PROGRAMMAZIONE
Posso entrare? An Ode To Naples
Trudie Styler, Italia, 2023, 107' - v.o. sott. ita
INGRESSO: 6€ intero / 5€ ridotto
Napoli: città di cultura e creatività ma anche di caos e abbandono criminale. Con il suo sguardo di straniera appassionata della città, in due anni di assidua frequentazione Trudie Styler (regista, attrice nonchè moglie del cantante Sting) ha raccolto la sfida di un documentario in grado di narrare i contrasti della bellezza e del dolore, della luce e dell’oscurità che caratterizzano una città unica al mondo. Lasciando che sia la gente del capoluogo partenopeo a raccontare la propria storia, rivela un mondo in cui convivono generosità e crudeltà, luci e ombre. Un ritratto sfaccettato e corale nelle voci di don Antonio Loffredo, parroco ribelle e illuminato del quartiere Sanità, dell’attore Francesco Di Leva, fondatore del Teatro NEST a San Giovanni a Teduccio, dello scrittore Roberto Saviano e dell’artista Jorit, senza dimenticare le “forti guerriere” che combattono per le donne, i castagnari e Antonio, veterano delle Quattro Giornate di Napoli durante la seconda guerra mondiale. E con Sting che esegue “Fragile” per i detenuti del carcere di Secondigliano.
PROGRAMMAZIONE
Sick Of Myself
Kristoffer Borgli, Norvegia, 2022, 95' - v.o. sott. ita
INGRESSO (VM 14): 6€ intero / 5€ ridotto
Sick of myself si muove fra i generi, toccando commedia, dramma e anche body horror; facendoci riflettere sulla deriva autoreferenziale e delirante del nostro desiderio di notorietà.
Il film racconta la storia di Signe e Thomas (Kristine Kujath Thorp ed Eirik Sæther), una coppia che vive una relazione solida, ma segnata dalla competizione dell’uno nei confronti dell’altra. Il loro legame diventa davvero tossico, però, quando Thomas raggiunge il successo come artista contemporaneo. La cosa fa sentire Signe messa in ombra e scatena in lei una malsana competizione. Quest’ultima, infatti, cerca disperatamente di riconquistare il suo status provando a diventare una persona nuova e decisa, con l’intento di attirare non solo l’attenzione del suo fidanzato, ma anche quella dei loro amici. La donna mette quindi in atto un piano malvagio per reclamare l’attenzione, sfociando nell’assurdo e nel machiavellico.
Il film è vietato ai minori di 14 anni.
LUIS BUÑUEL – SOGNO E SON DESTO
Bella di giorno
di Luis Buñuel, Francia e Italia, 1967, 89’ - v.o. sott. ita
INGRESSO: 6€ intero / 5€ ridotto
Séverine, la giovane moglie di un chirurgo di successo, è affetta da seri problemi relazionali e fatica a entrare in contatto con il marito. Per superare le sue fobie e la sua frigidità, la donna decide di iniziare a prostituirsi. Leone d’oro alla 28ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, Bella di giorno è uno dei maggiori successi della carriera di Bunuel. Con arguzia e confidenza, l’autore mette in scena il rapporto tra la protagonista e la propria sessualità, celebrando la libertà e la promiscuità, che nella poetica dell’autore diventano virtù.
PROGRAMMAZIONE
Posso entrare? An Ode To Naples
Trudie Styler, Italia, 2023, 107' - v.o. sott. ita
INGRESSO: 6€ intero / 5€ ridotto
Napoli: città di cultura e creatività ma anche di caos e abbandono criminale. Con il suo sguardo di straniera appassionata della città, in due anni di assidua frequentazione Trudie Styler (regista, attrice nonchè moglie del cantante Sting) ha raccolto la sfida di un documentario in grado di narrare i contrasti della bellezza e del dolore, della luce e dell’oscurità che caratterizzano una città unica al mondo. Lasciando che sia la gente del capoluogo partenopeo a raccontare la propria storia, rivela un mondo in cui convivono generosità e crudeltà, luci e ombre. Un ritratto sfaccettato e corale nelle voci di don Antonio Loffredo, parroco ribelle e illuminato del quartiere Sanità, dell’attore Francesco Di Leva, fondatore del Teatro NEST a San Giovanni a Teduccio, dello scrittore Roberto Saviano e dell’artista Jorit, senza dimenticare le “forti guerriere” che combattono per le donne, i castagnari e Antonio, veterano delle Quattro Giornate di Napoli durante la seconda guerra mondiale. E con Sting che esegue “Fragile” per i detenuti del carcere di Secondigliano.
PROGRAMMAZIONE
Sick Of Myself
Kristoffer Borgli, Norvegia, 2022, 95' - v.o. sott. ita
INGRESSO (VM 14): 6€ intero / 5€ ridotto
Sick of myself si muove fra i generi, toccando commedia, dramma e anche body horror; facendoci riflettere sulla deriva autoreferenziale e delirante del nostro desiderio di notorietà.
Il film racconta la storia di Signe e Thomas (Kristine Kujath Thorp ed Eirik Sæther), una coppia che vive una relazione solida, ma segnata dalla competizione dell’uno nei confronti dell’altra. Il loro legame diventa davvero tossico, però, quando Thomas raggiunge il successo come artista contemporaneo. La cosa fa sentire Signe messa in ombra e scatena in lei una malsana competizione. Quest’ultima, infatti, cerca disperatamente di riconquistare il suo status provando a diventare una persona nuova e decisa, con l’intento di attirare non solo l’attenzione del suo fidanzato, ma anche quella dei loro amici. La donna mette quindi in atto un piano malvagio per reclamare l’attenzione, sfociando nell’assurdo e nel machiavellico.
Il film è vietato ai minori di 14 anni.
PROGRAMMAZIONE
Sick Of Myself
Kristoffer Borgli, Norvegia, 2022, 95' - v.o. sott. ita
INGRESSO (VM 14): 6€ intero / 5€ ridotto
Sick of myself si muove fra i generi, toccando commedia, dramma e anche body horror; facendoci riflettere sulla deriva autoreferenziale e delirante del nostro desiderio di notorietà.
Il film racconta la storia di Signe e Thomas (Kristine Kujath Thorp ed Eirik Sæther), una coppia che vive una relazione solida, ma segnata dalla competizione dell’uno nei confronti dell’altra. Il loro legame diventa davvero tossico, però, quando Thomas raggiunge il successo come artista contemporaneo. La cosa fa sentire Signe messa in ombra e scatena in lei una malsana competizione. Quest’ultima, infatti, cerca disperatamente di riconquistare il suo status provando a diventare una persona nuova e decisa, con l’intento di attirare non solo l’attenzione del suo fidanzato, ma anche quella dei loro amici. La donna mette quindi in atto un piano malvagio per reclamare l’attenzione, sfociando nell’assurdo e nel machiavellico.
Il film è vietato ai minori di 14 anni.
EVENTO SPECIALE
Gods Of Mexico
Helmut Dosantos, Messico, USA, 2022, 96' - v.o. sott. ita
INGRESSO: 6€ intero / 5€ ridotto
Ambientato nel Messico rurale, il documentario esplora le differenti modalità di resistenza alla modernizzazione, ritraendo la gran diversità delle comunità native e afro-discendenti di tutto il paese. È un omaggio all’essere umano, al suo lavoro quotidiano e a coloro che lottano per preservare la propria identità culturale. Una “Atlantide perduta”, dove innumerevoli possibilità di esistenza continuano a resistere all’ombra della modernizzazione, contro quel tipo di progresso che – marciando a tutta velocità – allontana ogni considerazione critica sulla direzione e sui valori da seguire.
Grazie a Entre dos Mundos – Festival del cinema ibero-americano di Firenze, il documentario Gods of Mexico, presentato a numerosi festival internazionali, sarà in sala a La Compagnia per un’unica proiezione alla presenza del regista Helmut Dosantos.
64° FESTIVAL DEI POPOLI
La ricomparsa delle lucciole
di Cristiano Giamporcaro, Italia, 2023, 32′
INGRESSO UNICO POMERIDIANO: 7€ INTERO/5€ RIDOTTO
È un esordio incantato quello di Cristiano Giamporcaro, giovane regista diplomatosi al Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo. Il paesaggio asciutto dell’entroterra siciliano, accidentato da edifici dall’aria spettrale, accoglie Giorgio, un ragazzino di dieci anni, e un anziano pastore, la cui quotidianità si dipana tra i versanti delle colline, attraversate da serpentoni stradali che scivolano via silenziosi. Giorgio vaga per il paesaggio e le sue rovine, con cui instaura un corpo a corpo sguaiato, fatto di innocenti atti di distruzione, mentre impara a prendere le misure con il mondo che lo circonda. Un mondo antichissimo, quanto il cielo che lo sovrasta, fatto di stelle lontane, la cui luce persiste. Un film sulla permanenza di una realtà impalpabile che è altro da noi, sulla necessità di rinnovare i nostri legami con essa, saperne attraversare la materia misteriosa e il suo modificarsi, trovando di volta in volta nuove congiunzioni, perché nessuna sparizione possa esaurirne il fondo luminoso.
64° FESTIVAL DEI POPOLI
I Don’t Know Where You Will Be Tomorrow
di Emmanuel Roy, Francia, 2023, 60′
INGRESSO UNICO POMERIDIANO: 7€ INTERO/5€ RIDOTTO
All’interno del Centro di detenzione amministrativa (CRA) di Marsiglia, la dottoressa Reem Mansour fornisce una consulenza medica di base alle persone migranti in attesa di rimpatrio. La loro vita è in stallo e nessuno di loro conosce il destino che l’attenderà l’indomani. La donna fa del suo meglio per aiutarli, intrappolata in un sistema che reprime coloro che le richiedono assistenza. Emmanuel Roy oltrepassa con la macchina da presa la barriera del centro detentivo, bastione poliziesco delle politiche migratorie francesi, per svelare quella che sembra essere una falla nell’apparato repressivo: uno spazio protetto di umanità e confessione. Il regista raccoglie le diverse testimonianze, puntando sempre l’obiettivo sulla dottoressa in ascolto. I Don’t Know Where You Will Be Tomorrow denuncia le maglie strette di un potere contraddittorio che intrappola e si rende complice degli abusi sulle persone migranti ma allo stesso tempo offre uno spiraglio per chi, all’interno di un sistema, si sforza di creare spazi di resistenza.
64° FESTIVAL DEI POPOLI
A Lost Heart and Other Dreams of Beirut
di Maya Abdul-Malak Francia, 2023, 36′
INGRESSO UNICO POMERIDIANO: 7€ INTERO/5€ RIDOTTO
Film giocato sul fuoricampo, attraverso inquadrature fisse e inquiete, superfici riflettenti che rivelano altri spazi, intimi e pubblici, che nulla danno a intendere dell’esplosione al porto del 2020, del caos politico ed economico, delle rivolte e della disperazione nella quale la città è sprofondata nel 2019. Siamo avvolti dalle voci degli abitanti di Beirut, dai loro ricordi, dalla spuma del mare, dai suoni della città vecchia, dai clacson, dalle musiche che risuonano ovunque. Il fantasma dello splendore della città del dopoguerra vive ancora nella dolcezza dei tramonti, nei ragazzi che si tuffano, nei miagolii dei gatti, nel volto di una signora anziana che fuma e in quello di un guardiano dei morti che sospira. Beirut esiste solo come sogno, negli echi e nelle ombre, negli strati profondi della memoria degli abitanti che la tengono negli occhi, nella dignità, nella malinconia e ancora nella rabbia e nella gioia dei giovani che ballano nella notte.
64° FESTIVAL DEI POPOLI
Between 10 And 100 Hertz
di Émilien Dubuc, Francia, 2023, 18′
INGRESSO UNICO POMERIDIANO: 7€ INTERO/5€ RIDOTTO
Le strutture di cemento armato di un quartiere vibrano al ritmo della sua imminente demolizione. Un ingegnere con un geofono effettua rilievi sul terreno. Nel corso delle misurazioni, incontra i vicini che popolano le strade del quartiere, lasciando emergere un ritratto della vita quotidiana di una periferia nel nord della Francia. Emilien Dubuc offre uno sguardo sensibile su uno spazio urbano diviso tra lo stato d’abbandono e le vite delle persone che resistono. Le voci dei vicini attraversano i confini fisici e culturali del quartiere, costruendo un paesaggio sonoro che si insinua tra le frequenze sonore di una palazzina in fase di demolizione. Entre 10 et 100 hertz costruisce in maniera delicata una mappa delle relazioni sociali ed emotive all’interno di un territorio periferico laddove, attraverso la cura e l’ascolto, si resiste alle pressioni della gentrificazione.
64° FESTIVAL DEI POPOLI
The Lost Boys of Mercury
di Clémence Davigo, Francia, 2023, 106′
INGRESSO UNICO POMERIDIANO: 7€ INTERO/5€ RIDOTTO
Tre anziani si ritrovano in una casa di campagna vicino ad Albertville, nella Savoia francese. Michel ha preparato un pasto abbondante e gli uomini si siedono a tavola per approfittare di una bella giornata di sole. Ma quello che sembra inizialmente essere un idilliaco ritrovo tra vecchi amici in vena di condividere le proprie ragazzate diventa un dolorosissimo viaggio a ritroso nel tempo. Come altri, da bambini sono stati affidati al centro correzionale per ragazzi di Mercury, che faceva capo alla Direzione dipartimentale degli affari sanitari e sociali ed era gestito da un abate della Chiesa cattolica, e lì la loro infanzia si è trasformata in un incubo a lungo celato. Nel magnifico documentario di Clémence Davigo, filmato con attenta empatia, il gruppo si confessa apertamente per la prima volta, svelando i recessi più oscuri di un passato doloroso e portando allo scoperto traumi irrecuperabili che ne hanno segnato l’esistenza e hanno reso loro impossibile viverla appieno.
64° FESTIVAL DEI POPOLI
Antarctica Calling
di Luc Jacquet, Francia, 2023, 83′
INGRESSO UNICO SERALE: 7€ INTERO/5€ RIDOTTO
Nel 1991, Luc Jacquet partì per la sua prima missione in Antartide. Fu l’inizio di una lunga frequentazione che lo portò a diventare uno dei registi di documentari più premiati di sempre dopo lo straordinario successo di La marcia dei pinguini (Oscar nel 2005). Trent’anni più tardi, Jacquet torna là dove tutto è cominciato, accompagnando spettatori e spettatrici in un viaggio intimo e personale nel cuore di una natura selvaggia e grandiosa, attraverso la Patagonia e l’estremità meridionale delle Ande, fino dalla Terra del Fuoco da cui si imbarca per una navigazione accidentata verso il continente che continua a chiamarlo a sé. Le stupefacenti immagini in bianco e nero realizzate da un trio di direttori della fotografia (Christophe Graillot, Jérôme Bouvier e Sarah Del Ben) rispondono del desiderio del regista di restituire in immagini la maestosità dei paesaggi e di chi li abita ma è soprattutto la voce fuori campo dell’autore a creare una dimensione emotiva e immaginifica sul senso di scoperta che ha caratterizzato una vita intera.
64° FESTIVAL DEI POPOLI
Anti-pop
di Jacopo Farina, Italia, 2023, 55′
INGRESSO UNICO SERALE: 7€ INTERO/5€ RIDOTTO
Ivrea e le sue rossi torri, luogo del carnevale più violento e folle di ogni Halloween immaginabile, incombono sul racconto autobiografico di Marco Jacopo Bianchi, in arte Cosmo. ANTI-POP ci parla di un ragazzo emerso dalla provincia di un Piemonte Paranoico per abbracciare la musica. Gli inizi indie rock di Cosmo e delle sue band, Mélange e Drink to Me, sembrano una conseguenza inevitabile di quel luogo e di quegli umori, l’espressione di un desiderio di fuga e di ammazzare la noia. Con un pizzico di sana arroganza, con la voglia di raccontare la luce alla fine del tunnel della gavetta e di condividerla con il mondo. Non c’è niente di banale nella storia di Cosmo, perché a guidarla sono la semplicità e l’amore per l’aneddoto. E nella strampalata famiglia del nostro, tipica dimostrazione che la normalità semplicemente non esiste, di aneddoti e curiosità ce ne sono in abbondanza. Per capire cosa significhi il concetto in senso lato di indie, e se ancora significhi qualcosa, occorre passare di qua.
64° FESTIVAL DEI POPOLI
Colossal Youth
di Pedro Costa, Portogallo, Francia e Svizzera, 2006, 155′
INGRESSO UNICO POMERIDIANO: 7€ INTERO/5€ RIDOTTO
Vecchi mobili gettati da una finestra di notte, in un quartiere popolare; una donna che sembra provenire dal fondo di una grotta con un coltello in mano racconta una storia guardando in macchina. È la sequenza iniziale del terzo film di Pedro Costa ambientato a Fontainhas, il quartiere di Lisbona diventato il mondo filmico del regista portoghese. Juventude em marcha è un lavoro sul tempo, sin dalla sequenza citata: sulla memoria, sul tempo passato e scomparso, che però può emergere all’improvviso, come un fantasma nella notte attraverso un gesto o una storia. In questo spazio abitato in gran parte da migranti di Capo Verde si muove Ventura, altro corpo sospeso, che non ha più un passato e neanche un futuro, ma che può solo vivere il presente sfuggente di un quartiere che sta rapidamente svanendo e in cui l’uomo non può che vagare, come se tutto fosse ormai immerso in una dimensione spettrale. Il film prosegue il percorso sui mondi/comunità di Pedro Costa, facendo sempre più dello spazio urbano il luogo in cui si combatte la battaglia per la memoria.
64° FESTIVAL DEI POPOLI
Trouble
di Miranda Pennell, Regno Unito, 2023, 30′
INGRESSO UNICO POMERIDIANO: 7€ INTERO/5€ RIDOTTO
Le fotografie aeree della collezione Crawford, dell’Istituto di Archeologia dell’University College di Londra, si popolano, nello sguardo di Miranda Pennell, di presenze spettrali, perturbanti. Dagli archivi della dominazione inglese in Medio Oriente emergono dettagli apparentemente minimi, indizi della violenza nascosta che si annida nelle immagini che abbiamo visto mille volte nei libri di storia. La voce narrante, immersa nell’ambiente sonoro del cinema del terrore degli anni ’50 e ’60, evoca con ironia e precisione i fantasmi dell’orientalismo, ci obbliga a ripensare la separazione tra spedizioni archeologiche e azioni di guerra, tra conoscenza e violenza frutto di uno stesso progetto coloniale. Trouble riapre cicatrici mai rimarginate, crepe attraverso cui il rimosso della storia torna alla luce per mettere in crisi il presente. I fantasmi del colonialismo ci obbligano a guardare nel buco nero della storia e a sostenere lo sguardo impietoso che esso ci restituisce.
64° FESTIVAL DEI POPOLI
In Limbo
di Gusztáv Hámos e Katja Pratschke, Germania, 2023, 32′
INGRESSO UNICO POMERIDIANO: 7€ INTERO/5€ RIDOTTO
Nel pieno della Guerra Fredda un uomo pensa di porre fine alla sua vita per sfuggire all’arruolamento nell’esercito nazionale. Ma è veramente libero di decidere il proprio destino? Il nastro si riavvolge per raccontare gli antefatti di una storia dai possibili risvolti tragici. Kiesling viene chiamato alle armi e viene sottoposto a test psicologici e prove fisiche per verificare la sua idoneità a far parte dell’esercito popolare ungherese. Boicotta le visite, fingendosi instabile e squilibrato, rivendicando la libertà del proprio corpo di fronte a uno stato che vuole appropriarsene. Gusztáv Hámos e Katja Pratschke si confrontano con gli eventi catastrofici del secondo dopoguerra in Ungheria realizzando un film che parla di memoria, identità e libertà individuale. Registi con una formazione e una consolidata carriera nel campo dell’arte, riflettono sulla composizione formale dirigendo un mediometraggio sperimentale che a partire dalla fotografia definisce un nuovo modo di pensare l’esperienza cinematografica e di esplorarne i molteplici significati.
64° FESTIVAL DEI POPOLI
Dancing on the Edge of a Volcano
di Cyril Aris, Libano e Germania, 2023, 87′
INGRESSO UNICO POMERIDIANO: 7€ INTERO/5€ RIDOTTO
È il 4 agosto del 2020, Mounia Akl è pronta a iniziare le riprese del suo primo lungometraggio Costa Brava che presenterà un anno dopo alla Mostra del Cinema di Venezia, quando un’enorme esplosione nel porto di Beirut devasta la città e la vita della popolazione. Contro ogni previsione la regista decide di portare avanti il proprio progetto, affrontando le condizioni estremamente difficili di un paese paralizzato da una catastrofe e dalle complicazioni del Covid. Cyril Aris segue i retroscena del lavoro sul set e documenta la passione e l’ostinazione di una regista e di una troupe alle prese con quotidiane disavventure, accompagnando il racconto del making of alla rappresentazione della rabbia di una nazione e alla riflessione sulla necessità del processo creativo nonostante tutto. Un film politico, con più traiettorie narrative, che rende omaggio a una Beirut vessata con toni nostalgici e commoventi.
64° FESTIVAL DEI POPOLI
Eastern Front
di Vitaly Mansky e Yevhen Titarenko, Lettonia, Ucraina e Repubblica Ceca, 2023, 98′
INGRESSO UNICO SERALE: 7€ INTERO/5€ RIDOTTO
Agosto 2022. L’invasione dell’Ucraina è iniziata da sei mesi. Vitaly Mansky e Yevhen Titarenko raccontano la guerra a Est e ad Ovest: in prima linea, sul fronte orientale, si sviluppano gli scontri casa per casa; nelle retrovie occidentali, i soldati rimangono in licenza con le loro famiglie. The Eastern Front è il racconto della guerra filmata dall’interno: una guerra che nasce ben prima dalla fatidica data del 24 febbraio dello scorso anno, ma che risale al 2014. Mansky – dietro le linee – e Titarenko – impegnato sul fronte come volontario in una unità sanitaria – svelano la realtà di un paese che vive il conflitto in ogni situazione, con un incedere narrativo lacerato tra le sparatorie sulla linea del nemico e le conversazioni dei soldati nei momenti di quiete durante il congedo. Le immagini sono lontane da quelle viste nelle cronache degli ultimi due anni: la guerra è ovunque, si annida e prende vita anche negli spazi sospesi e apparentemente distanti dal fronte, permeando ogni angolo dell’Ucraina invasa.
64° FESTIVAL DEI POPOLI
Cabbage
di Holly Márie Parnell, Irlanda, Regno Unito e Canada, 2023, 25′
INGRESSO UNICO POMERIDIANO: 7€ INTERO/5€ RIDOTTO
Riformulando il linguaggio e rimettendo al centro ciò che viene tenuto ai margini, illuminando le relazioni di cura al suo centro, discutendo di quella sottile violenza che la logica burocratica e abilista che non riesce a cogliere le sfumature di una vita vissuta pienamente anche nella non verbalità, Cabbage dà spazio alla parola potente di una persona che, priva di movimento, comunica tramite una tecnologia di tracciamento oculare e insieme alle riflessioni di una madre che ridiscute il concetto di libertà e dignità fuori da quel paradigma. Concentrandosi sulla poesia minima di questa comunicazione potente e silenziosa, il film denuncia i tagli ai servizi per disabili che costringono la famiglia a spostarsi dal Canada all’Irlanda e richiede allo spettatore di sintonizzarsi su una comunicazione che è fatta di ascolti e di ricerca, di echi e di esplorazioni comuni, dove abita una grande spazialità emotiva.
64° FESTIVAL DEI POPOLI
Calls From Moscow
di Luis Alejandro Yero Cuba, Germania e Norvegia, 2023, 60′
INGRESSO UNICO POMERIDIANO: 7€ INTERO/5€ RIDOTTO
Rinchiuso all’interno di un appartamento a Mosca, un gruppo di giovani trascorre le proprie giornate a effettuare chiamate di ogni tipo: conversazioni con i propri cari lontani, consulenze, avvisi per migranti. Sono esuli cubani appartenenti alla comunità LGBTIQ+. La Russia è l’unico paese europeo in cui possono viaggiare senza visto, e tanti ragazzi lasciano L’Avana alla ricerca di una nuova vita. Ma la realtà è ben diversa da quella che si aspettavano.
64° FESTIVAL DEI POPOLI
The Buriti Flower
di João Salaviza e Renée Nader Messora, Portogallo e Brasile, 2023, 124′
INGRESSO UNICO POMERIDIANO: 7€ INTERO/5€ RIDOTTO
Girato nell’arco di 15 mesi all’interno di vari villaggi del territorio Krahô, nel Brasile centrale, The Buriti Flower nasce da anni di lavoro di João Salaviza e Renée Nader Messora con le comunità al centro del film. La prossimità, la creazione condivisa e la militanza sono le basi di una narrazione collettiva che racconta 80 anni di resistenza indigena alle minacce dei cupé (i colonizzatori). In questa storia passato e presente sono connessi da una lotta che si ripete circolarmente: i piani temporali si sovrappongono, memoria e resistenza diventano declinazioni di uno stesso gesto che si apre al futuro. Con un linguaggio filmico anfibio, a suo agio nel terreno del reale contemporaneo come nell’evocazione al presente della memoria, The Buriti Flower si costruisce nella tensione tra una nascita e il ricordo di un massacro per raccontare una lotta che attraversa le generazioni e che resiste contro una violenza dalle mille forme difendendo un territorio e una possibilità di futuro.
64° FESTIVAL DEI POPOLI
Horse Money
di Pedro Costa, Portogallo, 2014, 104′
INGRESSO UNICO POMERIDIANO: 7€ INTERO/5€ RIDOTTO
Ventura, l’uomo di Juventude en marcha che vagava tra i resti del quartiere di Fontainhas, torna in questo film. Come accade spesso ai personaggi di Pedro Costa, Ventura torna perché il cinema del regista portoghese è sempre più un cinema sul tempo come ferita, come malattia che agisce sui corpi, che accompagnano il tempo del cinema, di film in film. È così per Ventura che emerge da uno spazio indistinto, per ritrovarsi in un centro per malattie mentali. È dunque qui che ha inizio un viaggio fatto di racconti e visioni, di immagini del passato e fantasmi che non smettono di ritornare. Cosa percepisce Ventura? Il proprio tempo presente nell’asettico istituto psichiatrico o il passato, la rivoluzione dei garofani, la violenza di quegli anni? E cosa distingue quella violenza dall’interrogatorio freddo e fuori campo del medico? Ciò che resta è ciò che è più pregnante: il volto e il corpo di Ventura, che di film in film invecchia e porta con sé il segno impietoso del tempo.
64° FESTIVAL DEI POPOLI
Kissing Gorbaciov
di Andrea Paco Mariani e Luigi D’Alife, Italia, 2023, 97′
INGRESSO UNICO SERALE: 7€ INTERO/5€ RIDOTTO
CCCP in the USSR. Si potrebbe sintetizzare così la portata storica di Kissing Gorbaciov, documento di una stagione folle della musica italiana. Negli anni ‘80, che in superficie significavano edonismo e reaganiano, scorrevano fiumi di creatività controcorrente: una band, quella di Ferretti e Zamboni, di Annarella e di Fatur, che inneggiava a una Unione Sovietica dell’anima, a un ideale scisso dalla realtà. Il documentario di Mariani e D’Alife racconta di uno scambio culturale impossibile, tra Puglia e Russia, del viaggio di CCCP e Litfiba nel cuore di un Paese allo sbando, smarrito tra crisi e volontà tardiva di un cambiamento. Sono gli anni della Perestrojka e dell’ennesima illusione destinata a infrangersi. Ma per un breve e pazzo momento, quando i CCCP sconcertano, tutto sembra essere al posto giusto. Ritrovare Ferretti e soci insieme a raccontare quell’epoca, è qualcosa che va al di là della semplice testimonianza: è la scheggia di un futuro passato mai realizzato ma che ancora può rivelarci molto.
64° FESTIVAL DEI POPOLI
The Daughters Of Fire
di Pedro Costa, Portogallo, 2023, 9′
INGRESSO GRATUITO
In uno spazio astratto, tre donne, isolate tra loro, cantano il proprio dolore. Un motivo struggente, di sofferenza e solitudine. I loro volti interrogano lo sguardo di chi osserva. Hanno lasciato la propria casa e si trovano in un paese straniero. Ma perché sono partite? Perché quel canto lacerante? Lo scenario cambia e la notte cede il posto alle immagini di un paesaggio bellissimo e devastato. Sono scene girate nel 1951 a Fogo, isola vulcanica di Capo Verde, all’indomani di una delle tante eruzioni. La coltre di cenere ricopre il territorio, alcune persone, sopravvissuti o fantasmi, si avvicinano alla macchina da presa. Un cortometraggio straordinario che mostra la potenza trasfigurante del cinema di Pedro Costa, la dimensione visionaria delle sue immagini, capaci di mostrare il reale della sofferenza degli ultimi, mediante la potenza del canto e della musica che si pongono come segno di un legame profondo tra gli esseri umani.
64° FESTIVAL DEI POPOLI
Masterclass Pedro Costa
64° FESTIVAL DEI POPOLI
Twice Colonized
di Lin Alluna, Danimarca, Canada e Groenlandia, 2023, 92′
INGRESSO UNICO POMERIDIANO: 7€ INTERO/5€ RIDOTTO
La prima stesura delle memorie della avvocatessa Inuit Aaju Peter inizia con la domanda: “È possibile cambiare il mondo e riparare le proprie ferite allo stesso tempo?”. Un ritratto vivido e rivelatore di una figura rinomata nei circoli per i diritti degli indigeni, nota per la sua tenace tenacia e i suoi discorsi infuocati in difesa dello stile di vita degli Inuit, pronunciati in piccole classi e in occasione di conferenze internazionali ma ancora alla ricerca di una risoluzione personale e di un modo di riparare il trauma bruciante della colonizzazione. Alla morte del figlio, il film segue Aaju mentre intraprende un viaggio personale per assicurare alla giustizia i suoi colonizzatori in Canada e in Danimarca. Capace di catturare la fragilità e la forza della complessa personalità dell’avvocatessa, Twice Colonized offre un ritratto denso di sfumature di una militante indigena nel mondo contemporaneo, dimostrando che la liberazione dal fantasma della colonizzazione investe tutte le sfere, portando il personale e il politico a incontrarsi e scontrarsi in modi inaspettati.
64° FESTIVAL DEI POPOLI
Bene! Vita di Carmelo, la macchina attoriale
di Samuele Rossi, Italia, 2023, 54′
INGRESSO UNICO POMERIDIANO: 7€ INTERO/5€ RIDOTTO
Su un palcoscenico scarno e poco illuminato, Filippo Timi recita estratti da “Sono apparso alla Madonna” il testo autobiografico scritto da Carmelo Bene e pubblicato nel 1983. Iconoclasta, geniale, scandaloso, provocatore, ambiguo. Considerato da molti il più grande attore del ‘900 italiano, è stato un personaggio inafferrabile e non categorizzabile ma è sempre rimasto fedele a un unico grande imperativo: essere fino in fondo l’arte alla quale aveva scelto di consacrarsi – il teatro. Ritratto di un artista geniale e sovversivo, realizzato ripercorrendone vita e carriera attraverso le sue stesse parole e quelle di chi ha lavorato con lui e l’ha conosciuto: da Lydia Mancinelli, indimenticabile protagonista di Nostra signora dei turchi, a Raffaella Baracchi, ultima moglie dell’artista, e Salomè, figlia e curatrice della fondazione a lui dedicata. Contro il cinema, contro tutto e tutti e persino contro se stesso: un Bene perduto che emoziona profondamente ritrovare.
64° FESTIVAL DEI POPOLI
Kokomo City
di D. Smith, USA, 2023, 73′
INGRESSO UNICO POMERIDIANO: 7€ INTERO/5€ RIDOTTO
Opera unica, rara e illuminante, capace di dare volto e voce ad una comunità spesso emarginata, Kokomo City svela, con uno sguardo crudo, ma pieno di vita e ironia, le storie intime di quattro transessuali neri. Daniella Carter, Koko Da Doll, Liyah Mitchell e Dominique Silver, sex workers che vivono tra New York e Atlanta, parlano senza tabù della propria professione e identità, aprendosi senza pregiudizi su questioni che riguardano il sesso, il razzismo, l’identità trans e la comunità nera. Girato in un bianco e nero contrastato e caldo che sottolinea la bellezza dei protagonisti, il lungometraggio di debutto della cantatutrice e produttrice musicale transgender D. Smith, è incisivo e sorprendente e ci apre a un mondo di racconti sui tanti clienti che non riescono a essere onesti con se stessi, svelando profonde verità sulle complicate relazioni dei protagonisti con amici, familiari e donne cisgender, sull’eredità della cultura dello schiavismo e le tante ferite ancora aperte.
64° FESTIVAL DEI POPOLI
Orlando, My Political Biography
di Paul B. Preciado, Francia, 2023, 98′
INGRESSO UNICO SERALE: 7€ INTERO/5€ RIDOTTO
Alla proposta di girare un documentario sulla propria vita, il filosofo Paul B.Preciado dichiara che la sua biografia è già stata scritta circa un secolo fa da Virginia Woolf, nel suo Orlando. Parte così la ricerca di un possibile interprete, che scaturisce in un film collettivo, in cui troviamo una moltitudine di Orlando, che uno ad uno sfilano davanti alla telecamera, pronti a rimettere in scena una biografia già scritta che non smette di accadere, come una fertile variazione sul tema calata nel nostro presente. Preciado confeziona un film insieme elegante ed estroso, il cui cuore pulsante rimane la parola e la sua capacità trasformativa. In un discorso culturale e politico contemporaneo che spesso sui corpi e le sue forme si impantana e con un certo grado di violenza cerca nella biologia la conferma ultima di un’identità, il film ci ricorda che la parola – proprio in quanto non è carne ma materia effimera – sa nominare ciò che eccede, ciò che sfugge, ciò che è incessantemente in movimento, rivelandosi custode ultima del riconoscimento a cui ogni corpo anela.
64° FESTIVAL DEI POPOLI
Progetto Dive
INGRESSO GRATUITO
6 corti realizzati da studenti di scuole delle province di Firenze e Pistoia durante il progetto DIVE (Diversity in Visual-Essays)
BLU
ELIMINARE LE DIFFERENZE. GIOCHIAMO?
GRANDI PER UN GIORNO
I RAGAZZI DEL GRAMSCI
NOTE DIVERSE
RITORNO ALL’ISOLA CHE NON C’È
64° FESTIVAL DEI POPOLI
Ever Since, I Have Been Flying
di Aylin Gökmen, Svizzera, 2023, 18′
INGRESSO LIBERO
PREMIO MIGLIOR CORTOMETRAGGIO - CONCORSO INTERNAZIONALE
Vakıf, un sessantenne curdo cresciuto in una tribù nomade tra le montagne della Turchia sudorientale, ricorda i momenti della sua giovinezza che hanno segnato la sua vita. Ci riporta all’infanzia idilliaca con la madre, al primo amore trovato in un campo di cotone e perso nei boschi, ai maltrattamenti subiti per mano della polizia, in un luogo freddo e buio. Nel suggestivo corto di Aylin Gökmen, volti, paesaggi e parole si fondono per dare vita a una testimonianza sofferta: quella di un uomo i cui ricordi si tingono nel tempo di un valore ancestrale e la cui persistenza gli è d’aiuto per sopravvivere ai duri momenti della prigionia. La tenerezza del cotone che si stacca da uno stelo e il sapore di un bacio al melograno accompagnano la narrazione verso un finale aperto e liberatorio in cui l’oscurità e il dolore per tutto ciò che si è perduto si spalancano con leggerezza a una nuova luce.
64° FESTIVAL DEI POPOLI
Stand out of my sunlight
di Messaline Raverdy Belgio, 2023, 50′
INGRESSO LIBERO
PREMIO MIGLIOR MEDIOMETRAGGIO - CONCORSO INTERNAZIONALE
Joseph è un anziano signore che deve lasciare la propria casa. Per anni, ha viaggiato per la città con il suo carretto, accumulando pile di carte delle più disparate, collezionando oggetti di ogni tipo, trasformando così il suo appartamento in un caos labirintico, su cui lo sguardo della camera procede a una distanza ravvicinata, pescando di volta in volta dalla risma, in un succedersi di dettagli, inquadrature fuori fuoco e digressioni analogiche. Esplorare lo spazio caleidoscopico della sua abitazione vuol dire anche entrare nelle pieghe più intime della mente e dell’anima di un uomo singolare, per realizzare un ritratto che viaggia lungo il secolo scorso, in cui la storia personale tracima nella Storia più grande di un Novecento sbiadito. Cosa rimane delle nostre vite se non i resti che ci lasciamo dietro? E se il punto fosse proprio accettare che a rimanere non sia nulla? Che la vita non sia altro che ciò che abbiamo attraversato con fatica e gioia?
64° FESTIVAL DEI POPOLI
The Buriti Flower
di João Salaviza e Renée Nader Messora Portogallo e Brasile, 2023, 124′
INGRESSO LIBERO
PREMIO MIGLIOR LUNGOMETRAGGIO - CONCORSO INTERNAZIONALE
Girato nell’arco di 15 mesi all’interno di vari villaggi del territorio Krahô, nel Brasile centrale, The Buriti Flower nasce da anni di lavoro di João Salaviza e Renée Nader Messora con le comunità al centro del film. La prossimità, la creazione condivisa e la militanza sono le basi di una narrazione collettiva che racconta 80 anni di resistenza indigena alle minacce dei cupé (i colonizzatori). In questa storia passato e presente sono connessi da una lotta che si ripete circolarmente: i piani temporali si sovrappongono, memoria e resistenza diventano declinazioni di uno stesso gesto che si apre al futuro. Con un linguaggio filmico anfibio, a suo agio nel terreno del reale contemporaneo come nell’evocazione al presente della memoria, The Buriti Flower si costruisce nella tensione tra una nascita e il ricordo di un massacro per raccontare una lotta che attraversa le generazioni e che resiste contro una violenza dalle mille forme difendendo un territorio e una possibilità di futuro.
64° FESTIVAL DEI POPOLI
Peter Doherty: Stranger In My Own Skin
di Katia deVidas, Francia, 2023, 93'
INGRESSO UNICO: 15€
Film + Live Acustico
Ascesa, caduta e resurrezione del leader bohemién di Libertines e Babyshambles in un ritratto a cuore aperto.