, 2016, 20’ vo: inglese; st: italiano
Un’anonima scienziata racconta i suoi ultimi giorni all'interno del centro scientifico Biosfera 2, in Arizona. Il film dell’artista britannico è un'intima riflessione su temi quali l'isolamento, la costruzione di ambienti artificiali, la visione del futuro, il rapporto tra uomo e natura.
Lo Schermo dell'Arte 2017
Live Art: Adrian Villar Rojas in Istanbul
di Heinz Peter Schwerfel, Francia, 2016, 26’ vo: spagnolo, tedesco; st: italiano
La serie Live Art di ARTE TV, nata da un’idea di Hans Ulrich Obrist, tra i più celebri curatori internazionali, comprende otto film realizzati da Heinz Peter Schwerfel su artisti che hanno rinnovato il linguaggio dell’arte contemporanea, che verranno trasmessi all’inizio del 2018.
Villar Rojas realizza sculture per le quali impiega materiali organici e inorganici. Queste si deteriorano, si decompongono e muoiono. Lo scorrere del tempo è infatti un’ossessione centrale nel suo lavoro che cerca di dare forma tangibile ai processi di mutamento, decadimento e rinascita cui è destinata ogni forma di vita. Il film è girato in occasione della Biennale di Istanbul del 2015 per la quale l’artista argentino ha realizzato una serie di straordinari animali fantastici installati sul bordo del Mar di Marmara.
Prima mondiale alla presenza dell’autore
Lo Schermo dell'Arte 2017
Live Art: Philippe Parreno, le temps de l’espace
di Heinz Peter Schwerfel, Francia, 2015, 25’ vo: tedesco, francese; st: italiano
La serie Live Art di ARTE TV, nata da un’idea di Hans Ulrich Obrist, tra i più celebri curatori internazionali, comprende otto film realizzati da Heinz Peter Schwerfel su artisti che hanno rinnovato il linguaggio dell’arte contemporanea, che verranno trasmessi all’inizio del 2018.
Il film su Philippe Parreno girato a New York nel giugno 2015 in occasione della sua personale nello spazio spettacolare della Armory Drill Hill su Park Avenue, segue l’allestimento concepito dall’artista francese in modo tale da cambiare ogni giorno, accompagnato dalle parole di Hans Ulrich Obrist, dello stesso Parreno e del pianista Mikhail Rudy.
Prima mondiale alla presenza dell’autore
Festival internazionale di Cinema e Donne 2017
Aïta
di Izza Génini, MAROCCO, 1988, 26’
Interpretato dagli Cheikhat, i musicisti itineranti, la Aita è un grido che diviene canto, un canto che si trasforma in appello. Può essere un grido di dolore o un grido di amore e speranza. L'interprete è Fatna Bentelhoceine e il gruppo gli Oulad Aguida.
Festival internazionale di Cinema e Donne 2017
Cédrat, le fruit de la splendeur
di Izza Génini, Francia/Marocco, 1991, 26’
Perché tanto lavoro ed attenzione sono riservati ai cedri spendenti e profumati che si coltivano in Marocco? Perché nella tradizione ebraica è stato Dio stesso ad indicare a Mosè il cedro come una delle quattro piante da avere durante la celebrazione di Succott, la festa delle capanne. Un ramo di palma, due di salice, tre di mirto e un cedro perfetto.
Festival internazionale di Cinema e Donne 2017
Pour le plaisir des yeux
di Izza Génini, Francia/Marocco, 1997, 51’
L’arte del trucco è una magia tutta marocchina. Ci sono donne capaci di trasformare per un giorno una contadina in una principessa quando non in una regina. Due di queste artiste-maghe ci introducono ai segreti della bellezza e della seduzione. Nel nord del Marocco chi pratica il trucco e l’ornamento è una persona importante chiamata Zyana, nel resto del paese Neggaffa.
Festival internazionale di Cinema e Donne 2017
L’ombra della sposa
di Alessandra Pescetta, Italia, 2017, 11’
“C’è sempre un mare rosso, un mare vivo o morto, che si para davanti a chi va ramingo, in cerca di casa” scrive Stefano D’Arrigo in Horcynus Orca. Entriamo nelle visioni degli ultimi istanti di vita di soldati e marinai scomparsi nelle profondità del Mediterraneo durante la seconda Guerra Mondiali.
Festival internazionale di Cinema e Donne 2017
Punishment Island
di Laura Cini, Italia, 2017, 56’
In Uganda c’è la piccola isola di Akampene che, prima di essere sommersa dalle acque del lago Bunyonyi, esprime un desiderio: raccontare la sua tragica storia di sofferenza e morte. Sull’isola, infatti, erano abbandonate le ragazze che restavano incinte senza essere sposate. L’isola racconta, ma parlano anche Mauda, Jenerasi e Grace che si sono salvate. Una storia segreta o già una leggenda?
Festival internazionale di Cinema e Donne 2017
Pourquoi pas!
di Coline Serreau, Francia, 1977, 93’
Fernand, è bisessuale, Louis, omosessuale. Alexa è la donna che vive con loro. Queste, però sono solo definizioni poco corrispondenti agli equilibri che si compongono e scompongono come le figure che volteggiano sul trapezio nel circo. Tutto può succedere e tutto può cambiare, specialmente se entra in campo qualcun altro. Perché no?
Festival internazionale di Cinema e Donne 2017
“La Fabbrica della Bellezza” di Matilde Gagliardo, riflessioni
Festival internazionale di Cinema e Donne 2017
La fuga
di Sandra Vannucchi, Italia/Svizzera, 2017, 78’
Silvia ha undici anni, vive a contatto con la grave depressione della madre e si sente incompresa dal padre. Vorrebbe visitare Roma e, dato che nessuno vuole o può accompagnarla, decide di farlo da sola. Comincia così una fuga che la porta a far conoscenza con una, quasi coetanea, rom che la ospita per qualche giorno nel campo in cui vive. Nasce una complicata ma sincera amicizia che farà crescere entrambe. Girato in un vero campo rom con i suoi reali abitanti.
Festival internazionale di Cinema e Donne 2017
Solutions locales pour un désordre global
di Coline Serreau, Francia, 2010, 113'
Che cosa si può fare ora per arrestare il declino dell'umanità e contrastare la crisi di cui la Serreau parla da tempo e in largo anticipo? In questo film cult, campione d'incassi ovunque e in Italia mai distribuito, significa anche ritornare a produzione legate al ciclo millenario della terra. Perché ci sono persone che in ogni parte del globo ci stanno lavorando e fervono teorie e pratiche. Basta saperlo e collegarsi.
Festival internazionale di Cinema e Donne 2017
Focus Segnare il tempo
Performance ARTEMISIA di Bio Fila
Democrazia, Cinema e Donne. Esperienze a confronto tra Italia, Svezia Marocco e Portogallo.
Festival internazionale di Cinema e Donne 2017
O Pássaro da noite
Marie Losier, Portogallo, 2015, 20’
Nella notte di Lisbona c’è Fernando/Deborah performer che da trenta anni si esibisce in abiti dorati e luccicanti. Una immersione nei materiali, nei piccoli oggetti e nei lavori di sartoria che permettono le trasformazioni e i travestimenti.
Festival internazionale di Cinema e Donne 2017
I, the Animal
Michalina Musialik, Polonia, 2015, 6’
Allegoria animata e feroce di una educazione sentimentale nazista. Dal gioco, per nulla innocente, della sottomissione tra bambini alla teoria e pratica della violenza. Però...
Festival internazionale di Cinema e Donne 2017
Gure Hormek
(In lingua basca Le nostre pareti), Las Chicas de Pasaik, (Maria Elorza, Maider Fernández), SPAGNA, 2016, 15:13’
Il vicinato delle Casalinghe. Il quartiere delle Insonni. Il chiosco della Madre Sconosciuta. Il sotterraneo delle Donne Sole. La topografia di una città immaginaria e la realtà delle pareti delle case dove la gente vive e lascia le tracce della sua esistenza.
Festival internazionale di Cinema e Donne 2017
Cosmos
Daria Kopiec, Polonia, 2017, 2’
Fulminea e fulminate animazione polacca con la materializzazione del desiderio in un corpo che si costruisce per essere amato. Un incontro capace di connettere gli amanti all’intero Universo con molto humor.
Festival internazionale di Cinema e Donne 2017
Vasa Vasa
Alessia Scarso; Italia, 2017, 12’
Il racconto della Passione e Resurrezione del Cristo come viene celebrato nei riti della Settimana Santa di Modica in Sicilia. Al centro della vicenda c’è soprattutto Maria che dal nero della vestizione tradizionale attraverso il dolore, il canto, la devozione abbraccia Gesù trionfando sulle tenebre e torna a rivestire il manto azzurro per la gioia dei fedeli.
Festival internazionale di Cinema e Donne 2017
Tirhas
Francesca Cogni, Italia/Francia, 2017, 11’
Tirhas è una giovanissima migrante. Ha appena attraversato una frontiera a piedi, di notte, sulla linea della ferrovia. E' partita più di un anno fa dall'Eritrea, vuole studiare medicina in Europa. Nella notte Tirhas racconta il suo viaggio e i suoi incontri. Accompagna il racconto un'animazione fatta di segni, colori, simboli.
Festival internazionale di Cinema e Donne 2017
Gipsofila
Margarida Leitão, Portogallo, 2015, 61’
Una giovane filmmaker ha deciso di riprendere la nonna nel suo ambiente, la casa, registrando le conversazioni che accompagnano l’incontro con l'anziana donna. Ma la nonna, con grande decisione, entra nella regia del film proponendo inquadrature, luci e suggerendo significati di oggetti e relazioni spaziali. La nipote sta al gioco che la relazione di affetto e rispetto impone. Ne risulta un lavoro di commovente intelligenza in cui la differenza di età non conta più e poche stanze diventano un mondo. Qualcosa, ad esempio, nel ritmo e nella scelta delle immagini, ricorda Chantal Akerman.
39°Festival Internazionale di Cinema e Donne
Giuliana Lai
Marilisa Piga, Italia, 2017, 29’
Ritratto dedicato a Giuliana, sorella e compagna di vita, di sogni e di opere dell'artista Maria Lai. Il senso è quello di conservare memoria visiva e sonora della sua persona e dei suoi lavori di artigiana-artista capace di tirare le fila di qualsiasi tessuto o stoffa. Giuliana, di due anni più giovane di Maria, è scomparsa nel 2012. Nel ritratto è lei stessa che racconta il suo modo di stare al mondo e di lavorare con la sua macchina da cucire trasferendo un'instancabile immaginazione in trame e oggetti di stoffa.
Festival internazionale di Cinema e Donne 2017
Io sono nata viaggiando
Irish Braschi, ITALIA, 2013, 74' – Incontro con Dacia Maraini
Documentario “interpretato” da Dacia Maraini che ripercorre luoghi e vicende della sua vita straordinaria regalandoci ricordi ed emozioni. Luoghi reali, Sicilia, Egitto, Giappone e luoghi dell’anima dove abitano gli affetti e i compagni più cari, Moravia, Pasolini, Maria Callas. La voce narrante, in realtà il pensiero della scrittrice è affidata alla voce di una bravissima doppiatrice Maria Pia di Meo.
Festival internazionale di Cinema e Donne 2017
Incontro con le registe presenti
Festival internazionale di Cinema e Donne 2017
A Girl Of No Importance
Anya Camilleri, UK, 2017, 15’
Ogni anno si contano circa diecimila ragazze rapite o comprate nei paesi dell’Europa orientale e avviate alla prostituzione. Spesso sono minorenni. Alina, sedici anni, è una di loro e cerca di uscire da questo incubo fuggendo attraverso il centro di Roma, città bellissima dove, però, non trova nessuno di cui si possa fidare.
Festival internazionale di Cinema e Donne 2017
Viaggio a Stoccolma
Gabriella Rosaleva, Italia, 2017, 15’
Il viaggio che Grazia Deledda compie nel 1927 per ritirare il premio Nobel per la Letteratura, dalla Sicilia a Stoccolma. Occasione in cui la scrittrice rivive gli episodi fondamentali della sua esistenza e incontra i personaggi dei suoi romanzi con cui discute il senso dello scrivere, della memoria e della vita stessa.
Festival internazionale di Cinema e Donne 2017
Contro l’ordine divino
Petra Biondina Volpe, Svizzera, 2017, 90’
Una esilarante commedia sulle serissime vicende e sulle lotte che hanno determinato il raggiungimento del diritto di voto per le donne svizzere . Film originale e assolutamente coinvolgente, centrato sulla quotidianità di un gruppo di donne che hanno saputo ribellarsi ad un “ordine divino” sostenuto da retrogradi e reazionari fuori tempo massimo. Si ride sull’ottusità dei sostenitori della tradizione a tutti i costi e si fa il tifo per tutte quelle donne che attraverso le loro piccole rivoluzioni domestiche si battono, non solo in Svizzera, per eliminare le disuguaglianze di genere